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Cosa vogliono davvero i friulani d’Argentina. La toccante lettera dell’imprenditore Claudio Bravin di Mendoza punta il dito sulla gestione della diaspora friulana

Di essere, in primo luogo, considerati parte integrante del popolo friulano. E trattati come tali sia dalle istituzioni, sia dalla società civile in tutte le sue espressioni. Desideriamo andare verso il futuro assieme alla nostra gente e alla nostra terra d'origine. Vorremmo poter offrire un nostro specifico contributo per il rafforzamento dei rapporti economici e sociali tra il Friuli e le Regioni argentine che hanno accolto i nostri padri, che ci hanno visto nascere, crescere, educarci e formarci. Insomma, vorremmo che ai buoni propositi di “facciamo sistema” pomposamente enunciati dai tanti “visitors”, rappresentanti ufficiali e dirigenti di associazioni dell'emigrazione, seguissero fatti concreti. Vorremmo che la politica regionale, istituzionale e partitica, non dimenticasse che siamo divenuti elettori. Ecco, in estrema sintesi, cosa vorremmo.
Non ci interessano nostalgie d'altri tempi. Ma progetti di cooperazione economica a beneficio di tutti. Per esempio, riteniamo più efficace investire nella formazione di qualche nostro discendente alle gestione delle imprese, soprattutto quelle dell'export, fatta in Friuli, che vedere sfilare un sacco di persone e di personaggi venuta da Udine o Trieste per non si capisce bene che cosa. Qui a Mendoza sono stati firmati Protocolli d'intesa e di collaborazione territoriale in diversi settori produttivi. A distanza di anni non é successo nulla e nessuno sa che fine abbiano fatto questi accordi. Con la loro firma pensavamo di aver ritrovato l'orgoglio delle radici, di appartenere a una Regione seria, concreta, che mantiene la parola, che si avvale della sua gente all'estero per dare lustro alla sua immagine ed espandere la sua influenza. Immagine alla quale rimarremo, malgrado tutto, orgogliosamente attaccati e per la quale continueremo a fare del nostro meglio. Quello che vorremmo é di non essere continuamente messi in imbarazzo. Non solo nei confronti delle autorità argentine, ma neanche rispetto alle altre Regioni italiane, come la Lombardia, il Veneto, il Trentino, tanto per fare un esempio, che accompagnano e sostengono i loro concittadini, i loro discendenti, i loro imprenditori con convinzione e mezzi adeguati. Qualunque sia il governo regionale al potere, poiché sanno che i rapporti internazionali richiedono continuità negli impegni assunti.

Durante alcuni mie soggiorni in Friuli mi sono reso conto che la gente locale conosce poco dell'Argentina, delle sue potenzialità di sviluppo e di scambi commerciali, e ancora meno sanno dei friulani che in questo grande Paese vivono e lavorano. Si continua a guardare all'Argentina, e più in generale all'America Latina, con lo sguardo rivolto all'indietro. Certo, siamo un Paese alle prese con processi riformatori tra continuità e cambiamento che non sono di facile soluzione, ma rimaniamo un Paese con grandi prospettive perché disponiamo di importanti materia prime, di una popolazione relativamente giovane e istruita.

A giudicare dai loro investimenti, gli Usa, la Cina, la Francia e la Germania, per non parlare della Spagna che in questo Paese ha rilanciato “l'orgoglio iberico” in chiave di Unione Europea, sembrerebbero convinti. Guardateci anche voi, friulani residenti, con pragmatismo e occhi interessati. Non guardateci più con logiche assistenziali, ma come attori emergenti utili alle vostre strategie di internazionalizzazione. È vero che alcuni nostri corregionali che per ragioni anagrafiche diminuiscono di giorno in giorno, necessitano ancora di assistenza materiale, soprattutto sanitaria, ma é altrettanto vero che non tutti siamo gente povera e arretrata culturalmente, come mi é stato fatto notare a Udine. Siamo in tanti, e non solo noi imprenditori, a leggere on line i giornali regionali. Forse ancora prima di molti friulani residenti. È leggendo questi giornali, peraltro, che i miei colleghi di Mendoza e io, abbiamo saputo che il Ministero degli Esteri italiano ha in progetto di convocare a Udine, durante l'anno in corso, una grande riunione di tutti gli imprenditori italiani all'estero. La notizia ci é stata confermata negli ambienti diplomatici italiani, ma nessuno sa informarci circa i criteri fissati per la selezione di questa convocazione. Cosi come nessuno qui é in gradi di chiarirci il contenuto degli accordi di cooperazione che la Regione friuli Venezia Giulia ha sottoscritto con alcuni Paesi balcanici, come e in che forme gli imprenditori friulani sono o saranno associati nella loro messa in opera. Dopo un'ampia discussione con i miei colleghi imprenditori di Mendoza, siamo giunti alla conclusione di chiedere al vostro giornale, piuttosto che a coloro che non ci rispondono, la possibilità di organizzare un incontro di lavoro e di scambio di informazioni con gli imprenditori friulani e le loro organizzazioni di categoria. Questo ci permetterebbe di spiegare loro, con il nostro linguaggio di imprenditori, quali opportunità potrebbero trovare in Argentina e quali sinergie potrebbero essere favorire tra di noi nel quadro degli accordi che il governo regionale ha siglato in America Latina e in Europa centrale. Se questa nostra richiesta vi sembra fattibile, vi preciseremo la composizione della nostra delegazione e i settori produttivi rappresentati.

Claudio Bravin
imprenditore a Mendoza

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