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NUCLEARE CIVILE E MILITARE: IL CASO SARDEGNA A BRUXELLES

Incontro con esperti e testimonianze sulla situazione nell'Isola tra “uranio arricchito” e “uranio impoverito” e le prospettive di lavoro regionali, nazionali ed europee

Si è svolto giovedì 5 maggio 2011, presso il Comitato Economico e Sociale di Bruxelles, un incontro-dibattito dal titolo “Nucleare civile e militare – Il caso Sardegna: uranio, Quirra, referendum”, organizzato dall'Associazione Culturale Sarda Martino Mastinu “El Tano”, l'Associazione Culturale Antonio Gramsci e il Mouvement Chrétien pour la Paix, con la partecipazione di Mariella Cao del Comitato Sardo “Gettiamo le Basi” e di Ria Verjauw, della International Coalition to Ban Uranium Weapons. Pur impossibilitati a partecipare, hanno dato il loro appoggio e saluto ai partecipanti l'europarlamentare sardo Giommaria Uggias – autore della recente interrogazione alla Commissione Europea sui fatti del Poligono di Quirra – e il Presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia.

Dopo l'introduzione da parte degli organizzatori, Mariella Cao ha parlato della situazione intorno al “poligono della morte” di Salto di Quirra, dove si rileva da anni contaminazione dall'uso di armi all'uranio impoverito e altri elementi radioattivi, con gravi effetti sull'ambiente, gli animali e le persone. Un “campo di test di bombardamento” dei più sofisticati tipi di arma che sta provocando una vera e propria strage, una “sindrome di Quirra” con caratteristiche del tutto simili a quella “Golfo-Balcani” delle guerre in Iraq e Jugoslavia. Dai rapporti dei veterinari e i movimenti di popolo, con il coinvolgimento della stampa sarda e diverse istanze politiche e sociali, si è arrivati all'inchiesta giudiziaria che ha disposto sequestri di sistemi di armamento e di zone di operazioni in terra e in mare. Sono già state realizzate delle indagini epidemiologiche e delle Commissioni Parlamentari d'Inchiesta con alcuni risultati importanti, come il rovesciamento dell'onere della prova sul Ministero della Difesa riguardo alla pericolosità dell'uranio impoverito. L'obiettivo della lotta è il pieno riconoscimento dei dati oggettivi del problema – le morti, le malattie, le malformazioni – e l'affermazione del principio di prudenza per ottenere la moratoria delle attività del Poligono, la bonifica della zona e il risarcimento alle vittime.

Ria Verjauw, a sua volta, ha descritto cosa sono e come e dove vengono usate le armi all'uranio impoverito, e i loro effetti. È in corso una campagna internazionale per bandire tali pericolosissime armi, anche con delle risoluzioni dell'ONU, l'ultima delle quali nel 2010 è stata respinta dagli Stati più attivi nella loro fabbricazione e uso (USA, UK, Francia, Israele); l'Italia ha votato a favore, mentre il Belgio è oggi il primo paese al mondo che ha espressamente proibito per legge ogni attività con armi all'uranio impoverito. È necessario che la campagna continui e si intensifichi, con la partecipazione di tutte le entità politiche e sociali per fare pressione sulle autorità competenti civili e militari di più paesi.

Nel dibattito con i partecipanti si sono approfonditi alcuni dei temi trattati, e nelle conclusioni si sono delineate le prospettive di lavoro a livello regionale, nazionale ed europeo:
– l'impegno nella più ampia presa di coscienza del problema e il sostegno alle associazioni e i comitati attivi in questa lotta, che è molto difficile per i notevoli interessi politici, militari ed economici nelle interrelazioni strette tra nucleare “civile” e quello “militare”;
– la massima partecipazione agli imminenti referendum, il 14-15 maggio in Sardegna contro l'installazione di centrali nucleari e depositi di scorie radioattive, e il 12-13 giugno in Italia per fermare il nucleare (oltre che sull'acqua pubblica e il cosiddetto “legittimo impedimento”);
– il coinvolgimento attivo di “sponde istituzionali” ai movimenti di popolo a tutti i livelli, sensibilizzando adeguatamente i rappresentanti politici per delle iniziative ancora più incisive, così come di fronte ai referendum e ad una possibile nuova risoluzione del Parlamento Europeo sulle armi all'uranio che tenga conto anche del caso di Quirra, dopo l'audizione del Comitato Sicurezza e Difesa nel prossimo ottobre.

Tutti i riferimenti e materiali su: http://gramscibxl.tripod.com/nucleare-sardegna.html

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