Scuola: Due anni fa, sono iniziate politiche di esternalizzazione e nessuno ne parla

Come prevedibile l’apertura del nuovo anno scolastico è stata tumultuosa e già tre anni fa, era immaginabile che la situazione scolastica sarebbe andata sempre più deteriorandosi. Il detto” non c’è mai limite al peggio” pare calzi a pennello, perché la situazione sta sfuggendo di mano a tutti. Sotto la cenere ci sono fuochi che “bruceranno” quando meno ce lo si aspetterà. Muoversi nei meandri della burocrazia scolastica e capire qualcosa, è diventata un odissea. Quest’anno si trovano “senza lavoro” insegnanti, tecnici di laboratorio e docenti di altre materie soprannumerari, di ruolo ai quali sono state assegnate cattedre di sostegno, senza chiedergli alcuna specializzazione.

E’ risaputo che i portatori d’handicap, soprattutto in momenti di crisi, – non potendo ripristinare una “rupe tarpea” , che in tanti riaprirebbero volentieri – sono cittadini di serie zeta, perciò non si cerca più il personale specializzato formato a lavorare in modo consono nello sviluppo e la formazione di questi ragazzi sfortunati, ma si ripiega sull’ultimo arrivato, costretto suo malgrado ad accettare di svolgere un lavoro pur non avendo strumenti e competenze nell’ambito didattico, pedagogico e psicologico. Viene lasciato tutto all’improvvisazione, al buon cuore ed alla pietà. Infatti, pochi giorni fa a Torino sono state destinate cattedre di sostegno, circa 77, a docenti che avevano perso la cattedra di ruolo, ma che non avevano la specializzazione.

Il sostegno per gli studenti che ne hanno diritto dovrebbe essere una conquista di civiltà, perché integra il ragazzo disabile nella società, permettendo una crescita morale ed etica ai compagni che gli vivono accanto. Non bisognerebbe essere superficiali su questi temi, ma combattere per i diritti di ragazzi che non saranno mai in grado di farlo da soli. L'insegnante di sostegno non può essere un docente qualunque, perché i ragazzi disabili, hanno problemi diversi e complessi ed è solo chi è stato formato per stargli accanto, può davvero permettergli di crescere.

Un altro elemento inquietante in questa perversa situazione, è l’esternalizzazione di alcuni servizi per la scuola iniziando dal personale ATA e successivamente sulle cattedre di sostegno. E’ da pochi anni che nelle scuole sono entrati a lavorare come insegnanti di sostegno educatori di cooperative. Molti presidi, con il bene placido del ministero, si appoggiano a queste, per risparmiare e coprire le necessità didattiche. Tra non molto, diversi docenti di altre materie perdenti posto, saranno costretti loro malgrado, se vogliono continuare a lavorare nella scuola, ad entrare attraverso le cooperative, che notoriamente, sottopagano con contratti che non rispettano i diritti fondamentali del lavoratore, garantendo solo il punteggio nelle graduatorie come avviene per le scuole paritarie.

Per ora questa anomalia si vede per le cattedre di sostegno ed altri servizi, ma presto lo saranno anche per le altre materie, ma quello che è ancor peggio e sconvolgente è che nessuno ne sta parlando, nessun sindacato di categoria, né associazioni del settore. Tutti coloro che permetteranno questa trasformazione senza concretamente ostacolarla, vedranno difficile far valere i propri diritti anche attraverso diversi tipi di ricorsi. Questa è una delle infinite strade che porta alla privatizzazione delle scuole pubbliche; di nome la scuola resterà pubblica, ma di fatto sarà privatizzata. È facile prevedere che ci rimetteranno tutti.

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