GIULIANO PISAPIA E LUIGI DE MAGISTRIS SINDACI

Che frana! La nottata buia si avvicina all' alba di un giorno nuovo e speriamo che chi dovere non commetta troppi passi falsi. E’ doveroso esprimere ora alcuni ringraziamenti.
Un sentito ringraziamento per Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris , che hanno avuto la sensibilità di captare e rappresentare i sentimenti di tanta gente negletta, dimenticata e messa a tacere nella notte del berlusconismo, iniziata a Milano: i dimenticati delle periferie, i giovani disoccupati, i licenziati, i professori precari a perenne caccia di una cattedra da cui svolgere il proprio lavoro, i ricercatori emigrati all'estero, i lavoratori stranieri, necessari nei cantieri e nelle fabbriche ma nello stesso tempo combattuti perché portatori di culture altre, precari e sottopagati in nome del profitto di pochi, ed infine tutti quelli, giovani e meno giovani, che sono stanchi di sentire quotidiani attacchi feroci da parte di un presidente del consiglio che ha ostinatamente e sempre pensato e parlato contro una metà dell’Italia, per cancellarla per sempre ed impedirle di esistere, divertito da olgettine, Noemi, D’Addario e Ruby. “Mio nonno aveva le amanti, ma non le faceva ministro!” ha detto Alessandra Mussolini, un grazie anche lei per questo utile contributo. “La sinistra non si lava. Puzza”. Frase esplicita, senza dubbio rappresenta la cultura dell’emittente e dei riceventi plaudenti. No comment! Da rimpiangere il politichese delle “convergenze parallele”.
Un grazie sentito ad un'altro Giuliano, Giuliano Amato che come Presidente della Commissione per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ci ha spiegato bene, da vero luminare del Diritto Costituzionale, ed una volta per tutte, il significato profondo della parola federalismo. Disse durante una trasmissione in televisione, cito a memoria, che in Europa ci sono due modelli di federalismo. Quello svizzero, che con un complesso e delicato meccanismo di rapporti fra poteri locali e potere centrale, consente lo sviluppo delle comunità locali nell’unità dello stato svizzero. C’è poi il modello belga, che separa i fiamminghi dai valloni. E G. Amato aggiunse che il Bossi farebbe bene a chiarirci una volta per sempre quale dei due federalismi vuole. Sì, al modello che unisce, no, a quello che separa.
Grazie agli studenti del liceo di Cassino che, in una gelateria di Roma, hanno avuto il coraggio da cantare in coro un Fratelli d’Italia al Senatur della Padania ed a suo figlio.
Grazie anche a Barack Obama, le sue parole una luce lontana, ma visibile anche dall’altra parte dell’oceano.
Per concludere un grazie che riassume in sé, al di sopra di tutti i precedenti, al Presidente Giorgio Napolitano per la partecipazione alla messa di commemorazione delle vittime nel secondo anniversario del terremoto de L’Aquila, per le misurate, sentite e spesso addolorate esternazioni riguardanti lo scadere sempre più in basso della vita politica nelle istituzioni nazionali, autentico difensore e custode della Costituzione del 1946, come è stata voluta e costruita dai padri fondatori, che dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, contro tutti i tentativi di stravolgimento, fantasiosi e potenzialmente dannosi.

emedoro@gmail.com 30maggio 2011.

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