MANOVRA FRUTTO DI VETI E RICATTI. IL VERO PROBLEMA E’ POLITICO

Per una volta sembrava vero: il governo varava un decreto urgente per affrontare la crisi e si dimostrava disponibile al dialogo con l’opposizione, dunque niente fiducia in Parlamento. Sembrava, appunto. Anche se ad oggi non è tanto la questione di fiducia a preoccuparmi, quanto la reale capacità di questa maggioranza di portare al traguardo quella che, giorni fa, il Financial Times definiva l’ultima chance. Temo che la richiesta che arriva oggi dall’Europa, “di cercare un ampio consenso sulle riforme, anche per assicurarne la rapida approvazione del Parlamento”, incontrerà difficoltà serie a causa delle liti interne da osteria della maggioranza di centrodestra.

Più passano le ore, infatti, più appare chiaro come sia stato partorito, tra veti e ricatti, questo decreto iniquo e repressivo. Bossi, tornato in Padania e preoccupato di vantare i suoi successi, ci aiuta a svelare qualche retroscena dell’ultimo Consiglio dei Ministri, anzi dell’ultima resa dei conti.

Il governo ha fatto una manovra come se giocasse a Risiko: tutti contro tutti. Bankitalia telefona durante la riunione e il leader del Carroccio minaccia di svergognare Brunetta se cede alle sue richieste. Berlusconi, Bossi e Tremonti giocano al ‘chi offre di più’ sull’età pensionabile delle donne. Il superministro la spunta sull’innalzamento dell’Iva (ancora per quanto?), Berlusconi sulla patrimoniale, introducendo una tassa di solidarietà che, ed è tutto dire, crea sussulti anche a Montezemolo. Tutto per trovare una quadra tra posizioni totalmente diverse, tra leader incapaci il cui obiettivo è solo vincere una battaglia interna.

Un altro esempio? Oggi da Saglia a Calderoli arrivano minacce ai nove dissidenti del Pdl che si permettono di non concordare con i contenuti del decreto e si arrogano il diritto di proporre emendamenti. Vade retro satana: arriva, infatti, subito l’invito gentile a condividere la manovra o andarsene a casa. E non poteva mancare la chicca del sottosegretario Santanché, che non manca mai di macabro senso dell’humour. A proposito di Tremonti, il mastino del cavaliere fa sapere che “i cimiteri sono pieni di gente indispensabile”. Tanto per tranquillizzare il Paese, i mercati e il mondo sul rapporto solido tra presidente del Consiglio e ministro dell’Economia, indispensabile in questo momento di crisi!

Altro che puzza di bruciato. Qui sta andando in fiamme l’intero Paese e il problema è tutto politico, di un governo incapace, pasticcione, diviso ed egoista che gioca sulla pelle dei cittadini che si spezzano la schiena con lavori davvero usuranti, che non arrivano a fine mese, che pagano le tasse e che si vedono ancora una volta penalizzati a vantaggio dei grossi patrimoni e degli evasori fiscali, bacino elettorale di questa maggioranza. Con tutta la disponibilità possibile al dialogo, se non verrà modificata radicalmente, l’Italia dei Valori non voterà mai una manovra che offende il Paese reale. Prima cambiamo governo ed andiamo ad elezioni, prima usciamo da questo pantano.

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