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“No” al bilancio della Camera senza il taglio dei vitalizi

Dopo il proditorio cambio delle regole di ammissibilità, deciso da Fini con il consenso di tutti gli altri Gruppi, Idv ha deciso di votare “NO” al bilancio della Camera. Nella mia dichiarazione di voto ho dovuto, anche se a malincuore, prendermela con il Pd che ha permesso lo scippo del nostro ordine del giorno (dichiarato inammissibile). Ho anche dovuto dissociarmi dall’on. Castagnetti, che intervenendo in precedenza, aveva fatto una sorta di “elogio del vitalizi” ricevendo una “standing ovation” da tutta l’aula (ovviamente esclusa Idv).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, Presidente Fini, lei non ha risposto alla mia richiesta di revisione del suo giudizio di inammissibilità del nostro ordine del giorno sui vitalizi e da ciò non posso che dedurre che il suo intervento odierno sia stato una forzatura di natura esclusivamente politica per impedire che quest’Assemblea discutesse e votasse sull’abolizione dei vitalizi. Signor Presidente, a questo punto, non posso non rivolgermi ai colleghi del Partito Democratico perché, se i colleghi del Partito Democratico con la forza dei loro numeri avessero impedito questo sgambetto proditorio, cambiando le regole del gioco, a gioco già iniziato, il Presidente Fini non si sarebbe preso una responsabilità di questo tipo (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega Nord Padania). Lo dico con dispiacere perché ieri siamo stati definiti perfino « avvelenatori dei pozzi », mentre l’intervento appassionato della collega Mura è stato invece di grande equilibrio ed ha riconosciuto al Collegio dei questori tutto quello che hanno fatto per contrastare una crescita innaturale e incontrollata del costo della Camera che, vorrei ribadirlo, è pagato dai contribuenti. Certo a noi questo non basta. Il tema dei vitalizi, collega Castagnetti, è un tema di quelli che non si tolgono dal tappeto semplicemente impedendo che si voti in questa Camera sulla loro abolizione, perché con questa decisione politica è ciò che voi avete evitato ed è il capitolo di bilancio più rilevante tra ciò che a noi di Italia dei Valori non piace, così come non piace ai cittadini. Gli interventi che ho ascoltato ieri, signor Presidente, dimostrano ancora una volta quanto grande sia la distanza tra la realtà virtuale che si vive nel palazzo e il Paese reale che è vissuto da cittadini e da famiglie che vivono di grandi sacrifici fra mille difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) e ai quali ne sono stati chiesti, con una manovra approvata in tre giorni, ulteriori, senza che poco o niente si sia fatto, collega Castagnetti, per toccare i costi della politica rinviando quella questione ad un futuro che è un futuro lontano. Quei cittadini per garantirsi una vecchiaia decorosa devono lavorare almeno quarant’anni versando ogni anno contributi per conseguire una pensione che, voi sapete, mediamente è una pensione di 1.100 euro, ma 8 milioni di pensionati prendono meno di mille euro, e come si può considerare accettabile che per un deputato di anni ne bastino cinque per un vitalizio che è più del doppio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) ? Ma che « c’azzecca » tutto questo con la dignità della funzione parlamentare colleghi ? Cosa c’entra, cosa c’entra (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)?
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi.
ANTONIO BORGHESI. Non basta a garantire quella dignità un’indennità che viene considerata tra le più alte nel mondo ? E noi saremmo populistici e demagoghi ? Dicono che ci sono i diritti quesiti. A parte che la Corte costituzionale – e questo imputo al Presidente Fini, perché gli ho dato tre sentenze difformi da quella da lui citata – ha più volte ribadito la legittimità di interventi che fa il legislatore per ridurre la pensione, per ridurre la platea dei beneficiari e perfino per eliminare le pensioni, ma quella Corte ha anche stabilito che i vitalizi sono una via di mezzo fra le pensioni e gli atti di liberalità, e a maggior ragione allora sono comprimibili. Vi chiedo: ma è mai possibile che un furto ripetuto nel tempo possa diventare un diritto quesito ? Non parlo a caso di furto, perché tutti quelli che sono qui e che sanno bene far di conto sanno che nel caso meno favorevole al deputato in cinque anni si versano 60 mila euro per avere la certezza di riceverne, se maschi, a partire da 65 anni, 400 mila euro, e se femmine 550 mila euro, e c’è qualcuno che mi dice dove esiste un gioco dove con una posta simile, con 60 mila euro, si guadagnano certamente 400 mila euro ? Sì che esiste, quando il gioco è truccato ! Nel calcio-scommesse questo capitava, signor Presidente, ma con un gioco truccato (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia !
