SE L’EUROPA E’ IN CRISI L’AMERICA NON STA MEGLIO. FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO!

Purtroppo, nell’economia globale hanno preso il sopravvento le banche, i banchieri, le agenzie di rating non sempre indipendenti come affermano di essere.

Molti se ne sono già scordati, ma ha cominciato l’Argentina, circa una decina d’anni fa, a rimbond argentini, anere sul lastrico o, meglio, a lasciare sul lastrico milioni di famiglie argentine e chi aveva comprato (dalle banche) i bond che garantivano il debito pubblico. Ed anche molti investitori italiani (come al solito convinte dalle banche, sono rimasti con il sedere per terra. Poi si è abbattuta la crisi finanziaria sull’economia internazionale.

Nel 2007 iniziò a venire a galla la vicenda “Lehman Brothers”, società attiva nei servizi finanziari – di tutto e di più – a livello globale. Già nell’agosto di quell’anno, chiuse la sua banca dedicata ai titoli subprime e nell’anno successivo esplose la più grande bancarotta degli Stati Uniti e, quindi, del mondo. 613 miliardi di dollari per debiti bancari, 155 miliardi di dollari per debiti obbligazionari. Una vergogna mondiale sulla pelle di milioni e milioni di cittadini.

E tutte le banche del pianeta (comprese quelle italiane), molti fondi di investimenti (compresi quelli italiani), molti fondi pensione ed assicurativi (compresi quelli italiani), sono rimasti coinvolti e, alcuni, travolti. Poi la Grecia, un po’ meno (almeno sino ad oggi) Irlanda e Portogallo. Dulcis in fundo l’Italia e, udite udite, gli Stati Uniti, anch’essi a rischio fallimento.

Non voglio entrare nel merito di ciascun caso, è evidente che ci sono formidabili responsabilità di chi governa. Affronteremo l’argomento in un convegno pubblico che il Gruppo Idv al Senato proverà ad organizzare nel prossimo autunno.

Oggi voglio riflettere su come in un’economia globale deve essere rilanciato il rispetto di minime regole giuridiche, ma anche di insopprimibili regole etiche. L’Onu interviene in Libia per assicurare la pace; la Fao si occupa, senza grandi successi, della fame nel mondo; l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) di porre argine a malattie, epidemie e inquinamenti ambientali dannosi alla salute.

Ma nessuno tocca l’economia, nessuno pone argine a criminali speculazioni finanziarie che possono fare la ricchezza smisurata di qualche centinaio di “Paperon dei Paperoni”, ma anche portare alla fame miliardi di uomini.

Oggi gli Stati Uniti sono in piena bagarre e hanno trascinato al ribasso tutte le borse.

Ecco allora che i Governi dei principali paesi industrializzati (compreso quello italiano, benché sbilenco e poco credibile) e in via di sviluppo dovrebbero raggiungere un’intesa per un controllo che, in un’economia di mercato senza freni, riesca ad evitare danni ai più deboli. Una nuova Bretton Woods per riscrivere le regole del gioco, per dare certezza ai mercati, per ritrovare la fiducia in un futuro più equilibrato.

Serve, innanzitutto, mettere in primo piano la Politica, quella con la P maiuscola, quella che mette l’uomo al centro di ogni azione di sviluppo e non le convenienze di mercanti, affaristi, imbroglioni, politicanti.

Oltre 2000 anni fa un Signore cacciò i mercanti dal tempio: è ora che, chi ha la responsabilità della cosa pubblica, inizi a fare lo stesso, altrimenti è meglio che appenda le scarpe al chiodo.

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