Caso Orlandi, Imposimato: “Chi manovra ‘Lupo Solitario’ ex agente del Sismi?”

di Rossella Guadagnini

Sono passati 28 anni dal rapimento di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparita a 15 anni il 22 giugno del 1983, ma il caso è ancora avvolto dal mistero. La sua scomparsa, considerata in principio come quella di una comune adolescente, divenne presto una delle vicende più oscure e intricate della storia italiana che ha coinvolto Vaticano, Ior, Banda della Magliana, Banco Ambrosiano e servizi segreti di diversi stati, in un intreccio non ancora districato.
E mentre, poco più di un anno fa, le indagini della Procura di Roma hanno ripreso slancio con l'iscrizione di alcune persone nel registro degli indagati, continuano i colpi di scena e le segnalazioni. Come quella recentissima di 'Lupo Solitario', un ex 007 che porta dritto a un manicomio nel centro di Londra, dove la ragazza sarebbe stata, da sempre, rinchiusa e sedata. Svolta o depistaggio? Il fratello di Emanuela, Pietro, decide di vederci chiaro e di partire per l'Inghilterra, fugando ogni dubbio. Ma di lei nessuna traccia.

Gli inquirenti stanno ora indagando sulla 'pista inglese' e sulle dichiarazioni fatte ai media da Luigi Gastrini, alias 'Lupo Solitario'. Siciliano, 55 anni, ex agente del Sismi, da poco rientrato a Bergamo dallo stato brasiliano di Minas Gerais, sarà ascoltato nei prossimi giorni dai pm romani. Gastrini ha poi rivelato di essere stato presente in piazza Sant'Apollinare, attribuendosi il ruolo di “supervisore” del sequestro Orlandi. “Ciò che interessa sapere, adesso, è chi ha manovrato 'Lupo Solitario'. E' questo che dovranno fare i magistrati. E capiranno molte cose”. A sottolinearlo è Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Corte di Cassazione, che ha seguito il caso Orlandi, prima come giudice istruttore, poi come legale della famiglia.

“I manovratori sono i nemici della verità – prosegue l'ex giudice – coloro che la temono, che la contrastano con ogni mezzo, valendosi anche della stampa e di un'opinione pubblica vulnerabile. 'Lupo Solitario' costituisce una perdita di tempo per impedire di accertare la verità, che è ben altra. Se fosse vero che egli è stato un 'supervisore’ del sequestro, dovrebbe rispondere della partecipazione al delitto di cui ha raccontato e, quindi, dovrebbe essere arrestato immediatamente. Se, invece, è falso ciò che dice dovrebbe rispondere di autocalunnia, delitto gravissimo. Sicuramente – aggiunge il presidente onorario della Corte di Cassazione – è manovrato da altri, interessati a fare confusione, allontanando dalla verità e consentendo qualche 'scoop' a buon mercato”.

“In passato, il Sismi ha avuto un ruolo di depistaggio a favore del Kgb e dei servizi segreti bulgari – spiega poi Imposimato – Questo è il solo dato certo finora. Il Sismi sapeva sia del ruolo del Kgb nell'attentato, sia dell'arrivo di due agenti segreti per depistare dalla pista bulgara. La cosa gravissima avvenuta allora è che i servizi italiani, da Sofia, avevano informato i colleghi a Roma, in persona di Ninetto Lugaresi, che stavano per arrivare in Italia due falsi giudici, in realtà agenti segreti, proprio per distruggere la pista bulgara. I servizi segreti italiani informarono Orazio Sparano, segretario del Cesis, che i due falsi giudici avrebbero fatto opera di depistaggio in Italia. E il sequestro di Emanuela Orlandi servì proprio a questo. Perchè fu da allora che Alì Agca cominciò a depistare”.

Precise le responsabilità, a detta di Imposimato. “La sparizione di Emanuela poteva essere evitata – sostiene l'ex giudice – Non vennero adottate le necessarie precauzioni da parte di chi aveva il dovere di salvaguardare la sicurezza dei cittadini vaticani come lei. Già un anno prima che l'allora ragazza 15enne finisse nel nulla, nell'ambiente della Santa Sede circolava la voce di un possibile sequestro di familiari dei dipendenti pontifici. Alcuni, avvertendo la minaccia del pedinamento dei propri figli, avevano fatto cambiare loro abitudini e addirittura residenza. Ma nulla fu fatto per avvertire gli Orlandi del pericolo incombente. Un rapporto, al riguardo, scritto nel 1984, e trasmesso all'attenzione dell'allora sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Domenico Sica, parla di Raffaella Gugel, figlia di Angelo, assistente di camera del pontefice polacco, che abitava nello stesso palazzo della famiglia Orlandi”.

