Berlusconi confidenziale ed Obama esterrefatto

Stupore, incredulità e smarrimento nello sguardo di Obama, dopo il profluvio di parole di Berlusconi che, a Deauville, mentre tutti i leader del G8 cercavano il loro posto intorno al tavolo ovale per la prima sessione di lavoro sulla sicurezza nucleare, si sposta rapidamente dall'altro lato, dove è già seduto il presidente USA, lo supera, raggiunge il fotografo Livio, gli sussurra poche parole e poi, mentre rientra al suo posto, lascia cadere distrattamentre la mano sulla spalla dello statunitense e, senza nessuna specifica motivazione, ex abrupto, gli dice che l’Italia è ostaggio di giudici di sinistra; parole prima sussurrate e poi scandite, con l’aiuto de l’interprete. Si è certamente chiesto, Obama, per quale motivo il capo del governo italiano dica a lui queste cose e durante il G8 e se lo sono chiesti in molti altri, anche nel Bel Paese. Alcuni hanno immaginato che Berlusconi abbia “sclerato” e che sia ormai fuori controllo, ma non credo. Chiunque lo conosca o lo abbia studiato, sa che il Cavaliere non lascia mai nulla al caso ed anche quelli che sembrano errori o peggio, terribili gaffe, hanno un preciso scopo ed un preciso significato. Egli sapeva che dopo l’uscita fuori luogo di Deauville i giornali avrebbe polarizzato i titoli di prima pagina su di lui e che il tenore dello scontro in atto per le amministrative si sarebbe inasprito, creando quei toni da rissa da cui lui, di solito, esce vincitore. Quindi ha giocato la carta della “sparata a sorpresa” allo stupefatto ed imbarazzato Obama, intorno al tavolo del G8, ben sapendo del rischio che le elezioni amministrative di domenica, in caso di esito negativo, possano dare la stura ad un nuovo attacco concentrico della Procura di Milano e degli altri magistrati contro di lui e gli uomini del centrodestra: Verdini, Scajola, forse anche la ripresa dell'inchiesta P4 a Napoli, con il coinvolgimento di Gianni Letta. E allora Obama, che da stasera sarà a Varsavia dove incontrerà anche Giorgio Napolitano all'incontro dei Capi di Stato dell'Europa centrale e orientale, andava avvisato prima, gli doveva essere spiegato per filo e per segno qual è lo scenario che si potrebbe creare in Italia e che, in un quadro mutato, potrebbe anche compromettere la tradizionale “amicizia” tra Roma e Washington. Così i primo ministro è tornato a giocare la carta del “pericolo comunista” e, stasera, in Piazza del Plebiscito a Napoli, prenderà parte al concerto di Gigi D'Alessio per Lettieri sindaco. L'episodio francese ha mandato su tutte le furie le opposizioni. Non so, commenta sarcastico il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, “magari Berlusconi ne ha parlato con Obama per chiedere un intervento della Nato contro le toghe”. Per il leader Udc Pier Ferdinando Casini, è che ormai “stiamo perdendo il senso delle dimensioni. E poi, aggiunge, questo è quello che siete riusciti a capire voi giornalisti, ma chissà che altro gli ha detto”. Infuriato anche il presidente dell'Anm Luca Palamara, che reputa molto grave il fatto che il premier abbia mosso queste accuse anche “all'estero” e che una fondamentale istituzione dello Stato sia stata “denigrata agli occhi di uno dei più potenti capi di Stato del mondo”. Ma sono proprio queste le reazioni che Berlusconi cercava, per radilicarizzare lo scontro e riportare i cosiddetti elettori “moderati” a fare quadrato attorno ai suoi candidati, nelle due città-simbolo di Milano e Napoli. Significativo anche il comportamento di Sarkozy, che, anche lui in caduta di consensi, accoglie fra sorrisi e strette di mano il nuovamente amico Berlusconi e si “illumina d’immenso”, con l’entrata, salutata con parole garbate da Obama, di Carla Bruni-Sarkozy, in un elegantissimo vestito bianco, che ne sottolinea grazie ed incipiente maternità. In apparenza i temi trattati a Deauville sono stati tanti e tutti di grande importanza: dal nucleare alle rivolte arabe, passando per le regole per Internet, la successione al Fondo monetario internazionale, il sostegno all'Africa, l'impegno in Afghanistan. Nella realtà i veri protagonisti sono stati Berlusconi e Sarkozy, due leader in cerca di rivalsa, riscatto e nuova forza per risalire la china, che hanno preferito concentrarsi su fatti privati e risolvere i loro di problemi.

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