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MADALIN CIUCA IN MOSTRA AD URBINO CON LA 54^ BIENNALE DI VENEZIA

Il Padiglione Italia, curato da Sgarbi, dal 28 giugno al 27 novembre all’Orto dell’Abbondanza

di Antonella Ventura

URBINO – Mai sito è più appropriato quale quello scelto nella Regione Marche ad Urbino, per ospitare la 54^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia: l’Orto dell’Abbondanza. In effetti la 54 Esposizione internazionale d’arte contemporanea della Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi, ed allestita nel padiglione più sconosciuto in assoluto, vale a dire il Padiglione Italia, in quanto tenuto sempre ai margini e non riconosciuto nel sistema museale, è davvero un “proliferare di frutti eterogenei” che rendono tangibile la vastità e la ricchezza di linguaggi nel patrimonio contemporaneo delle arti visive. In via del tutto eccezionale quest’anno, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, l’esposizione sarà itinerante come un vorticoso gioco, o meglio un rompicapo, poiché seguirà un percorso nel Paese, l’Italia, dove nasce prima il suo idioma che lo Stato, prima la Cultura che la Nazione.

Le Marche avranno per l’occasione due mostre: una nel capoluogo della regione, alla Mole Vanvitelliana di Ancona, ed una all’Orto dell’Abbondanza di Urbino, che si candida a Città della Cultura in Europa, con appunto la mostra all’Orto dell’Abbondanza, dove partecipano ben 53 artisti contemporanei. La giornata inaugurale urbinate è per martedì 28 giugno alle ore 17 e 30. In questo “caos” narrativo, istituzionale, storico che è il Paese – Padiglione Italia, così lontano nel bene e nel male da ogni parvenza di “sistema virtuoso concettuale e/o museale” e ancor più, da ogni tentativo di programmare un percorso di conoscenza e/o d’esposizione, stabilendone quindi parametri e limiti, si arriva inesorabilmente alla celebrazione, per la prima volta forse, dell’essenza stessa dell’arte, ossia: “ alla strada, alla strada che compie il pensiero e la materia, un’esperienza lucida e paranormale al tempo stesso, nelle menti, nei cuori e foss’anche negli spiriti che, liberi, danno la vita agli artisti nelle opere “.

Uno di questi ”spiriti liberi”, ospiti ad Urbino all’Orto dell’Abbondanza, nel Padiglione Italia itinerante della 54^ Biennale di Venezia, è l’emergente Madalin Ciuca, artista romeno che vive nelle Marche a Macerata, talento interessante che merita un certo riguardo per la ricerca, oltre il “formalismo pittorico”, che con le sue opere compie, dove il risultato visibile è un’immagine di una “poetica pura” ma non semplice. Il reale viene da Madalin Ciuca intrappolato in realtà arbitrarie e stranianti, in logiche astratte e quindi estremamente parziali, dove i toni chiaroscuri spesso drammatici e reali tendono a manifestare la presenza soggettiva dell’autore che in questo modo cerca di rappresentare la sua individualità virtuosa sull’impersonalità della pura forma pittorica. Questa volontà di “presenza” all’interno dell’Opera-Madalin Ciuca, rivela una concezione artistica-virtuosa-manuale, da considerarsi forse ancora meccanica ma che, paradossalmente, rivendica un concetto ardito, ovvero l’assenza della mano, della mano stessa.

Madalin Ciuca produce un’opera d’arte organica, nel senso che tratta il materiale come qualcosa di vivente, ne rispetta i significati come se originassero da una concreta situazione vivente, dove dallo studio spasmodico della luce effettuata sempre dallo stesso si evince la “vita del materiale“ in continuo divenire, cioè estratto dal contesto funzionale che gli conferisce la forma. Ecco che allora si esce dal puro significato che rivela la forma, propria della teoria neo

Viste queste premesse, appare ovvio come il tipo di rappresentazione visiva offerta dall’Opera

Le opere che Madalin Ciuca espone per la 54^ Biennale all’Orto dell’Abbondanza di Urbino, sono tre: uno è un lavoro sulla sua forma o auto-ritratto, uno sullo studio della forma di un amico ed un terzo, molto grande, è lo studio dello spazio e dell’azione che quest’amico compie … vale a dire mentre cucina. La mostra di Urbino, come quella di Ancona presso la Mole Vanvitelliana, annovera in tutto più di 80 artisti, alcuni dei quali autentiche punte di diamante nel panorama dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Un nome per tutti il premio Oscar Tonino Guerra. L’esposizione sarà aperta tutti i giorni, fino al 27 novembre 2011.

Associazione Culturale “ Arte per Le Marche “
Via Roma 99
62010 POLLENZA ( Mc)

Giuliana de Antonellis
Ufficio Stampa di Arte per Le Marche
Milano
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