Una storia ancora troppo complicata

Quello che sembrava essere l'ultimo colpo di scena della vicenda Orlandi risale all'11 marzo 2010. Alcune persone vengono indagate dalla Procura di Roma per sequestro di persona e omicidio volontario. Si tratta di Sergio Virtù, 49 anni, interrogato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Simona Maisto nel carcere di Regina Coeli, dove si trova rinchiuso per altri reati. Secondo l'accusa, l'uomo era l'autista di Enrico De Pedis, capo della Banda della Magliana. A fare il suo nome Sabrina Minardi, ex compagna di De Pedis, che lo ha collegato alla scomparsa della ragazzina. Virtù respinge ogni accusa. A finire nel mirino degli inquirenti anche Angelo Cassani, detto 'Ciletto' e Gianfranco Cerboni detto 'Gigetto', che erano stati già arrestati per un sequestro di persona nel 1996.

Le indagini proseguono nello stretto riserbo. Si passano al setaccio i possibili collegamenti tra la scomparsa di Emanuela Orlandi e quella di Mirella Gregori, una ragazza di 15 anni di cui si sono perse le tracce il 7 maggio dell'83. Ad accumunare le due vicende presunti rapporti tra la Gregori e un dipendente dei servizi di sicurezza del Vaticano e la voce di un telefonista che chiamò il bar di via Volturno di proprietà della famiglia della Gregori. Questa voce sarebbe simile a quella di colui che aveva telefonato anche a casa Orlandi.

Gli inquirenti sembrano convinti che esponenti della Banda della Magliana sappiano che fine ha fatto la Orlandi. Sotto osservazione, finisce anche un altro personaggio, Manlio Vitale, che si riteneva fosse legato ad ambienti dell'organizzazione criminale, dopo le dichiarazioni rilasciate da Maurizio Giorgetti, 56 anni, già legato ad ambienti di estrema destra. L'uomo avrebbe riferito d'avere intercettazioni riguardanti il rapimento, probabilmente ideato dalla Banda per recuperare denaro appartenente a Vitale.

Il giallo continua a infittirsi, fino a ora. Il 17 giugno scorso un presunto testimone telefona durante un programma tv, affermando: “Io so dov'è Emanuela. è viva e si trova in un manicomio in Inghilterra, nel centro di Londra ed è sempre stata sedata. Con lei ci sono due medici e quattro infermiere”. Si presenta come un ex agente dei servizi segreti del Sismi, nome in codice 'Lupo Solitario': racconta che Emanuela sarebbe stata prelevata da una Bmw nera, auto lasciata nel sotterraneo del parcheggio dove poi è stata ritrovata, quindi trasferita su una Mini verde e sedata, mentre a bordo erano presenti un agente inglese e una donna.

“Emanuela è passata per Germania, Francia e Inghilterra – afferma quindi – a Bolzano, invece, non è mai passata”. L'uomo rompe il silenzio soltanto adesso perché “stuzzicato” e “tirato in ballo con delle falsità”. Ma, a questo punto “paghi chi deve pagare”, ribatte. Il movente? “Devi scavare in fondo a cosa faceva tuo papà, mi dispiace Pietro, scoprirai cose che non ti piaceranno”. Poi spiega che Ercole Orlandi era venuto a conoscenza di giri consistenti di denaro da “pulire”. Giri legati all'Istituto Antonveneta e al banchiere Roberto Calvi del Banco Ambrosiano, morto impiccato sotto il ponte dei Frati Neri sul Tamigi.

Una nuova pista, questa inglese, su cui Pietro Orlandi, intende fare chiarezza. Così parte, la settimana scorsa, insieme a una troupe di “Chi l'ha visto?”, alla volta dell'ospedale Queen Elizabeth II. Intanto, l'ex 007 torna a farsi sentire: in una nuova telefonata in tv riferisce di essere stato ascoltato dai magistrati di Bolzano, come persona informata sui fatti. E di aver ricevuto minacce. E' prevista per luglio l'apertura della tomba di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, scoperta nel '97 nella cripta della basilica romana di Sant'Apollinare, di proprietà dell'Opus Dei.

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