Col caldo e con l’afa, anche i nostri politici si sono concessi una pausa. Pausa “tecnica”, ma pur sempre utile per rivedere le strategie da ratificare nel prossimo autunno. Così, nell’incertezza dei possibili sviluppi dei rapporti d’alleanza, Berlusconi resta al timone del PdL e Bossi frena la rotta dell’alleanza. Se per i “liberisti” molto resta da chiarire, per i “progressisti” di chiaro non s’intravede nulla. Insomma, il Centro/Destra ed il Centro/Sinistra, più lontani che mai, cercano nuovi puntelli sui quali, alla bisogna, poter contare. La rosa dei “papabili” non è poi così ristretta. Meglio, di conseguenza, aprire il dialogo estivo per l’eventuale corsa alle elezioni politiche anticipate. Tra tante incertezze, resta sempre delicata la situazione economica dell’azienda Italia che dovrà affrontare il percorso, tutto in salita, del 2012. Intanto l’Europa ci vaglia con occhio benevolo, ma apertamente critico. Se è vero che da noi ad agosto non succede mai nulla di politicamente rilevante, è anche vero che, per questa volta, le “ferie” parlamentari saranno più brevi. I tempi sono insicuri e gli effetti della stretta economica si faranno sentire proprio alla fine dell’estate. Ma non è solo quell’economica la questione che ci preoccupa. Sembra che andrà a cambiare anche il nostro sistema parlamentare. Meno Onorevoli e più Federalismo. Almeno sulla carta, le premesse sono queste. C’è, poi, chi si preoccupa per la precaria distinzione tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario. La sensazione che non esiste più una netta separazione, tiene in allerta parecchi figli di quella Prima Repubblica che si è disintegrata proprio per un effetto implosione dei suoi elementi più accreditati. Fortunatamente, tra ottimismo e pessimismo, c’è quel realismo che abbiamo, da sempre, fatto nostro nel tentativo d’esporre i fatti del Bel Paese. I partiti d’oggi, se vogliamo, sono figli di quelli di ieri. Riconoscerlo o non poco importa. Certo è che gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Sono cambiati i simboli, ma non le radici profondamente inserite nel tessuto nazionale. Tirare avanti più che un dovere è una necessità. Magari a colpi di “fiducia”, ma il Paese è destinato a cambiare parecchie sue strutture portanti. Così ogni“scantonamento” potrebbe essere interpretato come coercizione politica capace di minare anche la più solida delle alleanze. Con parecchia cautela, si abbozzano possibili tattiche, ma è come dare acqua fresca ad un malato che avrebbe bisogno di ben più appropriate terapie. Così, anche se il Parlamento è a scartamento ridotto e le tensioni sociali sono al rialzo, si vuole tentare il tutto per tutto per continuare a governare. Ipotizzando, pur se a grandi linee, anche un possibile rimpasto nell’Esecutivo. Mentre i parametri economici (Istat e Pil) non rilevano un apprezzabile miglioramento del nostro stato di “salute” economico, gli italiani sono in ferie. Magari in tono minore, ma pur sempre fuori porta. I milioni d’Euro, che saranno bruciati in questa corsa alle vacanze, li avremo di meno quando, a settembre, arriveranno, rincarate, le bollette energetiche e non solo quelle. I minori introiti previsti per gli enti territoriali, anche in applicazione al federalismo fiscale, andranno a pesare nelle tasche dei contribuenti ridimensionando, volenti o meno, la loro qualità di vita. Del resto, ciò che prima era statico ora si è fatto dinamico ed il domani potrebbe essere assai differente da quello individuato dagli economisti. Certo è, senza dubbio di smentita, che i mesi a venire saranno tutti in salita ed il costo della vita andrà ad incidere sulla sua qualità. Come a scrivere che stringere la cinta non ci troverà impreparati. Nondimeno, con questi “chiari di luna”, arrivare a far quadrare il bilancio famigliare resta uno dei tanti “misteri”all’italiana. L’unica certezza resta quella della contesa politica che riprenderà, con rinnovato vigore, col prossimo settembre.
Giorgio Brignola