Caravaggio a Cuba

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Narciso
La mostra intende illustrare e approfondire un periodo fondamentale dell’arte italiana, che vede la città di Roma protagonista di una profonda trasformazione attuata nel corso del primo trentennio del Seicento.
Oltre ai mutamenti dovuti alla Riforma luterana e al Concilio di Trento (1545-1563), che segnarono il nuovo volto della Roma ecclesiastica, si assiste agli albori del Seicento ad una vera e propria rivoluzione artistica che elesse la città papale, a meta obbligata di artisti provenienti dal resto d’Italia e d’Europa: una sorta di Capitale artistica d’Europa.
Il rinnovamento artistico dell’Urbe coincise con l’arrivo di Michelangelo Merisi da Caravaggio, nei primi anni Novanta del Cinquecento, il cui linguaggio innovativo determinò l’inizio di una nuova epoca e il confronto con personalità di primo piano, come quella di Annibale Carracci. Sullo scorcio del Cinquecento e nei primi anni del Seicento la pittura di Caravaggio si impone come assoluta novità rispetto alla quale artisti, scrittori e committenti contemporanei reagiscono con fervore.
La nuova concezione con cui l’artista elabora aspetti della cultura profana, ma soprattutto l’adozione di uno stile e un linguaggio pittorico rivoluzionario e inedito nelle pale d’altare, basato su un uso drammatico della luce, sull’assenza di ogni idealizzazione nei personaggi che popolano le sue composizioni, su soggetti ripresi dalla strada e, soprattutto sul formato “al naturale” delle figure, poste sempre in primo piano, sono elementi di straordinaria novità che diventano oggetto di aspre critiche, da una parte, e profonda ammirazione, dall’altra.
La breve parabola romana del Merisi inizia intorno al 1592 per concludersi tragicamente nel 1606, data dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni, avvenuto per mano dell’artista nel corso di una rissa. L’episodio e la successiva fuga di Caravaggio da Roma, dove non farà più ritorno, conclude la serrata sequenza di successi e dispute che avevano accompagnato la presentazione delle sue opere pubbliche. Terminano così i rapporti di committenza con i grandi mecenati romani che avevano determinato la fama del pittore lombardo e prende avvio il suo peregrinare convulso alla ricerca del perdono che condurrà Caravaggio da Napoli a Malta, alla Sicilia con passaggi veloci e concitati che diffonderanno maggiormente la sua notorietà e le novità del suo stile.
Nel frattempo, le opere del Merisi ancora ferme sugli altari, appese alle pareti di palazzi gentilizi fino a quelle profane “fatte per vendere”, continuano ad essere copiate, imitate, acquistate o gelosamente conservate.
Ed è su queste opere che si forma più di una generazione di pittori, dai primi seguaci italiani a quelli stranieri arrivati a Roma nel secondo decennio.
Senza perdere di vista il carattere disomogeneo del caravaggismo, attuato dai vari interpreti sulla base di esperienze e formazioni personalissime, la mostra accosta a un capolavoro di Caravaggio – il bellissimo Narciso che si specchia nella fonte -, a un insieme di opere autografe e documentate dei pittori a lui legati, scegliendo tra queste i dipinti e i soggetti in cui maggiormente loro si accostarono alle tematiche e ai modelli dell’Artista lombardo.
Il percorso inizia con Giovanni Baglione (Roma, 1566 – 1643), esponendo la tela con l’Ecce homo della Galleria Borghese, che tratta un tema caravaggesco offrendone una variante per certi versi ancor legata alla rappresentazione tradizionale, presentando la scena a tutta figura, gli studi in occasione di questa mostra hanno rilevato sulla tela la firma e la data – 1606 – finora mai indicate. Di Tommaso Salini (Roma, 1575 circa – 1625), invece, si propone un San Giovanni Battista che pare costruito sul modello del Bacchino malato, e di Bartolomeo Manfredi (Ostiano, 1582 – Roma, 1622) il celeberrimo Bacco e un bevitore, scena di significato oscuro ma dipinta alla cosiddetta Manfrediana methodus.
Analogamente si pone lo straordinario San Gerolamo di Hendrich van Somer che pare tutto meditato sugli originali di Caravaggio.
Altri sono i capolavori che vengono presi in considerazione, toccando personalità ed aspetti sui quali gli studiosi discutono ancora oggi: da Orazio Borgianni (Roma, 1578 – 1616) a Lionello Spada (Bologna, 1576 – Parma, 1622) ad Angelo Caroselli (Roma, 1585 – 1652) e a Orazio (Pisa, 1563 circa – Londra, 1639) e Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1653).

Redattore: RENZO DE SIMONE

Informazioni Evento:


Data Inizio:23 settembre 2011
Data Fine: 27 novembre 2011
Luogo: Cuba, L'Avana – Museo Nacional de las Bellas Artes de la Havana


Documentazione:


Pieghevole in formato PDF
(documento in formato pdf,peso326Kb)

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