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Terra, acqua, aria e fuoco

Una volta sfogliata la cipolla dei diritti e delle aspettative legittime dei cittadini, una volta che si sia accettato di derogare continuamente e progressivamente alla loro irrinunciabilità, ciò che resta ridotto all’osso è la difesa strenua della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco.
I quattro elementi cardine della vita di tutti, animali e piante compresi, sono il baluardo insormontabile che fa dei vigliacchi degli eroi, dei passivi dei condottieri. Siamo proprio pronti a rinunciare a tutto ma che non si tocchino questi elementi.
Viviamo delle contraddizioni incomprensibili dove un sistema globale economico ha fallito inesorabilmente e dove, allo stesso tempo, la testardaggine incosciente ci porta a proseguire su una strada dissestata che conduce al precipizio. Non riusciamo a spiegarci come sia possibile ignorare persino una ipotesi di cambiamento che prospetti una soluzione. Tutto deve essere accomodato, riparato in officina e questa macchina micidiale sarà rimessa in circolazione a dispetto dei risultati deleteri che produce.
Sinceramente siamo stanchi di dover essere al cospetto di gente che fa il precario piuttosto che andare a lavorare, della negazione di ogni responsabilità e di ogni realtà che si tocchi con mano, dell’amore per la munnezza al punto da conviverci appassionatamente, nel rifiuto del lavoro offerto a mani larghe. Insomma siamo costretti ad ammettere cose che non avremmo neanche dovuto sapere.
Scopriamo che la metà dei paesi dell’Unione non gode di buona salute e questo mette a rischio la salute dell’altra metà. Ci siamo impelagati in un sistema che troverà la sua soluzione quando i paesi in via di sviluppo apriranno la loro stagione dei diritti e delle rivendicazioni. La consistenza economica dell’occidente è affidata alla possibilità di liberazione di popoli che hanno scelto di essere schiavi.
Dovremmo abituarci, come ci stiamo abituando, a rinunciare a molto, ma non toccateci i quattro elementi fondamentali e togliete loro le mani di dosso altrimenti non resterà che l’homo omini lupus. Si salverà chi potrà allora.

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