SANITA’: ILLUSIONE V.C.O.

Lo ammetto: lo avevo sperato. Quando un mesetto fa il sindaco di Domodossola prof. Mariano Cattrini mi disse in una trasmissione alla TV locale “Mi fido di Zacchera” mi venne spontaneo confermare: “Anch'io mi fido di te per il futuro della sanità del VCO”. Pensavo che per una volta non nascessero subito le liti esacerbate del passato, le polemiche del “fu” ospedale unico, le dimostrazioni e le proteste prima ancora che fossero almeno viste le proposte, valutate le possibilità e messo giù un piano un po' condiviso da tutti sul futuro assetto sanitario di questa provincia squassata – sempre e su tutto – da liti intestine.
Invece no: neppure il tempo di finire una riunione il 4 di luglio che dopo poche ore a Domo le “mamme ossolane” scendevano già in piazza con il pancione fuori e con scritto ” Voglio nascere a Domo” (non si sa la pre-volontà dei pargoli.)e via a un crescendo di bagarre.
Peccato, perché ancora una volta alcuni amministratori locali hanno subito ceduto alla demagogia senza neppure voler vedere le carte, valutare i pro e i contro, le alternative, le condizioni.
Una sanità che nel VCO perde decine di milioni l'euro l'anno (fino a quando pagherà qualcun altro proprio per noi?) dove come al solito tutti pensano ai diritti e mai ai propri doveri. Credo che una sanità seria sia soprattutto sapere “come” si sia curati prima ancora del “dove” anche perché i doppioni distruggono la qualità, i livelli di cura, le possibilità di sviluppo. ma ormai è già scattata la trappola dove alla fine però vince sempre il banco.
E il “banco” adesso si chiama Novara dove andremo sempre più spesso a farci curare perdendo per strada qualità ed assistenza, ospedali e cure .
Arriva poi l'incoming assessore alla sanità regionale, Monferino, vede e “annusa” l'aria. A Verbania sembra comprendere, poi va a Domo e dice cose volutamente travisabili che riaccendono le polemiche anzichè sopirle.
Credo che alla fine la gente del Verbano e del Cusio si stuferà anche di una “ossolanità” sfiorita di eterni insoddisfatti e dove si rivendicano sempre e solo i “diritti” senza rendersi conto che c'è davvero poca trippa per tutti.
Peccato, avevo il sogno di una provincia “vera”, peculiare e tripolare, dove insieme si potesse costruire qualcosa di bello, di utile, di autenticamente autonomo. Un sogno che invece appassisce anche questa volta, anzi, non è mai fiorito.
Non era bastata la fesseria di lasciar perdere un ospedale unico e nuovo, moderno ed efficiente, magari a Ornavasso dove sarebbe stato baricentrico per tutti. Macchè, sono passati solo pochi anni e nelle liti ci siamo ricascati di già. Ennesima occasione e speranza perduta.

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