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DUBBI D’EQUITA’

Di solito, con l’estate, i fatti politici di casa nostra sfumano in una sorta di silenzio per riprendere vigore con l’autunno. Ma per quest’anno non sembra proprio essere così. C’è troppa carne al fuoco per mollare la guardia. La manovra finanziaria, che entrerà in vigore dal 2012, ha rincarato lo stato di vigilanza di tutti i partiti. Soprattutto quelli d’opposizione. Perché, a ben osservare, l’estate 2011 potrebbe essere decisiva per l’evoluzione del caso Italia. Caso che era già nell’aria prima della crisi internazionale e che, ora, non promette giorni tranquilli per nessuno. Se l’Esecutivo sembra reggere alle polemiche, ben differente appare la posizione dei singoli politici dentro e fuori la Maggioranza. Le strategie del PdL si stanno logorando; oltre i limiti del suo travagliato potere. Le cause dovrebbero essere ricercate nel differente modo di rapportarsi tra gli uomini di Berlusconi e la squadra di Bossi. Anche nella “Casa delle Libertà” c’è fibrillazione; pur se molti contano sul nuovo Segretario Politico. Certo è che i berlusconiani zoppicano, ma neppure l’Opposizione riesce a tenere un passo più consono. Manca, a nostro avviso un cambio generazionale a livello dei partiti. In politica è indispensabile, come da sempre, partecipare. Costi quel che costi. Chi non entra nella tenzone è perdente già in partenza. Così mentre il Cavaliere tenta d’instaurare un dialogo differente con i suoi elementi di punta, Bersani, l’uomo inossidabile del PD, ha difficoltà nel rapportarsi con i possibili alleati che sono disponibili solo a parole, ma restano distanti nei fatti. La strategia di tirare il sasso e nascondere il braccio è tornata in auge. Sino a settembre, come da ritrito copione, si tenderà a campare. Con l’autunno, i problemi del Bel Paese torneranno, prepotentemente, alla ribalta. Di fatto, però, il quadro nazionale resta preoccupante. Non si sono risolte le polemiche con la Magistratura, con le Istituzioni e tra chi vorrebbe, in un modo o nell’altro, rinnovare questa nostra penisola che si barcamena tra gli scandali e la crescita incontrollata di un deficit che ci avvicina, pur con tutte le assicurazioni di “contini ordine”, alla Grecia. Né, al momento, ci può sollevare la posizione della Spagna che sembra stare peggio di noi. Resta che la penisola iberica ha manifestato una volontà di ripresa che noi neppure supponiamo. A questo punto, dato che la maturità democratica non ci manca, ci sembrerebbe assai più saggio focalizzare gli obiettivi da raggiungere entro fine anno. Lasciando al biennio 2012/2013 i problemi che possono essere gestiti in tempi più lunghi. Esserci per contare è importante, ma lo è assai di più poter agire per alcune mete che riteniamo comuni ed irrinunciabili. Mentre le città si svuotano molto meno che per il passato ed il caldo incalza, non ci resta che una riflessione, semplice, ma profondamente vera: il Caso Italia potrebbe non essere più tale se si riuscisse a trovare un accordo d’emergenza che andasse oltre le beghe dei partiti. Lo capiranno, una buona volta, i nostri politici? Noi, per il bene di tutti, lo speriamo; ma non ne siamo minimamente certi.

Giorgio Brignola

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