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Sartori: il " Mattarellum " e le idee sbagliate

LEZIONI NELLA LETTURA PER IL MULINO IL POLITOLOGO HA DENUNCIATO LE ILLUSIONI DEL MAGGIORITARIO ALL' ITALIANA (5 novembre 1995) – Corriere della Sera

Nella Lettura per il Mulino il politologo ha denunciato le illusioni del maggioritario all' italiana TITOLO: Sartori: il “Mattarellum” e le idee sbagliate

BOLOGNA:” Caro Romano, se vuoi vincere le elezioni, hai bisogno dei miei consigli”. “Se seguo i tuoi consigli, caro Vanni, perdo di sicuro”. Si sfottono a vicenda, il politologo Sartori e il politico Prodi, come possono fare due vecchi amici davanti a un piatto di tortelli e a un buon bicchiere di Sangiovese. Ma poi il politologo sale in cattedra, nell' Aula Magna di Santa Lucia, e il politico e' li' , zitto e buono in prima fila, che prende nota. E con lui Andreatta, Giugni, Amato, Pasquino, Panebianco, Galli della Loggia: tutto il “partito trasversale” del Mulino con le sue varie anime, riunito come ogni anno per l' ormai tradizionale “lettura”. Anzi, piu' che una lettura, quella di Sartori, che ha appena pubblicato dal Mulino il saggio “Ingegneria costituzionale comparata”, e' un' invettiva contro “la democrazia delle idee sbagliate”, una solenne lavata di capo ai “maggioritaristi” che vorrebbero farci credere di essere gia' entrati a vele spiegate nella Seconda Repubblica. Magari fosse cosi' , tuona il tosco della Columbia University. Certo tante cose sono cambiate, la Dc non esiste piu' , i magistrati hanno mandato a casa (o in galera) la vecchia nomenklatura. Ma la nuova democrazia e' per ora soltanto una “costruzione mentale”. Una costruzione basata su alcuni, grossolani errori. Il primo sbaglio e' quello di pensare che basti il maggioritario (pardon, il Mattarellum, come il nostro ha ribattezzato il pasticciato sistema italiano) per creare una democrazia bipolare, destra sinistra, maggioranza opposizione. A dispetto delle profezie di Pannella “e dei suoi numerosi plagiati” . dice Sartori . “l' efficacia riduttiva di un sistema uninominale si dispiega collegio per collegio. Cosi' , per esempio, se abbiamo cento collegi e se in ciascuna circoscrizione vince il candidato di un partito che vince soltanto li' , il risultato nazionale dell' uninominale sara' un parlamento con cento partiti. La “legge” e' allora questa: che l' uninominale produce un sistema bipartitico a livello nazionale se, e soltanto se, gli stessi due partiti sono i soli in grado di vincere in tutte le circoscrizioni”. Una condizione che in Italia e' lontanissima dall' essere realizzata. Con il disfacimento dei vecchi partiti, a eccezione del Pds e in misura minore di Alleanza Nazionale, l' elettorato e' diventato “friabile, volatile”. Nessuna delle tre maggiori forze politiche e' in grado di vincere da sola in quasi nessun collegio. Sicche' a D' Alema, Berlusconi e Fini servono degli alleati. Per non perdere, l' Ulivo deve imbarcare Rifondazione, Verdi, Segni, Popolari, e perfino la Lega. E il Polo, che nasce gia' bicefalo, deve accogliere Buttiglione, Casini, Costa, e magari ancora Pannella. Invece di due poli omogenei e coesi abbiamo cosi' delle ammucchiate, dei cartelli elettorali, che non sono vere maggioranze. Morale della favola: il bipolarismo non e' un frutto automatico del maggioritario. Austria, Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia, Svezia votano con la proporzionale eppure hanno due partiti che si alternano al potere. Per contro ci sono paesi a sistema uninominale, o semimaggioritario, dove il Parlamento e' uno spezzatino di partiti. Come appunto l' Italia di oggi. “Il doppio turno (alla francese) decapiterebbe i partitini ricatto; ma finche' ci teniamo il monoturno e' sicuro che resteranno”. Altro errore: credere che il modo come si vota influenzi la costituzione, “riplasmi” la forma dello stato. Eh no, dice Sartori, la “democrazia maggioritaria” non esiste da nessuna parte: gli Stati Uniti hanno l' uninominale, l' America del Sud la proporzionale. “Il che non toglie che le costituzioni sudamericane siano e restino la fotocopia (o quasi) della costituzione nordamericana”. Ancora: l' Inghilterra e' un sistema parlamentare nel quale si vota con il metodo maggioritario, che piu' maggioritario non si puo' . E che finora, in quel paese, ha prodotto un sistema bipartitico puro: un partito conquista la maggioranza dei seggi e governa da solo. Cio' pero' non esclude che possano avvenire “ribaltoni” in Parlamento: “La signora Thatcher e' stata sbalzata di sella a meta' cammino, e non mi risulta che gli inglesi si siano sentiti frodati”. Terzo errore: confondere la cultura del maggioritario con quella dello scontro e della “grande arraffata”. Lo spoils system tipico della tradizione americana, dove il presidente eletto porta con se' a Washington tremila persone da piazzare in cima all' Amministrazione federale, non ha niente a che fare con l' occupazione tutta italiana dei vertici dello stato o della Rai. Cosi' come il giusto rifiuto del consociativismo non deve implicare l' esclusione di ogni compromesso tra maggioranza e opposizione. A meno di credere, con Carl Schmitt, che la politica sia guerra e non trattativa. Un' ultima stoccata sul governo dei tecnici: non sara' politicamente neutro, dice Sartori, perche' si tinge del colore della maggioranza che lo sostiene. Ma non soffre di nessun “deficit democratico”. In Francia c' e' l' incompatibilita' tra essere parlamentare ed essere ministro. E nessuno parla di “crisi di legittimita' “.

Di Chiaberge Riccardo

http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/05/Sartori_Mattarellum_idee_sbagliate_co_0_9511056809.shtml

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