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Divorzio consensuale e mixed system in Rai

Si è chiusa con un divorzio consensuale la lunga e spesso difficile relazione fra la Rai e Santoro, un divorzio inatteso, dopo i numerosi incontri, le scorse settimane, fra l’anchorman e la direttrice Lorenza Lei, che di Santoro pareva sponsor ed amica. Più volte annunciato in passato, rilanciato nelle indiscrezioni delle ultime ore, la notizia dell’addio di Santoro è piombata come un fulmine a ciel sereno ieri, sul consiglio di amministrazione riunito per la discussione dei palinsesti, alla presenza del direttore generale Lorenza Lei e del vicedg Antonio Marano. A quanto si apprende, sarebbe stato il direttore degli Affari legali Salvatore Lo Giudice a spiegare la ’ratiò dell’intesa: l’azienda avrebbe scelto la risoluzione consensuale del rapporto e lo strumento dell’esodo incentivato per evitare che l’imminente sentenza della Cassazione – mercoledì la Corte si pronuncerà nel merito sul ricorso dell’azienda contro la sentenza del tribunale del lavoro che ha reintegrato Santoro – potesse ’ingessarè in qualche modo la posizione di entrambe le parti. Santoro incasserà dalla Rai 2 milioni e 500mila euro, senza clausole vincolanti o patti di non concorrenza, che non ha chiesto e per i quali la Rai avrebbe dovuto pagare una cifra nettamente più onerosa. Con l'accordo transattivo raggiunto tra Michele Santoro e il direttore generale Lorenza Lei, firmato probabilmente ieri mattina o la sera precedente, si pone una pietra tombale sul contenzioso giudiziario tra il conduttore e autore e l'azienda. Trattandosi di separazione consensuale le parti hanno scelto il percorso più semplice, in modo da congelare il pronunciamento della Cassazione, troppo rischioso per entrambi. E siccome a Lucio Presta, manager delle star e “procuratore” di Santoro, certi rischi non piacciano, è andata più che a genio. Ora potrà trattare con la La7 avendo le mani libere. Con una cattiveria che è tutta femminile (quando rivolta contro altre donne), Lauria Rio, sul Giornale, scrive che ora Lorenza Lei sarà l’eroina del centrodestra e che, anche se certamente Berlusc¬o¬ni ha indicato in Annozero uno dei motivi per cui il Pdl ha perso la batta¬glia di Milano, la neodirettrice generale diventerà di fatto il “diavolo” per la sinistra, essendo riu¬scita a far scivolar via dalla Rai il “pala¬dino” della battaglia anti premier. In realtà l’operato della Lei desta non poche perplessità, dal momento che si parla di chiusura per Fazio, Floris, Litizzetto e Gabanelli. Molte sono le questione sul tavolo del CdA di Viale Mazzini per la prossima settimana, oltre alla conferma dei palinsesti autunnali. Si parte dalla questione dei direttori di Rai Uno, Rai Due e Rai Tre, con il nuovo Direttore Generale che ha intenzione di cambiare: “Tutti e tre perché cambia l’organizzazione e cambiano gli uomini, ma sarà una faticaccia“, almeno a detta di Giovanni Stella, Amministratore Delegato di La7. Poi, non meno cruciale e spinosa, la questione sui contratti per chi lavora a Rai Tre. “Sia il programma della Dandini che quello della Gabanelli sono inseriti in palinsesto. Anche le trattative per Fazio e Floris procedono regolarmente. Ho sentito anch’io dire che il nuovo direttore generale avrebbe promesso a Berlusconi le teste di Santoro e Floris. Considero queste voci una stupidaggine e, comunque, le garantisco che la vigilanza sarà altissima. Ma pensa veramente che la dottoressa Lei pensi di sputtanarsi nell’ambiente dei manager della televisione mettendo in discussione persino Ballarò Evidentemente non la conosce.” Questo afferma il consigliere di Amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo e oggi le conferme: Fabio Fazio, Saviano e Littizzetto, Serena Dandini e Floris (che ha pure ottenuto un aumento del 10% al suo compenso annuo) hanno già concluso il loro rinnovo con la Dr.ssa Lei. Per quanto riguarda Milena Gabanell ancora non c’è conferma, ma non per una questione di soldi, ma vuole che venga ripristinato ciò che l’ex DG Mauro Masi aveva ridimensionato ovvero: la totale tutela giuridica per lei e i suoi collaboratori in caso di diatribe legali. Insomma la “cattolicissima” Lei, non mette in campo un totale spoil system, ma allestisce anche un merit system (letteralmente: sistema del merito), in base al quale la titolarità viene assegnata a seguito di una valutazione oggettiva della capacità di svolgere le relative funzioni. Ma tornando a Santoro, come si diceva, nessuna possibilità di inserire nella transazione la clausola di non concorrenza proposta, in un primo tempo, dai consiglieri di opposizione Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten: in Cda è stato precisato che Santoro non l'ha accettata e che, in ogni caso, avrebbe provocato ulteriori strascichi sul fronte della libertà di espressione garantita dall'articolo 21 della Costituzione. La Rai rinuncia – quasi con un sospiro di sollievo – a un programma come Anno Zero che ha avuto una quota di ascolto medio, in questa stagione, del 20,6% sul totale dei televisori accesi rispetto al 9% di Rai2 nell'intera giornata e al 10,06% in prima serata (con Anno Zero incluso, con la sua media di 5,4 milioni di spettatori e un picco oltre i 7 milioni il 27 gennaio). Secondo il listino Sipra, a maggio, uno spot di trenta secondi dentro il programma di Santoro costa 66mila euro e gli spot del programma di Santoro sono sempre stati tra i primi tre con i maggiori ascolti di Rai2. Ora la vicenda si chiude, dopo un passato tempestoso: si pensi solo alla telefonata in diretta di Mauro Masi a marzo e nel 2010, a fronte dell'impossibilità di andare in onda durante la campagna elettorale, la creazione di Rai per una notte, su una molteplicità di piattaforme trasmissive. Laconico il commento del presidente della tv pubblica Paolo Garimberti, che commenta: “Spiace”, ma “ho profondo rispetto per il diritto di ciascuno di essere artefice del proprio destino”. Scrive Francesca Scanchi su La Stampa che, chi conosce Santoro lo descrive non furioso come in altre occasioni e neanche scontento di vedere chiudere così, con la risoluzione del contratto, l’avventura di Annozero. Dispiaciuto, esasperato di sentirsi a malapena tollerato da un'azienda in cui è campione di ascolti. “Sembra che gli sia concesso andare in onda solo perché c’è una sentenza a stabilirlo, come se non contassero i sei milioni di spettatori che quest’anno gli hanno fatto vincere 16 prime serate su trenta. Non può rivedere minimamente il format, non può spostare manco una pianta che la Rai lo riprende”, sottolinea un amico che vuole conservare l’anonimato. Ed ora si parla di uno spostamento di Santoro a La 7, a rinforza la squadra già forte di Mentana, Lilli Gruber, Gard Lerner e gli altri; ma c’è anche chi sostiene che non è escluso un rientro in Rai, tramite “altre e diverse forme di collaborazione”, come recita il comunicato diffuso ieri.

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