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I DATI ADS NON SONO CERTO POSITIVI PER I GIORNALI

Il 20 luglio scorso titolai così un articolo : “ CHI HA PIU’ VOGLIA DI LEGGERE I GIORNALI ?”, e mi pare che questa mia sensazione sia oggi suffragata dai dati ADS (Accertamenti diffusione stampa, aprile 2010- aprile 2011) che attesta come, anche i più importanti quotidiani, stiano perdendo una buona percentuale di lettori: Corriere della Sera – 3,4%, Repubblica – 4,4%, Il Giornale – 4,2% , Gazzettino e Corriere delle Alpi presentano dati altalenanti, mentre Il Fatto Quotidiano diretto da Antonio Padellaro e Marco Travaglio ha addirittura fatto un exploit di vendite pari a + 18 %.
Quale mai sarà la chiave di lettura di questi dati ?
A mio avviso, penso che i quotidiani di oggi abbiano perso molto del loro smalto per una serie di motivi che vanno ben oltre alla concorrenza dell’on-line, seppur influente in una certa misura.
Partiamo dai quotidiani locali.
Essi non svolgono quasi più il loro ruolo di informare su contesti di natura territoriale, di recepire i fatti in simbiosi con la gente che, in pratica, rappresenta il vero soggetto primario nel senso che è il lettore, nella sua veste di acquirente, ad esserne non solo il vero proprietario del giornale, come diceva anche Indro Montanelli, ma anche il vero conoscitore in senso stretto delle realtà locali: è lui infatti che fa pubblica opinione genuina, fresca: un giornalista invece, soggetto a spostamenti da un posto all’altro a seconda di ben altri interessi rispetto alle realtà locali (più conosciute dal lettore che dal giornalista stesso), a volte finisce addirittura per svolgere fastidiosa azione deviante anziché raccontare i fatti come sono, tanto da essere costretto, allo scopo di riempire la sua scarsa conoscenza della realtà da raccontare, ad optare più per l’effetto mediatico rispetto alla verità nella sua vera accezione. Non parliamo poi della pubblicità sempre più noiosa e delle tantissime pagine che non interessano al lettore nella misura di almeno il 50 %: pagine dello sport insegnano, perché i giovani – a cui dovrebbe interessare lo sport in maniera prevalente rispetto al sottoscritto che è…diversamente giovane, non comperano di certo i quotidiani. Al lunedì infatti, le vendite di certi quotidiani scendono a picco !
Per le tirature dei quotidiani a livello nazionale il discorso è molto più semplice. Infatti, al di la delle argomentazioni che possono in parte sposarsi con quelle dei giornali locali, i quotidiani nazionali non riportano più le notizie come una volta, quando il giornalista scavava sulla notizia mettendo il naso fisicamente sui fatti, ma si limitano ad attingere all’ANSA, a ADNKRONOS, standardizzando quelle stesse notizie che, il lettore di oggi, vede già in anticipo attraverso internet. In questi casi, il lettore, quando compera il giornale, viene catalizzato più dalla simpatia insita nei commenti del giornalista che dalla notizia stessa, già in suo possesso dal giorno prima appunto attraverso internet. Paradossalmente si potrebbe affermare che se tutti potessero, ma soprattutto sapessero, adoperare internet, la carta stampata subirebbe un grosso contraccolpo, stante il fatto che è possibile informarsi subito, come ho già detto diverse volte anche qui, attraverso Ansa, Adnkronos ed altre agenzie, evitando di leggere le notizie riportate in seconda battuta dai quotidiani. E ciò non dimenticando che ogni giorno, per quanto attiene alla politica, possiamo assistere in diretta i lavori del Palazzo…attraverso le dirette dal parlamento e senato.

Questo è il panorama a cui dobbiamo assistere, non sottacendo che oggi la pubblica opinione viene fatta dal mercato della stampa e non già dall’esigenza correlata all’etica, la quale, almeno per il sottoscritto, resta quella di informare bene e giusto.
Se vuoi anche in base al soggettivo modo di vedere i fatti nei loro specifici contesti.

Arnaldo De Porti

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