Roma, 14 maggio 2011 – “Sedimentati gli entusiasmi per il quorum raggiunto, è il momento di tirare le somme di una cattiva gestione del voto oltre confine che ha fatto temere, sebbene per poco, che la validità del referendum potesse essere compromessa”. Lo dichiara Aldo Di Biagio, deputato Fli in una nota. “Ma a ben guardare la configurazione del voto all’estero apparirebbe chiaro anche ad un bambino lo stato di stanchezza dei nostri connazionali verso la minestra riscaldata del tardo Berlusconismo – sottolinea – sebbene si tratti di una percentuale più bassa di votanti pari al 23,07% rispetto al 39 % delle ultime politiche del 2008, una media del 75% ha votato “SI” ai quattro quesiti referendari, e questo la dice lunga”. “Paradossalmente il legittimo impedimento ha registrato la percentuale di votanti più alta, il 27,12% – spiega – aspetto questo che sottolinea lo scollamento che si sta creando tra le comunità oltre confine e la maggioranza berlusconiana. E pensare che nel 2008 il partito del premier ottenne il 30% delle preferenze. Dove sarebbero finiti quei consensi? Direi che Berluscones e compagni hanno fatto davvero di tutto per farli evaporare o farli dirottare su altre preferenze, e i voti parlano chiaro”. “Soltanto ieri gli amici del PdL eletti all’estero sventolavano lo spauracchio dei ricorsi in Cassazione in caso di mancato conteggio dei voti esteri nel quorum – evidenzia – strumentalmente consapevoli che la debacle nella gestione dei plichi elettorali oltre confine avrebbe contribuito a scardinare il risultato referendario. Ora sul versante PdL estero tutto tace. Orecchie basse e coda tra le gambe. Ma dove sono finiti i ricorsi? Si sono rivelati un vergognoso asservimento alla causa del Leader aggiungo io”. Di Biagio conclude: “a quanto pare sulle criticità della maggioranza il Presidente Fini non aveva poi tutti i torti”.
Ufficio Stampa
On. Aldo Di Biagio