Tutto avrebbe avuto un senso se sapessimo del dopo passo per passo. La pretesa è irrevocabile e necessaria. Sospesi su una bolla di aria, andiamo incontro ad un esercito di aghi. E non dirmi che non è così. Domani deve essere oggi per aver il tempo materiale di lasciare una giustificazione. Uno straccio di giustificazione. Quasi un atto dovuto. Un minimo di prova. Serve di sapere il dopo, neanche l’oggi di ora riesce più a dare motivazioni di sperare. La speranza non serve contro la tradizione secolare. Ci assentiamo molto volentieri in quel di ieri, in quel dopo di ieri che conosciamo solo oggi. Quella è una certezza utile a ricordare e vivere in pieno quei momenti inutili mentre passavano. Lungo i marciapiedi mentre andavamo incontro alla possibilità remota di una novità. Nelle piazze, nei bus, dietro ai finestrini raso raso agli alberi ed agli altri. La pretesa è irrevocabile. Nessuno potrà pretendere di convincerci del contrario. La vita è brevissima nella sua incredibile eternità. Cosa faremo poi? A chi dovremo dare conto? Quando potremo lavare le offese dalla nostra pelle e finire di essere commiserati come degli incapaci di intendere? Come faremo a rispondere alle domande che ci faranno quando non saremo presenti?
Ma dimmi siamo vissuti per niente oppure era proprio il niente l’obiettivo raggiunto ed incassato dalla vittoria che non abbiamo saputo riconoscere? Dimmi la pretesa è o no irrevocabile?