Quante volte ho detto, soprattutto al Corriere delle Alpi, che, guarda caso, con mia sorpresa, mi ha messo il bavaglio da una data ben precisa, (dopo centinaia e centinaia di miei interventi antiberlusconiani a partire dal primo numero del quotidiano), che saremmo arrivati a questa rovinosa situazione politica. E ciò, mentre molti miei lettori continuavano a chiedermi, anche al telefono, il perché non venivano più pubblicati i miei interventi, definiti politicamente i più interessanti e, purtroppo, anche propedeutici a questa situazione, la capo-redazione (a cui non ho mai chiesto, ripeto mai, di pubblicarmi alcunché) si è giustificata dicendomi che i lettori si seccavano dei miei scritti antiberlusconistici e che non gradivano che io dicessi che…”l’avevo detto…”, e che il quotidiano pubblicava già su scala industriale pezzi contro Berlusconi.
Per mio conforto, misera soddisfazione comunque, giornalisti non da meno del predetto quotidiano, mi hanno chiesto se io…compero ancora quel giornale, mentre altre persone, di diversa appartenenza e censo professionale, mi hanno riferito che non si sarebbero più “acconciate” a chiedere uno spazio per una lettera… mentre altri ancora mi dicevano che la prima cosa che facevano dopo aver aperto il giornale, era leggere il mio pezzo antiberlusconiano…
Che dire ? Che …non l’avevo detto ? Visto che prima l’avevo detto ? (bisticcio dialettico voluto per chi vuol intendere!)
La realtà è che, dopo tre lustri abbondanti, tutto ciò che ho detto si è regolarmente, seppur troppo tardivamente, manifestato. L’Italia, alla guida di Berlusconi, si trova oggi allo sfacelo sociale, istituzionale, ma anche della legalità. Da questa situazione gravissima il Paese non si potrà più sollevare in tempi accettabili. Ci vorranno, (se bastano ?) due generazioni per ripianare il debito pubblico, a colpi di lacrime e sangue: 1890 miliardi di Euro di debito pubblico equivalgono oggi a 118 punti di PIL ed oggi produciamo meno di un punto (calcolando che un punto è pari a circa 16 miliardi di euro). S.E.&.O
Oggi Berlusconi sa di essere alle corde e, fruendo della possibilità numerica alimentata e costruita dalla fenomenologia scilipotica, ha le carte in regola per restare al governo per tutto il mandato per fare nulla, se non danni. La manovra che egli si appresta oggi a fare (tra l’altro del tutto insufficiente) sarà plasmata a partire dalla fine del suo mandato in modo da scaricarla su coloro che governeranno dopo di lui. Tale atto, del tutto vigliacco, sortirà un duplice effetto: il primo, sarà un martirio a base di lacrime e sangue per le nuove generazioni; il secondo, avrà effetto deviante presso quella pubblica opinione meno preparata e conoscitrice della politica che si esprimerà populisticamente dicendo che un governo vale l’altro in quanto tutti fanno i loro interessi…
Mentre Berlusconi, dopo il veto che è stato fatto a me da parte del predetto quotidiano, avrà – lui sì – il pretesto per dire : “ve l’avevo detto… che senza di me ecc.ecc.. “