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TUTTI CONTRO L’AVVOCATURA! CI SFUGGE QUALCOSA?

In questo agosto “caldo” in cui i partiti politici si contrastano circa i provvedimenti da adottare per far raggiungere all'economia italiana il famigerato “pareggio di bilancio”, tutti – da destra a sinistra – sono d'accordo nell'individuare nelle libere professioni, in particolare nell'Avvocatura, un nemico da combattere.

Oltre l'evidente strumentalità dei provvedimenti adottati contro l'Avvocatura nel Decreto ferragostano, è di palmare evidenza la loro inutilità ai fini del risanamento.

A Ferragosto abbiamo rischiato addirittura l'abolizione degli Ordini, provvedimento scongiurato grazie all'intervento del CNF sollecitato da Antonio Conte, Presidente dell'Ordine di Roma.

Occorre che i nostri Organi di rappresentanza CNF e OUA conducano una battaglia UNICA per riqualificare il ruolo sociale dell'Avvocato, cessino di preoccuparsi di chi appare di più e di chi rilasci prima il comunicato e spieghino – per primi ai non addetti ai lavori – che colpire gli avvocati è colpire direttamente i cittadini.

Queste riforme contro gli avvocati sono volute soprattutto dai “poteri forti” che liberalizzando la professione, alimentando la concorrenza sfrenata ed eliminando i controlli, permettono a banche, assicurazioni e grandi gruppi di avvalersi di professionisti a costi “da capolarato”.

Pur riconoscendo il ruolo del CNF e dell'OUA – quest'ultimo l'Organo di rappresentanza politica degli avvocati – viene da chiederci: com'è possibile che, nonostante ci siano ben due Organi rappresentativi dell'Avvocatura, “passino” provvedimenti quali le liberalizzazioni, prima ancora la Legge Bersani ovvero istituti come la Mediazione?

Ed ancora: fermo restando che i Parlamentari sono costituiti almeno per il 10% da Onorevoli Colleghi, com'è possibile che la legge professionale sia ferma da 78 anni?

Delle due l'una: o l'Avvocatura è stata sempre partecipe ai tavoli di concertazione (con questi risultati) ovvero non è stata consultata.

In entrambi i casi l'Avvocatura ha un problema di rappresentanza e di rappresentatività.

Ad oggi, siamo considerati un problema per lo stato italiano, siamo giudicati una Casta, una lobby (Facci su “Libero” e Feltri su “Panorama”) ovvero alla stregua dei NO-TAV (Vespa su “Panorama”).

Chi ci rappresenta DEVE comprendere che il momento è grave, subiamo quotidianamente delle umiliazioni e degli attacchi: dalla fila alle iscrizioni a ruolo, agli aumenti, alle disfunzioni delle cancellerie, al caos in udienza, agli assistiti che mercanteggiano i nostri onorari per finire ai succitati articoli dei giornali, tutto ciò nel corso di una crisi economica senza precedenti.

Ebbene, non rassegniamoci!

Reagiamo in ogni occasione, parliamo con i cittadini, non accettiamo umiliazioni da chi percepisce lo stipendio anche grazie alle tasse che paghiamo, scriviamo la nostra indignazione a chi ci scredita e cerca di convincere i cittadini che siamo una casta oppure – peggio – degli egoisti insensibili alla sorte della Nazione.

A tal proposito, Ti segnalo due comunicazioni del Movimento Forense, a firma del sottoscritto: la prima, pubblicata da “Panorama” (clicca), in replica all'attacco che Bruno Vespa ha sferrato agli avvocati e la seconda, inviata nelle imminenze dell'emanazione del Decreto, “Allarme Avvocatura”, ripresa dal sito “politicamentecorretto” (clicca)

Spira un fastidioso vento ANTIAVVOCATURA, quindi, è giunto il tempo dell'azione!

C'è bisogno di uomini volenterosi.

Abbandoniamo i personalismi, facciamo pesare in ogni sede la qualità ed il numero dell'Avvocatura unita.

Un saluto.

www.movimentoforense.it

Massimiliano Cesali.

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