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QUI DI SEGUITO LA LETTERA INVIATA AL NEO ASSESSORE ALLA SANITA’ DEL PIEMONTE SULLE PROBLEMATICHE OSPEDALIERE DEL VCO

Caro Assessore,
formulo la presente a nome dei 47 sindaci, e in primo luogo dei colleghi Antonio Quaretta e Massimo Zoppi, rispettivamente sindaci di Omegna e Baveno che con me compongono la Rappresentanza dei sindaci, che amministrano il Cusio ed il Verbano all'interno del territorio dell'ASL VCO nonché dei comuni della provincia di Novara che in essa sono ricompresi.
Ci siamo riuniti l'8 agosto u.s. autoconvocandoci in assemblea e – nel complimentarci per la Sua nomina ad Assessore – non Le nascondiamo la nostra più viva preoccupazione per come sembra evolversi la situazione della nostra ASL ricordando in premessa come da sempre l'Ospedale di Verbania ne rappresenta la struttura fondamentale.
Non è stato possibile incontrarci durante la Sua visita di martedì scorso, ma desideriamo subito sottolinearLe che ci riteniamo persone serie e che, proprio davanti alla serietà del momento, non riteniamo che sia la piazza a dover “tracciare la linea” in campo sanitario ma piuttosto la ragionevolezza, la compostezza e la forza delle cifre e delle proprie ragioni.
Comprendiamo quelle dei nostri colleghi ossolani e del loro territorio, ma allo stesso modo riteniamo di dover democraticamente esprimere anche un parere parzialmente difforme e – come metodo – vogliamo sperare che le decisioni in campo sanitario ed ospedaliero non verranno prese a seconda “di chi grida di più” ma in base ad alcuni punti di ragionamento.
Se comprendiamo infatti le necessità di una regione montana come l'Ossola ed i suoi problemi di collegamento, ci permettiamo ricordarLe che anche quasi tutti i nostri comuni sono in località montane (spesso lontanissime da Domodossola) e comunque rappresentano la netta maggioranza delle amministrazioni locali e dei cittadini residenti nella nostra provincia ed anche per questo riteniamo che la localizzazione dei reparti ospedalieri debba tener conto della realtà dell'utenza.
Di questa utenza Lei non ha potuto avere una conoscenza completa ed approfondita durante la Sua recente visita in zona, ma ci mettiamo fin d'ora a Sua disposizione per essere ascoltati e ci permettiamo portarLa a riflettere su alcuni aspetti.
Prima di tutto vorremmo sottolinearLe il fatto che la nostra ASL soffre pesantemente di mobilità passiva anche extraregionale e quindi – se i servizi ospedalieri fossero accentrati prevalentemente in Ossola – temiamo che questa mobilità andrà ad accentuarsi danneggiando pesantemente il bilancio dell'ASL ma anche della stessa sanità regionale.
In secondo luogo se è ipotizzabile una prospettiva di “ospedale medico” a Verbania ed “ospedale chirurgico” a Domo sia allora questa la linea, ma a questo punto non comprendiamo perché alcuni reparti (pediatria, neurologia e meno che mai le potenziali nuove strutture di emodinamica) debbano essere accentrate nel polo chirurgico.
In terzo luogo vorremmo ribadire l'importanza delle strutture ospedaliere del COQ di Omegna, realtà economicamente “attiva” ed importante per il territorio, di cui chiediamo la stabilizzazione ed il mantenimento almeno dei servizi attualmente erogati..
L'ospedale di Omegna è la dimostrazione concreta di come una struttura di buona qualità e posta “al confine sud” dell'ASL attragga mobilità attiva: lo stesso avviene per le strutture private e convenzionate di Miazzina e Piancavallo e che devono essere a nostro avviso sostenute a supporto di tutto il territorio.
Quarto aspetto da considerare è che già oggi la nostra ASL ha pagato e pagherà pesantemente per il “punto nascite” a Domodossola con rapporti sproporzionati tra costi e servizi erogati. È possibile esprimere scetticismo sul fatto che l'avere in futuro un unico punto nascite provinciale a Domodossola sia logico, se ciò comporterà altri costi ed un aumento di mobilità passiva? In questo settore già si supera il 45% di mobilità perché molte mamme “fuggono” verso Borgomanero, Angera, Como o la Svizzera: secondo lei portare a Domodossola il doppio di partorienti rispetto al movimento inverso verso Verbania avrebbe una logica?
Non è un caso che – per fare un paragone – Oncologia (posizionata a Verbania) abbia invece un tasso di mobilità passiva dell'8% (otto per cento!)
Ma se poi certi posizionamenti di reparti fossero imposti da altre logiche ne prendiamo atto, ma a questo punto l'ospedale di Domo (che oltretutto ha carenza di spazi mentre l'inverso avviene a Verbania) si tenga le strutture chirurgiche e, inopinatamente, anche il “materno infantile”. ma poi basta o la soluzione finale sarebbe del tutto squilibrata.
Vorremmo avere anche certezze sull'effettivo posizionamento di emodinamica nel VCO perché non vorremmo che alla fine difficoltà organizzative o finanziarie privassero l'ospedale di Verbania anche di questa potenziale realtà.
Queste sono considerazioni serene e sulle quali ci auguriamo si potrà avere in futuro un dibattito serio, nel dover purtroppo prendere atto che i sindaci di Villadossola e Domodossola si sono perfino rifiutati di discuterne in sede di Rappresentanza dei Sindaci, il che non ci ha fatto certo piacere.
Concludendo siamo a disposizione per ogni confronto, riteniamo di avere delle buone ragioni e confidiamo appunto che la Regione Piemonte valuti con serenità e logica i passi da affrontare sia puntando ad un necessario riequilibrio economico che a soddisfare al meglio le necessità di tutti i cittadini.
A nome di tutti i colleghi un cordiale ed affettuoso saluto.
On. Marco Zacchera – Sindaco di Verbania
Presidente dell'Assemblea dei Sindaci dell'ASL VCO

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