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Emergenza estiva e sanità  al collasso. Oltre ai tagli da Nord a Sud, le ferie collettive che riducono i posti letto fino al 40 %. E gli ammalati dove devono andare?

Si prepara, per l’intera collettività l’ennesima batosta sociale estiva.
Perché dopo i tagli generalizzati alla sanità determinati dalla necessità del contenimento della spesa pubblica, con il mese di luglio, ma soprattutto di agosto, arrivano le meritate ferie estive per i lavoratori degli ospedali: dal personale medico a quello sanitario si prepara un esodo di massa di operatori del settore che comporterà anche una drastica riduzione dei servizi che dev’essere necessariamente sommata a quella già attuata in quasi tutte le regioni d’Italia con i piani di riordino ospedaliero.
Pensare che solo a Milano, secondo quanto risulta dai dati ufficiali diffusi dalla locale ASL, su un totale di circa 10mila posti letto disponibili nelle strutture pubbliche e private convenzionate della metropoli, nel mese di luglio sarà attivo il 75%, cioè circa 7.500 posti letto con punte a partire dal 25 % sino al 40 % in meno.
Alla luce di tali dati che riguardano il ricco ed evoluto, anche dal punto di vista sanitario, centro del nord, la domanda sorge dunque spontanea: gli ammalati dove devono andare?
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” si augura quindi che le autorità preposte, dal Ministero della Salute, agli assessorati regionali e sino alle ASL ed alle singole strutture ospedaliere si siano comunque attrezzate per poter affrontare questa nuova emergenza che dimostra come la sanità del Paese, eccettuate alcune idilliache situazioni, sia purtroppo ormai al collasso.

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