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No-Tav, interviene Napolitano: "Violenze intollerabili". Bufera per le parole di Grillo: "Manifestanti sono eroi"

No-Tav, interviene Napolitano: “Violenze intollerabili”. Bufera per le parole di Grillo: “Manifestanti sono eroi”

Gli scontri in Val di Susa, con un gruppo di persone che staccatosi dal corteo è venuto in contatto con gli agenti schierati nell'area del primo cantiere della Tav Torino-Lione, fa discutere la politica che, quasi unanimemente, ha preso le distanze. Il monito più alto è arrivato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in una nota ha espresso una “netta condanna” delle violenze rivolte da “gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva” nei confronti delle forze dell'ordine a cui ha voluto rivolgere la sua “solidarietà”. Con il capo dello Stato senza se e sena ma si è schierato il Presidente della Camera Gianfranco Fini: “Nel condividere l'appello del Capo dello Stato e nell'esprimere la massima solidarietà alle forze dell'ordine”, Fini ritiene “doverosa – ha scritto in una nota – la più ferma condanna da parte di tutte le forze politiche alle violenze di oggi in Val di Susa. In un momento difficile della vita del Paese, è necessario il massimo senso di responsabilità da parte di tutti, istituzioni, partiti, associazioni”.Cota: “Proteste non fermeranno la Tav” – Il Governatore leghista del Piemonte, Roberto Cota, ha avvertito che le proteste non ferneranno la Tav in Val di Susa. “E' un'opera strategica per l'interesse ed il futuro della nostra Regione e delle nuove generazioni”. “Confido e mi auguro – è il monito del capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto – che nessuno voglia dare copertira politica a chi fa professione di violenza come strumneto di lotta politica”. Ma da quasi tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, ci sono state decise prese di posizione. A nome del governo ha parlato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, assicurando che non saranno degli “autentici delinquenti” a fermare un'opera che l'esecutivo ritiene “prioritaria”. Una forte condanna delle violenze “senza equivoci” è arrivata anche dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che ha parlato di attacchi “allarmanti e assolutamente inaccettabili”.Bufera per le parole di Grillo – Con una netta presa di distanze dal peana cantato alla protesta da Beppe Grillo, defininendo “prove tecniche di dittatura” i blocchi delle forze dell'ordine e “eroi” i manifestanti. Contro il quale, dal quotidiano la Repubblica, si scaglia il sindaco Pd fiorentino Matteo Renzi. “Chi esalta i lanciatori di sassi – ha detto- mi fa schifo: è un teppista, prima si condanna e poi si discute”. Non coincidente la poisizione del leader Sel Nichi Vendola. “Le violenze – ha detto intervistato anche lui da Repubblica- vanno assolutamente isolate: oscurano le stesse ragioni delle protesta. Ma dissentire non è da criminali. Bisogna saper ascoltare la protesta”.Voce fuori dal coro è stata quella del segretario del Prc, Paolo Ferrero, secondo il quale a causare gli scontri è stata “l'occupazione militare del sito di Chiomonte”.Il bilancio della giornata: 188 agenti feriti e 4 manifestanti arrestati – Intanto il bilancio dei feriti dovuti agli scontri di domenica è sempre più pesante. Si parla di almeno 188 agenti feriti. Secondo quanto comunicato dalla Questura di Torino il numero dei feriti, tra gli appartenenti alle Forze di Polizia, al momento è il seguente: 1 Primo Dirigente della Polizia di Stato; 5 Funzionari della Polizia di Stato; 130 operatori dei Reparti Mobili; 37 Carabinieri; 15 Finanzieri. La Questura precisa che il bollettino dei feriti è destinato ad aumentare. Completati gli accertamenti di rito, l'Ufficio Digos procedente ha confermato di aver tratto in arresto 4 antagonisti, per i reati di resistenza, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale, i quali sono stati altersì indagati in stato di libertà per i reati di getto pericoloso di cose e possesso di materiale esplodente. Un ulteriore manifestante fermato è stato, invece, denunciato a piede libero per i medesimi reati.I No Tav: “Almeno 233 i manifestanti feriti” – Sono 223 i manifestanti rimasti feriti, contusi o intossicati dai gas lacrimogeni durante gli scontri con le forze dell'ordine in Valle di Susa. E' quanto affermano fonti del movimento No Tav.Hanno manifestato circa 6mila persone – A termine giornata si conferma la presenza complessiva di circa 6000 manifestanti, di cui 3000 del movimento No Tav aderenti al corteo “istituzionale” partito da Exilles e terminato a Chiomonte. Gli altri 3000 manifestanti, invece, sono coloro che sono giunti al sito della Maddalena, in parti uguali, da Giaglione e Ramat. Si segnala, ancora, il lancio di bottiglie molotov da parte dei manifestanti aderenti all'area più oltranzista del movimento, all'indirizzo delle Forze di Polizia, poste a presidio dell'area alta del cantiere (area archeologica), fortunatamente inesplose. Le stesse, successivamente, al termine degli scontri registrati e degli arresti dei manifestanti effettuati proprio in quell'area, sono state rinvenute e sequestrate da personale Digos.Tra i manifestanti molti erano quelli arrivati da fuori, da molte regioni italiane e anche dall'estero (parlavano inglese), da Francia, Germania, Spagna. Tra di loro si annidavano i professionisti dello scontro violento. E sono quelli che hanno trasformato i boschi subito sopra il piazzale della Maddalena in un campo di battaglia. Lo scontro è stato violento e lo si avvertito anche a chilometri di distanza, sentendo le esplosioni della bombe carta lanciate dai manifestanti più violenti e le scie dei lacrimogeni sparati dalle forze dell'ordine per allontanare gli aggressori tra i boschi di Ramats. Nel pomeriggio di domenica un nuovo fronte di tensione si è creato più a valle, nella zona della centrale idroelettrica, dove lunedì scorso la ruspa scortata dalle forze dell'ordine si era aperta la strada per spazzare via le barricate erette in oltre un mese di occupazione della 'Libera Repubblica della Madalena''.La protesta No Tav non finisce, continuerà nel campo affittato lungo il fiume, ora trasformato in un campeggio. Si spera che le violenze siano finite, anche se l'avversione all'opera continua a essere molto forte e nessuno davvero sa cosa succederà.04 luglio 2011Redazione Tiscali

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