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Tre volte no. Alla manovra, al governo, alla Casta

L’Italia dei Valori si è assunta la responsabilità di permettere che questa manovra economica venisse al più presto in discussione alla Camera. Una responsabilità che tutte le opposizioni si sono assunte, ma che non si è assunto il governo, perché oggi dov’era il governo, dov'era il presidente del Consiglio, il ministro dell’economia – dov’erano? Qual è il rispetto che si deve al Parlamento e al Paese da parte di un governo che è latitante prima ancora che qualcuno ne certifichi la latitanza. In senso tecnico, intendo dire.

Ci siamo assunti questa responsabilità per rimanere nei parametri finanziari fissati dall’Unione europea, per ridare credibilità al nostro Paese, per rassicurare i mercati finanziari. E soprattutto per aderire all'appello del Presidente della Repubblica, l’invito all’unità. Voglio però dire al Presidente della Repubblica, però, che è la prima e l’ultima volta che lo facciamo, perché questo governo e questo Parlamento sono ormai screditati.

Sono screditati nel momento in cui, invece di decidere presto e bene, come reagire ai fatti della seconda tangentopoli, tergiversa; si aggiusta le cose per fare in modo che non si decida o per fare in modo che nel segreto dell’urna ci si salvi a vicenda.
Ma la stabilità di questo governo dipende dal mercimonio dei parlamentari. Anche le ‘ndrine calabresi, anche le cosche mafiose sono stabili. Questo governo è inaffidabile e pericoloso perché non ci dà credibilità all’esterno, perché pensa solo ai fatti suoi. Perché dopo che 27 milioni di cittadini gli hanno detto basta con le leggi ad personam, l’unica cosa cui sa pensare è quella di fare altre leggi ad personam, a cominciare da una legge per non pagare quello che deve pagare dopo che è stato condannato e, da ultimo, per ridurre i termini e le modalità del 41bis.

E’ un governo stabile solo per mantenere le poltrone e si serve di una maggioranza parlamentare che solo per mantenere le poltrone gli dà la fiducia. Perché altrimenti vorrei capire dal signor-presidente-del-Consiglio-che-non-c'è come mai ha nominato ministro una persona che era già al vaglio della magistratura in ordine a fatti mafiosi: ci avete fatto diventare lo zimbello d’Europa e del mondo. I mercati finanziari non ci danno credibilità non perché ci sono i comunisti, come dice Berlusconi, ma perché ci sono persone che ci governano che invece di andare prima dal giudice a giustificare i propri comportamenti, vanno in Parlamento per assicurarsi lì’immunità.

Per queste ragioni abbiamo chiesto che, finita questa manovra, il presidente della Camera Gianfranco Fini metta all’ordine del giorno il voto sulla sfiducia che oggi gli amici del Pd hanno formalizzato con 120 firme, che noi già ieri abbiamo indicato come Italia dei Valori e con esponenti di Futuro e libertà. Insomma l’opposizione le chiede di dare una risposta alla credibilità di questo Parlamento, decidendo noi come ci vogliamo comportare rispetto a questi comportamenti criminogeni del governo.

E allora noi abbiamo dato un voto contrario a questa manovra. E l'abbiamo fatto per un motivo molto semplice: perché è iniqua, è ingiusta. Toglie ai poveri e dà agli evasori fiscali. Toglie ai poveri cristi e alle famiglie e dà alle lobby, alle corporazioni. Questa manovra è innanzitutto una truffa metodologica, perché dice che tutti i suoi effetti sono posticipati a dopo il 2014, perché fino alle elezioni vogliono far vedere che non hanno fatto male agli italiani: “ma dopo sono cavoli vostri!”

E’ una manovra che cancella il fondo per la non autosufficienza, che riduce i diritti ai disabili, ripristina i ticket sulla salute, taglia nove miliardi agli enti locali mettendoli in condizione di non poter fare le cose necessarie per la sopravvivenza delle comunità locali. Che aumenta le tasse!
Signor-presidente-del-Consiglio-che-non-c’è, lei dice che non aumenterà mai le tasse, ma questa manovra le aumenta di quasi 30 miliardi in termini reali: aumenta le tariffe dei servizi, il prezzo della benzina, l’età pensionabile delle donne, tassa i risparmi, abbandona a se stessi cittadini inermi, che avete illuso con il gioco delle tre carte.

