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USA: Il prezzo della benzina come mezzo di propaganda politica. “Effetto Perry”, retrocessioni e promesse gratuite.

PIANETA AMERICA

HOUSTON, Texas – Un terremoto di natura ben diversa da quello della Virginia s'è verificato in America nella base elettorale conservatrice ed adesso Michele Bachmann, la stella dell'estrema destra e del Tea Party, detronizzata ed intenzionata a ritornare in testa promette che con lei alla Casa Bianca la benzina ritornerà sotto i due dollari.
La signora Bachmann durante i suoi comizi nell'Iowa, dopo aver fatto presente che il paese e' fornito di una dovizia di fonti energetiche che non l'obbligano a stare al guinzaglio dei paesi ricchi di petrolio dell'OPEC, ha assicurato anche che una volta diventata presidente provvederà ad implementare politiche energetiche che renderanno l'America indipendente dal punto di vista energetico, realizzando anche il rientro del costo del carburante intorno ai due dollari, tanto auspicato da tutti gli Americani.
Purtroppo, per la promettente candidata repubblicana che ora, perde terreno nel consenso polare, c'è pero' chi in America e' dotato di memoria buona e ricorda che fu nel luglio del 2008, sotto l'amministrazione del presidente Bush il giovane, che s'ispirava alle stesse politiche autarchiche, che il prezzo della benzina raggiunse i quattro dollari e sedici centesimi al gallone.
Ma c'è di più. In un tentativo disperato di recuperare e d'ottenere consenso da parte degli Americani che gradatamente cominciano a credere nell'uso delle energie pulite, rinnovabili ed alternative, la stessa candidata alle presidenziali del 2012 ha dichiarato anche che nei suoi piani presidenziali c'è un ricorso più corposo all'utilizzazione delle energie alternative omettendo di dire pero' che in passato, proprio lei, aveva votato contro la proposta di legge “Energy and Job Creation Act” la quale prevedeva l'estensione di sei anni degli investimenti e delle facilitazioni fiscali per l'energia solare e quella di un anno per l'energia eolica.
Come interpretare, allora, una tale “mancanza di consistenza” da parte di quella che fino a pochi giorni addietro era considerata la superstar repubblicana e per la quale si riteneva fosse ormai pronta ed asfaltata un'autostrada ad otto corsie per la Casa Bianca?
La risposta sembra più che evidente. Cominciano a farsi sentire pesantemente in campo repubblicano l'influenza del “fattore Perry” e la pressione che questo esercita. L'indagine condotta dal 19 al 21 agosto nell'Iowa, tra giovani elettori repubblicani, ha evidenziato come ora, in testa alla classifica, le cose stanno diversamente da quanto si era soliti vedere fino a poco tempo addietro. Con un margine d'errore minimo ed accettabile sembra, infatti, che Perry adesso abbia il 22% delle preferenze, Romney il 19%, Michele Bachmann il 18% e Paul il 16%. In vista di questi ultimi dati, si riesce a capire il motivo per il quale la candidata retrocessa ricorra ora a promesse che sono in netto contrasto con le sue note, scelte legislative passate e molto oltre le sue effettive capacita' di mantenerle.
Da tempo politici tanto dell'area democratica che indipendenti denunciano al Congresso gli speculatori di Wall Street che hanno portato il costo della benzina alle vette da capogiro raggiunte da circa tre anni a questa parte.
Un rapporto tardivo della Commodity Futures Trading Commission mostra senza ombra di dubbio che durante l'estate del 2008 citata prima quando il prezzo del carburante era schizzato ad oltre quattro dollari al gallone Goldman Sachs, Morgan Stanley ed altri speculatori dominavano il mercato dei futures del greggio infliggendo danni gravissimi all'economia e, tutto ciò, proprio con la complicità della CFTC che, da parte sua, ha tenuto queste informazioni “top secret” nascoste agli Americani per quasi tre anni.
Si deduce, quindi, che i giochi riguardanti il settore energetico sono condotti ad un livello talmente alto anzi, stratosferico, che le promesse di riduzione del costo della benzina a due dollari di Michele Bachmann sono solo da interpretarsi come le solite promesse generosamente profuse dai politici in corsa per la poltrona.
Parole, promesse che costano poco o niente e che hanno il solo scopo di fare rumore cercando d'impressionare un elettorato afflitto dalla situazione di grave difficoltà economica in cui versa attualmente il paese e che e' distratto da qualche nuova meteora del firmamento repubblicano quale, appunto, il governatore del Texas che si trova in testa alle ultime classifiche.
Nessuno e' in grado di fare seriamente una promessa del genere sapendo poi d'avere l'autorità e la capacita' di mantenerla. Non la potrebbe fare seriamente Obama come non potrebbe farla nessun altro al posto suo. Wall Steet e' un mondo controllato da ben altri protagonisti i quali, in questo momento, sono i primi fra gli Americani a ridere fragorosamente sapendo bene che le promesse della signora Bachmann rimangono solo quello che sono, promesse elettorali, pie bugie che lasciano tutto il tempo che trovano, rivolgendosi solo a chi e' tanto stupido o tanto ingenuo da credervi.

RO PUCCI
08 / 26 / 2011
I-AM, HOUSTON, TEXAS

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