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LA QUESTIONE MORALE E IL DOVERE DEL CENTROSINISTRA DI ESSERE DIVERSO DAGLI ALTRI

C’era una volta una sinistra che si riteneva eticamente al di sopra di ogni sospetto, che si sentiva legittimamente estranea al dibattito sulla questione morale. Un problema altrui, era la convinzione diffusa. Così è stato per anni, così per troppo tempo i vertici di quella sinistra hanno nascosto la testa nella sabbia senza vedere, senza sentire, senza vigilare abbastanza. E’ stato un errore gravissimo, e il caso Penati – giusto per citare l’ultimo – lo sta dimostrando in modo deflagrante.

Il “fulmine a ciel sereno”, come lo definì Bersani all’inizio, si è trasformato presto in una tempesta che impone assolutamente di fare un’ampia riflessione con l’onestà di ammettere di aver (anche) sbagliato. Non ho ovviamente né i titoli né tantomeno la pretesa di ergermi a fustigatore degli altrui costumi, ma dall’inchiesta della magistratura sulle tangenti intorno all’area ex Falck di Sesto San Giovanni emerge forte l’impressione di una sinistra non molto diversa dalla destra di fronte all’inquinamento illegale di tangenti, mazzette, corruzione, di fronte alle tentazioni e ai soldi facili. Ritenere che il problema riguardasse solo la destra dei tanti plurinquisiti – da Berlusconi, a Previti, a Cosentino a Brancher fino ad arrivare a Papa e Milanese – è stato comodo, ha permesso per troppo tempo di puntare il dito contro gli altri senza guardare con sufficiente attenzione in casa propria. Errore imperdonabile, a cui ora non bisogna aggiungerne altri!

Chi ha fatto della legalità una colonna portante del proprio modo di fare e di intendere la politica non può minimizzare di fronte ad accuse gravissime come quelle rivolte a Penati. Il Pd avrebbe dovuto prendere le distanze subito, invece non l’ha fatto con la necessaria determinazione. Quanto a Penati, il fatto che abbia lasciato le cariche istituzionali e si sia autosospeso dal Pd è il minimo, ma di certo non basta. Se davvero vuole che sia fatta chiarezza sulla vicenda, deve rinunciare a nascondersi dietro alla prescrizione. Chi fa politica ha il dovere di essere al di sopra di ogni sospetto, la presunzione di innocenza vale sul piano giudiziario ma non su quello politico ed etico.

Ma la Lombardia non è affatto un caso isolato, Penati non è solo una ‘mela marcia’, pensare che lo sia sarebbe miope e irresponsabile. La verità è che la questione morale attraversa il Centrosinistra da Nord a Sud, tocca tutte le Regioni, basti pensare allo scandalo Sanità che vede coinvolto il senatore Tedesco in Puglia o a quello abruzzese che ha portato alla caduta della Giunta presieduta da Del Turco. Ce ne è abbastanza per fermarsi, per imporsi regole molto più stringenti nella selezione della classe dirigente e potersi così davvero proporre come diversi dagli altri. Altrimenti è normale essere visti dagli elettori tutti come la stessa cosa, destra e sinistra un’unica casta accomunata dall’avidità e dalla brama di potere.

E’ il momento di cambiare, di riconquistare la credibilità perduta: bisogna farlo subito, prima che sia troppo tardi. In Parlamento e nelle altre istituzioni devono andare persone al di sopra di ogni sospetto: persone pulite e capaci, che gestiscono la cosa pubblica al servizio dei cittadini e non delle proprie tasche e della loro smisurata ambizione. La questione morale diventi il motore del cambiamento e l’IdV si faccia trovare sempre preparata.

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