Gli abitanti di Napoli stanno in mezzo ai rifiuti perché il governo gioca con i rifiuti.

I terremotati dell’Aquila, che ieri sono andato a trovare, e che avete preso in giro i primi giorni con le luminarie, girando con gli elicotteri sulle macerie, adesso stanno ancora lì, senza interventi seri, mentre i vostri amici e complici se la ridono ancora dopo che si sono messi a ridere mentre il terremoto c’era ancora: ve le ricordate quelle intercettazioni telefoniche?

E le forze dell’ordine che voi tanto declamate a parole, non hanno nemmeno la benzina per correre dietro ai ladri, e gli uffici giudiziari non hanno nemmeno la carta per scrivere le sentenze.

Potrei continuare all’infinito a elencare le malefatte di un governo… latitante. Mi basta ricordare che fuori da Montecitorio nei giorni scorsi c’era una protesta di comunisti che più comunisti non si può: l’associazione degli imprenditori. Pure loro si sono messi a protestare. E allora mi rivolgo direttamente al governo latitante: guardatevi allo specchio. Ma non è per caso che state sbagliando e state rovinando il Paese? Mica ve lo ha ordinato il medico di stare li a scaldare la poltrona. Se non siete capaci, andate a casa!

Perché sapete chi ci guadagna dalla manovra che hanno fatto? Ci guadagnano innanzi tutto gli evasori fiscali (300 miliardi di euro di evasione ogni anno), ci guadagna tutto quel mondo dell’economia sommersa (oltre 500 miliardi l’anno), ci guadagna soprattutto la classe politica, diciamo la verità, quella P2, P3, P4, insomma tutte quelle P che iniziano come prostituzione politica, compravendita di voti, scambi di favori, impunità garantita. E’ una realtà e dobbiamo dirlo forte e chiaro, perché non possiamo accettare che ogni volta che c’è da fare sacrifici, tocca sempre ai più poveri, ai più disperati.

Noi l'abbiamo detto: eliminate le Province, abolite i rimborsi elettorali ai partiti, i contributi all’editoria, togliete le auto blu e non riducete soltanto le cilindrate. Sopprimete le comunità montane, i consorzi di bonifica, le circoscrizioni, bloccate le consulenze, togliete 25mila consiglieri di amministrazioni nelle 7mila società partecipate dagli enti locali e metteteci un amministratore unico, sopprimete le rappresentanze delle Regioni all’estero, fate pagare un contributo di solidarietà almeno del 7% a quegli evasori fiscali che avevano nascosto i soldi all’estero e che con appena il 4% per oltre 100 miliardi li hanno riportati in Italia.

Riducete le spese militari: perché avere comprato, spendendo 15 miliardi di euro, 135 bombardieri? A che ci servono 135 bombardieri? Li facciamo mangiare a un milione di famiglie italiane che oggi, come l’Istat ha detto, sono sotto la soglia di povertà? Che ci facciamo, se non arricchire i mercanti di armi, i mercanti di morte? Che ci facciamo in Afghanistan, che ci facciamo in Libia? Stiamo facendo una guerra mentre qui si muore di fame.

Un'altra cosa che dobbiamo dire forte e chiaro. La tassazione delle rendite finanziarie, in tutta Europa è al 20%, perché qui è al 12,5%? Lasciando pure in pace i titoli pubblici, certo.

Insomma, ci sono delle urgenze che vanno risolte subito: bisogna prendere atto che abbiamo un governo bancarottiere, e come tutti i bancarottieri quanto meno a casa, non dico altrove, bisogna mandarlo. E bisogna farlo al più presto. Per questa ragione noi diciamo tre volte no: no a questa manovra economica iniqua e ingiusta. No a questo governo screditato, incapace e truffaldino. No, infine, e lasciatemelo dire, al tentativo che si vuole fare, attraverso finti governi tecnici o di emergenza, di salvaguardare le poltrone rimanendo qui a scaldare la sedia mentre il Paese brucia.

Postato da Antonio Di Pietro
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