Il segretario PD: “Doveva mantenere le promesse in 5 anni, ne son passati 10, ha governato 8 e non è successo niente. Fanno decreti aspirina: non risolvono i problemi veri del Paese: lavoro e i giovani. Basta false promesse, Berlusconi è un imbroglione, un imbonitore”
pubblicato il 11 maggio 2011 , 625 letture
“E' un imbroglione, un imbonitore”. Pier Luigi Bersani ha respinto così l'accusa di Silvio Berlusconi alla sinistra di voler introdurre la patrimoniale. “Non ho intenzione di mettermi a discutere con falsità di questo genere”, ha aggiunto il segretario del Pd a Ballarò.
“Credo che queste favole non funzionino più. Noi non siamo per le tasse, siamo per la fedeltà fiscale”, ha spiegato il leader democratico. “Se pagano tutti si paga meno. Noi non abbiamo mai fatto un condono. Siamo per alleggerire il carico sul lavoro e sulle famiglie numerose e spostarlo sulle rendite finanziarie”.
“Al contrario è stato il premier ad alzare le tasse”, ha puntualizzato Bersani. “Abbiamo festeggiato i dieci anni del contratto con gli italiani, doveva mantenere le promesse in 5 anni, ne sono passati 10 e lui ha governato per 8. Cosa è successo?”
E ha strappato una copia del contratto.“Quanto a pressione fiscale – ha chiarito il segretario – abbiamo avuto quella più alta del decennio, il record di pressione fiscale. E' chiaro che è diventata intollerabile. Berlusconi ha messo lui la patrimoniale, nel federalismo, con l'Imu”.
“Non è vero che il governo non ha preso soldi dalle tasche degli italiani”. Bersani ha quindi ricordato l'aumento delle tasse sulla benzina. “Dalle tasche degli italiani verso Tremonti va 1 miliardo e due senza dir niente. Hanno detto che era per la cultura, ma alla cultura gli hanno dato 180 milioni di euro dopo averne tagliati 350”, ha spiegato. “Voi prendete fraudolentemente i soldi dalle tasche degli italiani mentre predicate che non prendete niente”, ha insistito rivolto al ministro Maurizio Sacconi.
Pier Luigi Bersani ha poi fatto una previsione ben circostanziata sull’economia italiana. “Se guardiamo onestamente le cose, vediamo- e sono dati del ministero del Tesoro- fino al 2014 una tendenza per cui non ci sarà un abbassamento delle tasse, calerà il reddito dei dipendenti, non ci sarà nessuna inversione significativa e sarà necessaria una manovra da 40-50 miliardi di euro. Anzi, guardando i conti ce ne vorranno due o tre”.
Parlando poi delle imminenti elezioni amministrative, Bersani ha ritenuto inappropriate le ironie di Tremonti sul cognome di origine partenopea del candidato del Pd a Bologna, Virgionio Merola. ''E' stato indecoroso l'intervento del ministro del Tesoro a Bologna, dico che i nostri sindaci quelli che vinceranno, indipendentemente da come si chiamano, governeranno per tutti''.
''Tremonti che ora fa l'Europeo – ha aggiunto il leader del Pd, stigmatizzando un passaggio del ministro contro gli immigrati – sappia che quel populismo lì sta crescendo e in Finlandia hanno preso il 19%. Ebbene per quei finlandesi li' Tremonti è un terrone, bisogna che se ne renda conto, perchè messa così c'è sempre uno più a nord di te e che chiude la porta più duramente di te.
Bersani poi è stato molto critico sull’atteggiamento propagandistico di Tremonti e del premier, che accusano gli ex alleati di avergli impedito di portare avanti le riforme. “Hanno governato assieme otto anni su dieci ed è sempre colpa di qualcun altro”, ha ricordato, “quanti anni volete governare perchè sia colpa vostra? Quanti, 30?”
''Da 15 anni, da quando c'è Berlusconi, mangiamo tutti i giorni pane e giustizia e la giustizia non funziona, non cambiano niente perchè lui ha interesse a non cambiare niente per continuare la guerra con i magistrati'', ha poi affermato Pier Luigi Bersani a margine della trasmissione. ''La colpa è sempre degli altri, dei comunisti, dei magistrati'', ha sottolineato ancora il leader del Pd. ''Stanno correndo le loro cavalline… fanno il gioco delle parti.. ma poi voteranno la Moratti''.
Bersani ha criticato la poca incisività delle politiche del governo contro la crisi, sempre negata dal premier Silvio Berlusconi. “Il decreto sviluppo- ha detto il segretario del Pd al termine della puntata di Ballarò – per gli imprenditori che sono persone concrete, ha l'effetto di una aspirina che certo non fa male, ma di fatto è la quindicesima frustata che prende l'eco da due anni, ma l'economia non se ne è accorta. Ci vuol altro, nessuno fa miracoli o ha la bacchetta magica, ma ci vuol altro”.
“Intanto – ha premesso- bisogna ammettere la realtà. Se i problemi li neghi non ti metti nella condizione di affrontarli”, ha ammonito, “Tutto deve avvenire a sua maggiore gloria e dunque tutti i cieli devono essere azzurri. Non ho mai sentito Berlusconi dire 'c'è un problema e l'affrontiamo e chi ha di più deve dare di più’. Invece si va avanti solo a spot “. Bersani ha evidenziato le promesse mancate del governo anche sulle opere pubbliche previste da Silvio Berlusconi 10 anni fà. “Sulla lavagna di Vespa, Berlusconi aveva scritto 18 opere pubbliche, dopo 10 anni ne sono partite tre. Dunque, non s'è fatto un tubo”, ha aggiunto.
“Al contrario, penso che sia urgente che noi e voi ci mettiamo davanti un problema o due: lavoro, giovani e lavoro”, ha poi detto rivolto al ministro Maurizio Sacconi. “Dobbiamo trovare il modo di mettere un pò più di crescita e dare un pò più di lavoro se no ci avviteremo e caleranno anche le entrate, molte piccole aziende non riusciranno a pagare le tasse. “.
“Dobbiamo dare un minimo di gas a questa economia. Mettiamoci a discutere”, ha concluso Bersani.