ANTONIO BORGHESI. E noi non avremmo tutti i diritti in quest’Aula di fermare un gioco truccato ? E si parla di ragionevolezza. Ma non è abbastanza ragionevole non chiedere la restituzione del maltolto perché molti cittadini persino questo chiedono ? Noi non lo chiedevamo, chiedevamo che i contributi andassero alla gestione separata dell’INPS che con metodo contributivo stabilisse in base ai contributi realmente versati un vitalizio, quello sì agganciato a quei contributi (Commenti del deputato Guido Dussin). La vera non ragionevolezza…
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, lasciate terminare l’onorevole Borghesi.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. La vera non ragionevolezza è quella che permette ai pochi eletti che hanno la fortuna di passare qui cinque anni – ma in passato anche solo un giorno, signor Presidente – di partecipare a un « gioco truccato » che grava sul bilancio della Camera e sui contribuenti per circa 150 milioni di euro all’anno oggi – cioè il 15 per cento di quel bilancio – ma che, andando avanti, aumenterà il costo a carico della Camera e per almeno vent’anni porterà circa 200 milioni di euro l’anno a carico dei contribuenti! Dunque, non è proponendo che le cose cambino dalla prossima legislatura e dai prossimi eletti che si risolve il problema. Qui avremmo avuto la possibilità di dimostrare, con una semplice votazione e con una semplice volontà politica, che anche i parlamentari fanno realmente qualcosa per il Paese, un Paese al quale stiamo continuando a chiedere sacrifici. Questo noi chiedevamo e, per questo motivo, voteremo contro questo bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Riporto di seguito anche la parte dell’intervento dell’on. Castagnetti (Pd) a proposito dei vitalizi.
“………..Tuttavia, siccome a forza di parlare di questi temi non facciamo valutazioni compiute sulla natura costituzionale di alcuni istituti, è bene che ricordiamo a noi stessi, prima ancora che ai cittadini, che il vitalizio dei parlamentari è un istituto che si connette direttamente all’articolo 67 della Costituzione che tutela la libertà del mandato. Mentre l’articolo 69 della Costituzione prevede un’indennità prevista dalla legge e si fonda sulla necessità di assicurare l’opportunità dell’attività politico-parlamentare anche ai cittadini privi di mezzi, il vitalizio è una proiezione della garanzia dell’indipendenza della funzione nel periodo in cui questa cessa. La Corte costituzionale ha riconosciuto questa natura giuridica densa e complessa del vitalizio, ciò nonostante noi abbiamo fatto questo. Ma vorrei ricordare a noi tutti, cari colleghi, che il nostro non è un mestiere, la nostra non è un’attività impiegatizia, la nostra è un’attività più complessa, più impegnativa, noi siamo i rappresentanti della sovranità che appartiene al popolo. È in atto nel Paese un tentativo proprio di attentare al principio e al valore della rappresentanza (Applausi). Dobbiamo sapere che se non c’è più, se viene svalutata, svilita, snaturata la natura appunto della rappresentanza, quando non c’è più rappresentanza, non c’è più Parlamento e quando non c’è più Parlamento non c’è più democrazia (Applausi)! Questo dobbiamo ricordarlo a noi stessi e anche ai cittadini che ci stanno ascoltando (Generali applausi).

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