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Le condizioni per una manovra seria ci sono. Purchè il governo non entri in gioco

Bisognerebbe commentare la manovra, ma la manovra quale? Ne hanno fatte quattro o cinque, e quasi nessuna nelle sedi istituzionali proprie. La verità è che si tratta di un governo imbambolato, rincretinito, incapace di intendere e di volere che non sa più cosa fare e ogni giorno ne inventa una. L’unica manovra da fare è quella dei cittadini italiani che lo devono buttare fuori del Palazzo.

L’ultima trovata è questa della lotta all’evasione. Ma, innanzitutto, i soldi che vengono trovati vengono presi sempre dalle tasche di quelli che la ritenuta ce l’hanno alla fonte. In secondo luogo, il dire “inasprisco la lotta all’evasione fiscale” è già una confessione in sé: vuol dire che sin qui non la si è fatta bene. E ammettere che c’erano spazi per intervenire e non si è intervenuto già dimostra l’incapacità.

Inoltre il buongiorno si vede dal mattino. Sinora ogni volta che si è trattato di affrontare la questione fiscale, il governo ha fatto un condono, un indulto, uno scudo. Favori agli evasori fiscali. Favori del presidente del consiglio a sè stesso.
In definitiva, la situazione è un po’ come la storia che hanno raccontato l’altro giorno quando hanno detto “la riduzione del numero dei parlamentari e l’eliminazione delle Province la faremo dopo”. Insomma, annunci che farai la lotta all’evasione fiscale e che di lì troverai tutti i soldi necessari, ma la realtà la si può sapere solo alla fine, al consuntivo. Il modo di comportarsi giusto è che prima fai la lotta, prima metti i soldi in tasca e poi dici cosa ci fai.

L’idea di usare i soldi prima di averli intascati, invece, è quella tipica del bancarottiere.

L’Italia dei Valori ha presentato 125 emendamenti ma ha anche presentato in epoche non sospette, quasi tre mesi fa, una contromanovra che i soldi li andava a prendere in ben altri circuiti, compresi quelli del no alla guerra o della tassazione delle speculazioni finanziarie e dei capitali scudati.
Detto questo, bisogna prendere atto che molti emendamenti sono stati proposti in modo uguale dall’opposizione e addirittura anche da componenti della maggioranza. La realtà è che in Parlamento ci sono oggi le condizioni per fare una vera manovra economica che ad un tempo risponda alle esigenze della Ue e a quelle di equità e solidarietà. Ma per questo la prima cosa da fare è mettere da parte il governo, non farlo entrare nemmeno in gioco.

Lo si può fare, perché di fatto siamo già in piena assenza di un governo. Al di là dell’aspetto nominativo, siamo già senza un governo: è proprio questa vacatio effettiva che sta portando l’Italia a essere meno credibile a livello internazionale dove, per la verità, meno questo governo si fa vedere, meglio è.

Postato da Antonio Di Pietro

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