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Tunisia a pedali Goodbike Amo la Libertà  da Mounir Romdhani

Alle ore 18,15 del 4 maggio Mounir Romdhani mi manda un messaggio: ” sono partito da Benguerdane questa mattina, pedalo e penso in libertà !! Penso a tutti quelli che per vivere fuggono con quel poco che hanno, penso a quelli che con un piccolo gazebo hanno fatto un ufficio per cambiare valuta,a ben guardare… ce ne sono una trentina. Penso a quelli che con qualche bidone si sono inventati un benzinaio, ce ne sono dappertutto! Penso a quell’ occidente che ha venduto armi a un assassino e lo hanno pure omaggiato!! E adesso li sta usando contro il suo popolo. Penso al momento in cui inizierà l’attacco terrestre e penso non basta il danno che avete fatto fin ad ora. Penso e pedalo liberamente e liberamente vi dico cari politici, siete il male di questo mondo: Vergognatevi”.
Con Sms del 4 maggio ore 18,26, a caratteri maiuscoli: “ PEDALO LIBERAMENTE E PENSO LIBERAMENTE . MACINO ASFALTO E VEDO INTORNO A ME TANTA VOGLIA DI VIVERE DI GENTE CHE FUGGE E SI RIFUGIA IN LUOGHI DOVE NON SI RISCHIA DI MORIRE PER UN CAPRICCIO DI UN DITTATORE CHE FINO A POCO TEMPO FA SI E’ VISTO BACIARE LA MANO E ONORATO IN FRANCIA IN GB E CHI SA DOVE ALTRO! PENSO E PEDALO LIBERAMENTE E MI VIENE IN MENTE L’IPOCRISIA DI UN OCCIDENTE RIDICOLO E PERICOLOSO. PENSO CHE QUESTE GUERRE SONO FIGLIE DI UNA IRRESPONSABILITA’ DI UNA CIVILTA’ OCCIDENTALE DI UN INTERESSE ECONOMICO E PERSONALE DI ALCUNI, PENSO E PEDALO CON LA SPERANZA DI UN MONDO MIGLIORE! MA PER QUESTO CI VOGLIONO PERSONE MIGLIORI, E NOI LO SIAMO!!”

E ora passo a quanto è stato raccolto nei giorni precedenti con le foto che ci ha inviato e Mohamed Ben, come Mozica01, ha curato per noi…BENVENUTO GOODBIKE 4: Sfax-Gabès-Djerba-Medenine
Italia – Tunisia – Italia … in bicicletta Maggio 2011


