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Il cattolico Luigi Amicone stravolge il significato del Vangelo

Gad Lerner, durante la sua trasmissione su La7, del 9 maggio, a proposito della ricchezza di Silvio Berlusconi e di Letizia Moratti, fa osservare che in una democrazia non dovrebbe esserci tanta distanza tra ricchi e poveri e, guardando il cattolico Luigi Amicone, fa cenno al valore evangelico dell'uguaglianza. E il cattolico ricorre immediatamente ad una parte (solo ad una parte) d’un versetto del Vangelo che, fuori dal contesto, assume un significato ben diverso da quello che ha realmente: “I poveri li avrete sempre con voi” (Mt 26, 11). Ora, salvo che il cattolico Amicone non conosca bene le Scritture, ci vuole davvero molta sfacciataggine e superficialità ad un tempo, per servirsi strumentalmente di poche parole del Vangelo, per sostenere che in fondo Gesù quasi approvasse la coesistenza della ricchezza e della povertà. Le volte in cui Gesù nel Vangelo condanna la ricchezza e i ricchi non si contano, e del resto la sua predicazione avrebbe dovuto portare l'umanità alla totale eliminazione della povertà. Ma veniamo al versetto usato con furbizia da Luigi Amicone. Agli apostoli che protestano per lo spreco del prezioso unguento versato dalla sorella di Lazzaro sulla testa di Gesù, questi dice: “Perché infastidite questa donna? Ella ha compiuto una buona azione verso di me; poiché, mentre i poveri li avrete sempre con voi, me invece non mi avrete sempre” (Mt 26,10 – 11). Il primo e il secondo “sempre” si riferiscono alla vita fisica degli apostoli, non a duemila anni dopo, epoca in cui qualcuno ne avrebbe stravolto il significato. Gesù, infatti, sarebbe stato sempre con gli apostoli e con gli uomini: “Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

Attilio Doni

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