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L’ambiguità  e l’imbarazzo del governo sulla Libia Fabio Evangelisti

Diceva: “non ho sentito Gheddafi. La situazione è in evoluzione, quindi non mi permetto di disturbare nessuno”. Temeva di disturbarlo. Così replicava pochi mesi orsono il nostro Presidente del Consiglio a chi gli chiedeva se fosse in contatto con il rais nelle primissime ore della rivolta libica. Della serie “quando la barca comincia ad affondare i marinai migliori….” Eh si, perche Silvio aveva previsto tutto e, come al solito, con un triplosalto carpiato ed una supercazzola ai giornalisti è riuscito a stare, non con due soli piedi in una scarpa, ma con tutto ciò che ci poteva stare. Ricorderete tutti come si è sviluppata la vicenda, noi di idv, alla notizia della nostra presa di posizione rispetto alla questione libica eravamo insorti per diverse motivazioni. Questo Governo non era al fianco del popolo libico quando stringeva patti con il regime dittatoriale di Gheddafi, anzi Berlusconi ed il suo Governo avevano stipulato un trattato di partenariato e cooperazione che non prevedeva interventi . E noi lo abbiamo violato. Lo abbiamo portato in Italia, gli abbiam fatto montare tende berbere e tenere corsi di islam, abbiam baciato mani e stretto collaborazioni, ed ora, patetico come solo lui sa essere, si esalta della vittoria del popolo libico. Alla caduta di un dittatore non c’ è che da gioire, è evidente, ma la presa di posizione del Presidente del Consiglio è semplicemente ridicola, e non fa altro che confermare il suo doppiogiochismo ed una mancanza di autorevolezza e consapevolezza di gestione dei rapporti internazionali che pone il Paese tutto in una condizione di imbarazzo. Per quanto ci riguarda, in totale coerenza con quanto affermato nel passato noi dell’Idv siamo accanto al popolo libico che ha sopportato negli ultimi anni incredibili sofferenze a causa di un dittatore sanguinario . Ciò che ora auspichiamo è che ciò che seguirà in Libia sia un processo di democratizzazione che porti il paese all’elezione di un Parlamento e non alla salito al trono di un nuovo dittatore o satrapo.

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