Nonostante il controllo quasi totale che esercita sulle televisioni, la campagna progettata da Silvio Berlusconi per disinnescare i referendum tramite quella che è forse la più massiccia campagna di disinformazione che si sia vista in Italia non sta funzionando come dovrebbe. Nonostante il silenzio televisivo, moltissime persone sanno che il 12 e il 13 giugno si terranno quattro referendum. Nonostante l'assenza di programmi di analisi che permettessero ai cittadini di farsi un'idea ragionata sul come votare, le informazioni hanno circolato lo stesso e quell'idea molte persone sono riuscite a farsela lo stesso.
Buona parte del merito va alla Rete, a Internet, che già oggi riesce a spezzare e a vanificare il blocco dell'informazione di regime, e se è così adesso ci si può immaginare come staranno le cose non fra 20 ma fra 2 anni.
Proprio perché Internet è un'arma democraticache per la prima volta mette le persone comuni, i cittadini, in grado di accedere a un livello di informazione e comunicazione orizzontale fino a pochissimo tempo fa impensabile, bisogna stare sempre in guardia, attentissimi ai tentativi di soffocare o almeno depotenziare questo spazio di libertà e democrazia.
Di rischi in questo momento ce ne sono due, opposti e illustrati da un bell'articolo pubblicato oggi dal “Sole-”24 Ore. Il primo è rappresentato da quei capi di governo, tra cui il più bellicoso è Sarkozy, che vorrebbero legare e imbavagliare la Rete con una miriade di regole e regolette, divieti e burocratizzazioni varie. L'obiettivo non è solo chiudere Internet in una gabbia. E' anche e soprattutto “balcanizzarlo”: perché ogni Paese formulerebbe le sue regole e così verrebbe meno uno dei principali fondamenti dell'autonomia della Rete, la sua universalità.
A questo tentativo di arrembaggio si contrappone la resistenza dei colossi del web. “Il Sole” ne parla come della “banda dei 4”, Apple, Amazon, Facebook e Google, ma anche se sta segnando il passo alla banda andrebbe aggiunta probabilmente anche Microsoft.
Da un lato questi giganti della Rete ne vogliono difendere la libertà dall'ingerenza dei governi, ma dall'altro tirano a esercitare loro un potere quasi illimitato come fanno sempre i grandi gruppi monopolisti e oligarchici. Se a vincere saranno loro il risultato non sarà molto migliore che se la spunteranno quelli come Sarkozy: in tutti e due i casi la libertà di Internet sarà un ricorso.
Proprio l'esperienza italiana di queste ultime settimane ci indica invece qual è la sola politica davvero democratica da seguire nel web: bloccare ogni tentativo di imbavagliare Internet da parte dei governi, ma allo stesso tempo difendere con ogni mezzo la massima pluralità delle fonti e quindi la massima possibilità di accesso alla Rete da parte di tutti. Cioè una politica davvero liberale, che sa combattere il controllo politico ma anche quello economico dei gruppi monopolisti.
Una Rete di tutti e per tutti
Postato da Antonio Di Pietro