Uno studio condotto dalla Symantec Corp, il creatore del software di sicurezza per computer “Norton”, stima i ricavi globali dei cybercrimini o crimini commessi tramite l’ausilio del web in ben 114 miliardi di dollari all'anno.
La relazione 2011 della Norton sul “Cybercrime” ha sostenuto che ben 431 milioni di adulti sono stati vittime a livello mondiale solo lo scorso anno, con ricavi superiori alla combinazione dei mercati neri globale della marijuana, cocaina ed eroina.
Lo studio ha identificato anche uomini nella fascia di età 18-31 anni, che hanno l'accesso alla rete dal loro telefono cellulare, come le vittime più probabili.
Numeri inquietanti, per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” quelli indicati da uno dei più importanti produttori di antivirus e software per la sicurezza dei pc mondiale, che dovrebbero far meditare i governi del pianeta sull’infinita prateria criminale che la rete può consentire se non viene garantita con strumenti più efficaci la sicurezza della navigazione e dell’utilizzo degli strumenti informatici.
Secondo Giovanni D’Agata, la sfida che oggi i governi e le polizie del mondo dovrebbero avviare è una battaglia che dovrebbe essere fatta su scala globale, con strumenti tecnici e giuridici di caratura internazionale, perché la rete ha in sé la preziosa caratteristica di non avere confini geografici o barriere di alcun tipo che al contempo rendono ancor più vulnerabili gli utenti per le infinite possibilità che essa stessa consente, sempre più anche di natura delittuosa.