CHIUDIAMO LA FENICE E TUTTI GLI ALTRI INCENERITORI

L'inceneritore La Fenice a Lavello, vicino Potenza

Che mondo vogliamo lasciare ai nostri figli? Me lo chiedo perché la cattiva politica, a mio parere, guarda al contingente, all’oggi, spesso a qualche malaffare, mentre la buona politica compie scelte strategiche per migliorare la vita dei nostri figli, dei nostri nipoti, insomma, delle generazioni future.
La sfida più importante, da questo punto di vista, è quella ambientale. Le altre, le scelte economiche, il lavoro, le pensioni, possono essere aggiustate per rimediare agli errori del passato. L’ambiente no. Un sacchetto di plastica impiega centinaia di anni ad essere smaltito. Per questo l’Italia dei Valori su questi temi è stata e sarà anche in futuro intransigente. Basti ricordare il referendum sul nucleare di qualche settimana fa. Pensate a come è ridotta oggi Chernobyl, pensate a come sarà tra venti o trenta anni la zona di Fukushima.
Ebbene, la stessa intransigenza dobbiamo averla anche sulla questione dei rifiuti. Il nostro programma prevede che in Italia si arrivi in fretta al riciclaggio dell’80 per cento di essi e al rifiuto degli inceneritori, inquinanti e causa di speculazioni in cui spesso mette il naso la criminalità organizzata. La scelta di De Magistris a Napoli di non aprire, nonostante l’emergenza, un inceneritore e di puntare tutto su un una improvvisa sterzata culturale, tanto per ricordare l’esempio più clamoroso di cattiva gestione dei rifiuti emerso in questi anni, non è un colpo di scena isolato, ma è figlia anche della militanza del neosindaco nell’Italia dei Valori e della condivisione di un’idea forte e perciò incompatibile con qualsiasi tipo di compromesso.
Ed è proprio traendo spunto da questa ispirazione che ieri ho partecipato, con una delegazione del mio partito, a una manifestazione a Lavello, in provincia di Potenza, per chiedere con forza la chiusura dell’inceneritore “La Fenice”, esempio emblematico di cattiva gestione del sistema dei rifiuti. La storia di questo inceneritore è lunga e controversa. Fatto sta che a oggi i veleni che emana sono clamorosamente al di sopra di quanto consentito dalle norme vigenti. L’ho definito uno stupro ambientale perché la sua apertura è uno sfregio alla salute dei cittadini e per questo l’inceneritore va chiuso subito. Non per un ragionamento ideologico, ma perché esistono diritti che sono indisponibili e sui quali non si può trattare. La salute dei cittadini e delle generazioni future è uno di questi.

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