Manovra. “Chiediamo crescita, equità e regole”
Bersani: “Noi responsabili, da Berlusconi non c'è comprensione di quanto accade”. Il PD con UDC e IDV ha presentato pochissimi emendamenti. Dopo un passaggio alla Camera chiederemo che il Governo vada via
“Stiamo vivendo un momento difficile ma nessuno può smarrire l'idea che l'Italia ce la può fare a superare la crisi. Detto questo ribadiamo però che questa manovra è insoddisfacente e non la voteremo”. Così la presidente dei senatori del PD, Anna Finocchiaro ha introdotto la conferenza stampa dei democratici sulla manovra finanziaria che ha cominciato il suo iter a Palazzo Madama.
“Intanto mancano 15 miliardi. È necessario che il governo presenti un disegno di legge di delega fiscale che dia regole di contabilità. Oggi durante la riunione dei capigruppo in Senato chiederemo di approvare la manovra nel più breve tempo possibile, senza rinunciare a tre punti chiave: crescita, equità e regole.
Chiediamo che ci siano delle norme ad aiutare donne e giovani oggi marginalizzati nell'occupazione e nel reddito. Sul versante della crescita torniamo su due questioni: debiti delle pubbliche amministrazioni e patto di stabilita dei comuni”.
“Nella latitanza del presidente del Consiglio – ha concluso la Finocchiaro – il PD si sta assumendo una responsabilità seria. Con Udc e Idv abbiamo preparato pochissimi emendamenti. Dopo un passaggio alla Camera chiederemo che il Governo vada via. Questo Paese sta pagando drammaticamente l'incapacità di Berlusconi”.
Anche il Segretario del Pd Pier Luigi Bersani, oggi a Il Cairo nell'ambito della missione in Medio Oriente, si è mostrato allarmato rispetto alla crisi finanziaria che sta coinvolgendo più da vicino il nostro Paese. Bersani ha chiamato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ringraziandolo per il ruolo che sta svolgendo 'in questo momento non facile per l'Italia' e gli ha garantito il senso di responsabilità del Pd e dell'opposizione nell'assicurare tempi rapidi per l'approvazione della manovra, riaffermando però la contrarietà di merito che si tradurrà in un voto contrario in Parlamento.
Lo stesso concetto è stato ribadito per telefono dal segretario democratico al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Bersani e Letta hanno convenuto di rimanere in contatto nelle prossime ore per seguire gli sviluppi della situazione economica e dei mercati “avendo chiaro – ha sostenuto Bersani – che ogni azione del Pd è volta al bene dell'Italia”.
“Noi per l'Italia facciamo la nostra parte, siamo fiduciosi, ma non credo che Berlusconi sia un elemento di fiducia né per l'Italia né per il contesto internazionale”, ha detto alla stampa il Segretario del Pd parlando della crisi speculativa che sta colpendo l'Italia. “Berlusconi – ha aggiunto Bersani – ha continuato a dire che il governo è coeso e forte: noi mostriamo la responsabilità ma queste dichiarazioni mostrano, per usare un eufemismo, una non comprensione di quanto sta succedendo. In questa situazione il Paese si aspetta un messaggio ben più forte piuttosto che un messaggio sempre più traballante per rinverdire vecchie glorie”.
“Aderiamo convinti all'appello lanciato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ci assumiamo le nostre responsabilità di collaborare alla manovra finanziaria per il bene dell'Italia”. Così Enrico Letta, vicesegretario del PD, che ha aggiunto: “Diamo il nostro contributo di serietà nel periodo più brutto dell'Italia negli ultimi 19 anni”.
“Ci auguriamo – ha continuato Letta – che il governo recepisca il nostro messaggio. Noi ci confronteremo con la maggioranza solo nelle sedi istituzionali, quindi in Senato a partire da oggi”.
Alla situazione dell'Italia sui mercati “riteniamo debba essere data una risposta a livello europeo e a livello nazionale. Pensando di dare un contributo di serietà, noi proporremo al Governo poche ma significative modifiche alla manovra, che così come è non funziona. In particolare saranno proposte modifiche all'aumento dell'imposta di bollo sui conti titoli, alle norme sulle pensioni, sul patto di stabilità per gli enti locali, gli ammortamenti delle concessioni, la sanità e le liberalizzazioni, con lo scorporo di Snam Rete Gas da Eni”.
“E' necessario arrivare a un vero e proprio divieto delle vendite allo scoperto”. Questo sarebbe un “intervento forte” per evitare le speculazioni sui mercati finanziari sui debiti dei Paesi.
Sono proposte, ha aggiunto Letta, che “ci auguriamo che il Governo recepisca, perché questa manovra deve vedere gesti responsabili delle opposizioni, ma anche la maggioranza deve fare la sua parte nel togliere tutto ciò che non è nell'interesse del Paese. Così come togliere tutto ciò che è interesse di parte come ad esempio le norme sulle quote latte”.
Sul fronte delle pensioni “bisognerebbe togliere tutte le norme e prima intervenire su quelle dei parlamentari. Non è una questione di negoziato né di condizioni che poniamo al Governo, noi poniamo questi temi, poi sarà il Governo a dover decidere e a prendersi le responsabilità. Noi siamo convinti che l'Italia possa superare le difficoltà”.
“Il governo faccia un passo avanti e dimostri di saper accogliere le proposte dell’opposizione sugli strumenti utili a contrastare le speculazioni sui mercati” è l'esortazione del coordinatore delle Commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera, Francesco Boccia.
“Le richieste sono chiare: promuovere nelle sedi europee il blocco delle vendite di titoli allo scoperto in tutta l’Eurozona; la centralizzazione degli scambi e la standardizzazione dei contratti negoziati nei mercati. Stessa azione proponiamo per l’adozione di una tassa sulle transazioni finanziarie come forma di difesa dagli attacchi speculativi. Perchè per rafforzare l’azione di difesa del nostro Paese – ha spiegato Boccia – l’iniziativa su questi temi è fondamentale. Sull’esame in tempi rapidi della manovra, nonostante la nostra contrarietà sui contenuti, abbiamo dato un’ulteriore prova del nostro senso di responsabilità. Ora tocca al governo e alla maggioranza dare risposte”.
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Le opposizioni chiedono di rivedere la stretta sulla rivalutazione delle pensioni tra tre e cinque volte il minimo Inps, l'aumento fino a 380 euro del bollo sui conti titoli e il tetto all'1% per l'ammortamento dei beni in concessione. Ulteriori proposte prevedono lo scorporo da Eni di Snam rete gas e l'armonizzazione immediata al 20% del prelievo sulle rendite finanziarie, esclusi i titoli di Stato.
A.Dra