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TRANQUILLI, NON C’E’ NESSUN INCIUCIO, ABBIAMO SEMPRE PIU’ VOGLIA DI MANDARLO A CASA

Se c’è qualcuno che crede che Antonio Di Pietro possa diventare uno Scilipoti qualunque lo dica chiaramente. La cortesia è un conto (il premier si è seduto accanto a lui, francamente non poteva prenderlo a pedate!), l’inciucio un altro. Se qualcuno pensa che Di Pietro possa aver fatto un intrallazzo con il presidente del Consiglio lo dichiari pubblicamente, lo posti su facebook, lo scriva a commento di questo blog oppure sul suo.

Chiunque conosca anche un po’ della sua storia, anche se non simpatizza per lui, non può pensare nulla di tutto ciò. Qualcuno dirà che se ne sono viste talmente tante che niente più è impossibile. E’ vero, di trasformisti è pieno il Parlamento, ma non si è mai visto un leader nato e cresciuto nel centrosinistra favorire il suo principale avversario politico.

Qualcuno potrebbe citarmi Dini e Mastella, ma si tratta di un’altra questione come qualsiasi persona mastichi un po’ di politica potrà confermare. Si tratta di personaggi politici (non leader) sempre border line, al confine tra destra e sinistra che hanno contribuito allo squallore e al declino della classe dirigente del nostro Paese.

Di Pietro, se mi consentite, ha un’altra stoffa, un altro carattere e, soprattutto, un’altra coerenza. L’antiberlusconismo è stata una delle bandiere per il suo impegno sin dal suo ingresso in politica. Devo ricordare a qualcuno che Berlusconi gli propose di diventare ministro del suo primo governo, nel ’94, e che Antonio rifiutò?

Di Pietro è stato criticato anche perché nel suo intervento in aula ieri ha bacchettato il Pd. Io credo che abbia fatto bene. I re tentenna non hanno mai fatto la storia se non in negativo. Qualche mese fa un movimento tutto femminile assunse come slogan “se non ora quando”. Da allora una valanga di proteste nelle piazze e di voti nelle urne ha ormai chiarito che la maggioranza parlamentare non è più maggioranza nel Paese. Molti sondaggi, l’ultimo a Ballarò martedì scorso, ci dicono che una parte di cittadini preferisce ancora il centrodestra perché nell’opposizione le idee non sono ancora chiare. Non c’è un leader, non c’è un programma, non c’è una coalizione.

Ebbene, il “se non ora quando” non è infinito e il tempo a disposizione che ci hanno dato i cittadini potrebbe anche scadere. Inoltre dobbiamo impedire a Berlusconi di riorganizzare le sue truppe, mediatiche, lobbistiche e parlamentari. Proprio per questo è indispensabile che Bersani si metta immediatamente al lavoro. E’ necessario dare una risposta alle aspettative della nostra gente che aspetta soltanto chiarezza per dare la spallata finale, magari con una grandiosa manifestazione nazionale in autunno, a Berlusconi e ai suoi amici della P4.

Ma è arrivato anche il tempo della proposta, quella di Di Pietro molti l’hanno definita una svolta moderata. Io dico che si tratta semplicemente di un passaggio dalla sola protesta a una fase mista che coniughi la opposizione senza sconti alla proposta. Finché ci sarà questo governo continueremo a provare a mandarlo a casa, ma contemporaneamente spiegheremo cosa vogliamo fare quando siederemo noi nei banchi della maggioranza con una rinnovata coalizione di centrosinistra. I problemi del Paese aumentano e dobbiamo trovare subito la strada per cominciare a risolverli. SE NON ORA,QUANDO!

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