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Caselli: “la politica non si autoassolva”

«La politica non si autoassolva perennemente. Deve volersi bene». Così il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, risponde non tanto alle recenti polemiche politiche, quanto a una domanda più urgente che viene dalla società civile: come difendersi dal crimine organizzato, come impedirgli di entrare nelle stanze dei bottoni? «I partiti devono riuscire ad avere la forza di espellere i suoi membri discutibili, non siamo noi magistrati a doverlo fare – continua Caselli – da vent’anni a questa parte, se c’è un’inchiesta si dice: “Aspettiamo la sentenza”. Ma poi noi tutti conosciamo i tempi della giustizia. E se invece non c’è un’iscrizione formale nel registro degli indagati, si dice: “Allora non c’è niente”. Ma non è così: un conto è la responsabilità giuridica, un altro quella politico-morale».

Caselli lo ribadisce, non si sta rivolgendo a questo o quel partito, non vuole entrare nella polemica politica. Ma la polemica c’è, ed è politica nel senso più stretto del termine: l’incontro avvenuto ieri a Torino organizzato dalla fondazione “Benvenuti in Italia” alla Fabbrica delle E nella sede del Gruppo Abele è un esercizio di squisita politeia: il dibattito dal titolo «Operazione Minotauro, la ‘ndrangheta a Torino c’è» ha invitato i partiti all’autocritica. Quegli stessi partiti che prima di far piazza pulita di corrotti e conniventi, preferisce inveire contro la magistratura.

Ieri il sindaco di Settimo, Aldo Corgiat, uno dei più critici della prima ora, era presente ed è intervenuto al dibattito. «La politica deve alzare la guardia, deve reagire con forza all’emergere di questi fenomeni, che anche quando non sono reati spesso sono comportamenti francamente inopportuni». Messaggio raccolto e rilanciato dal segretario regionale Gianfranco Morgando. «Serve un’iniziativa che dia nuovo vigore alla mobilitazione». Ma aggiunge: «Non facciamo di tutta l’erba un fascio. C’è stata forse superficialità da parte di alcuni, ma fino a prova contraria siamo certi della loro buona fede». E già cominciano i primi distinguo. E Fassino che dice?

Il fresco sindaco di Torino ha dichiarato, in Sala Rossa, rispondendo alle domande delle opposizioni, che «la recente inchiesta contro la ‘ndrangheta ha mostrato ancora una volta la tendenza della criminalità organizzata a inquinare la vita politica, sociale economica e amministrativa» ma la Commissione di inchiesta comunale (proposta dal Movimento 5 Stelle) «sarebbe prematura» dato che le indagini della magistratura sono ancora in corso. «Sono d’accordo con il procuratore Caselli, la politica non deve assumere un atteggiamento difensivo», ha concluso il sindaco. Adelante Pedro, con juicio.

(m.zol)

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