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Parole dette, parole scritte

Le parole dette non sono come le parole scritte. Esse sono inquinate dai rumori, dalle emozioni e dalle intonazioni. Quelle scritte meglio rappresentano quello che pensiamo. E’ meglio, si conviene così per non rendere banale il contenuto di un messaggio. Ti lascio un impegno dovessi andarmene. Ti lascio un numero, un compito. E sarai tu a portarlo a termine nella maniera migliore che crederai ma senza lasciare dubbi in nessuno.
Non serve allora parlare tra gli umori ed i suoni della voce, i respiri e le pause.
Le parole scritte.
Lasciamo che siano esse a dettare la maniera di arrivare direttamente al punto. Stabiliamo però i confini. Alcuni confini anche se infiniti ma stabiliamoli per poterci girare dentro con tutti i mezzi ma a tappe illudendoci di avere in mano qualcosa come una mappa che descriva e nasconda un segreto. Possiamo rendere importante la nostra banalità anche se solo per noi stessi e per nessun altro tranne quanti vorranno (?) senza pretendere però né cambiamenti né correzioni.
Stabiliamo la ragione d’essere vincolandola vicendevolmente e avrà un senso non senza aver dato prima la propria vita in regalo agli affetti insuperabili.

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