Il giorno 26 aprile sono arrivato a Sfax, una città industriale caotica, l’unica attrattiva è la medina che non è turistica ma è piena di negozi di tutti i generi artigianato e con diversi mercati di pesce frutta e verdura e tanto altro, credo valga la pena farci una visita. Avevo deciso di prendere una stanza d’albergo appena due km dalla medina, questo albergo è di recente costruzione e si trova sulla statale che mi ha portato da Mahdia. La prima nota di questo albergo è la presenza di tante famiglie libiche fuggite dalla guerra per ripararsi qui, ma c’ è un altro particolare , Sfax è piena di cliniche fatte costruire su richiesta del governo libico, perciò passando davanti ad alcune, ho visto parcheggiate auto targate Libia, il che vuol dire anche che tanti feriti o persone che necessitano di cure… qui si trovano ben accolte. A Sfax durante la rivoluzione non è successo un gran che…è morto un ragazzo di 14 anni per causa gas dei lacrimogeni, per il resto nulla. Sfax è una citta d’affari di qualsiasi genere, devo dire che mi è sembrata noiosa.
Ieri, 29 aprile, sono partito da Sfax al mattino presto verso le otto di mattina avevo davanti 140 km da fare prima delle cinque, per aver tempo di organizzarmi per dormire, pero c’ era un amico che mi aspettava, un medico amico di Majdi Calboussi: il traffico del mattino a Sfax è peggio di qualsiasi città che io ho conosciuto, il codice della strada non esiste e la poca polizia che si trova lungo il percorso che dovevo fare per uscire, non faceva un gran che, dopo quasi un ‘ ora sono riuscito a tirarmi fuori…avevo il vento a favore e tanto verde,in particolare gli olivi che non finivano mai. Il pericolo maggiore in questo viaggio sono i camion, a volte esco fuori di strada per evitarli !! Altri che vengono di fronte e sorpassano senza considerarti, li ho sempre ricompensati con il dito medio e un bel vaffa!!!! Dopo 70 km il vento si è girato e lì è cominciato il delirio, perchè se c’ è qualcosa che un ciclista non sopporta, è il vento contrario…però tentando di essere una persona giusta, ho accettato anche questa condizione, dovevo solo saper pedalare bere e mangiare spesso. A volte mi sono fermato a parlare con studenti che non credevano che fossi compaesano loro, e io dicevo loro che tutto è possibile se lo si vuole: ho consigliato loro di intraprendere questa avventura quando saranno grandi. Con grande piacere spesso tanti quando vedono la bandiera tunisina gridano, viva la rivoluzione, io con il pugno chiuso contraccambio.
Durante il viaggio ho trovato un gruppo di persone con una tenda davanti a una fabbrica di piastrelle, 15km da Gabes, un presidio che va avanti da tre mesi, rivendicano i loro salari non pagati e il loro diritto di continuare a lavorare, non vogliono nè incentivi e nemmeno aiuti statali,vogliono lavorare, mi hanno concesso un’ intervista video. Sono arrivato a Gabes in orario ma stanco,e qui la presenza dei libici è più visibile. Dopo aver incontrato l’amico Firas,che mi ha accompagnato al campus della gioventù dove ho trovato una stanza, sono uscito la sera per mangiare e ho conosciuto il proprietario del ristorante dove ho consumato, e con cui ho parlato della situazione di Gabes,che secondo lui non promette bene,e la gente non ha più paura e non è stupida. Mi ha parlato di mani invisibili che stanno cercando di cambiare le carte in tavola, mi ha anche detto che certi personaggi si sono arrogati il diritto di prendersi il merito di questa rivoluzione senza aver fatto nulla, ma sono stati smascherati. Dopo mangiato sono andato verso il campus dove ho notato un pickup con la bandiera tunisina e quella dei rivoluzionari libici, la cosa mi ha fatto piacere e mi sono fermato a parlare con loro, ho scoperto che sono tutti libici… poi è arrivato un ragazzo tunisino,che mi ha spiegato che il loro lavoro è accogliere i libici scappati dalla guerra in questo campus, il tempo necessario per trovargli un sistemazione da qualche famiglia che li ospiti oppure un appartamento(continua)
I ragazzi di Gabes sono molto attivi e concreti, non cercano nè fama e nemmeno una sedia, si chiamano tunisini liberi per una Libia libera. Sono impegnati tutto il giorno e appena arriva un gruppo di famiglie si danno da fare per fornire loro le prime necessità, farmaci pannolini per i bambini e cibo e quello che occorre per l’igiene personale, dopo si parte alla ricerca di un luogo sicuro per sistemarsi o da una famiglia o in un appartamento preso in affitto,qui sono a casa e sanno di trovarsi in mani fidate. Ci sono due tipi di libici,quelli ricchi che si trovano in alberghi di lusso a Sfax Gerba e anche a nord,e quelli che non possono permettersi nulla di tutto questo. Questa mattina ho visto con i miei occhi arrivare una famiglia,vi ho mandato una loro foto,mi sono sentito triste profondamente, i ragazzi collaborando insieme riescono a soddisfare le esigenze di queste famiglie,ci sono libici che parlano solo il berbero perciò i giovani libici fanno da interprete, in tutto questo lo stato è assente e le istituzioni non si vedono. Ho conosciuto un medico algerino sposato con una signora francese,e che prima stava in Libia,mi ha detto che è fuggito dalla Libia perchè non lo facevano lavorare,mi ha anche detto che un giorno in sala operatoria mentre stava operando un insorto, sono entrati i fedeli di Gheddafi e gli hanno vietato di operarlo, dopodichè l’insorto è stato ucciso…a quel punto il medico ha abbandonato la Libia e adesso fa la spola in tutta la zona sud Tunisia curando tutti i libici che ne hanno bisogno. So di gente che ha caricato il proprio mezzo con tutto il necessario e la propria famiglia e li hanno portati da questa parte, poi sono tornati a combattere,qualcuno mi ha raccontato di un miliziano di Ghedaffi che è venuto qui per vedere la situazione: i libici non vogliono essere ripresi finchè la situazione non sia chiara,anzi finchè Ghedaffi non muore,hanno voglia di parlare hanno voglia di non arrendersi, ma quello che stanno facendo qui al sud è una cosa degna di un popolo civile. Scusatemi ma mi sento veramente fiero di essere tunisino. (ps) Quì hanno bisogno di tende se qualcuno sa dove chiederle per mandarle ai ragazzi qui io vi do tutti i contatti, grazie.

sms ore 18,26 2 maggio tramite Ida Donati
“Scrivo questo messaggio per descrivere cosa vuol dire stare in mezzo a una tempesta di sabbia! Una tempesta di sabbia è simile, come immagine, alla nebbia, solo che la nebbia è fatta di minuscole gocce d’acqua. La tempesta di sabbia è fatta di minuscoli …granelli di sabbia finissima che arriva direttamente dal deserto che non è lontano da qui! Entra dappertutto e non la puoi sfuggire. E’ ovunque e impressionante, se poi aggiungi il caldo che porta con sé il gioco è fatto. Il sole lo intravedi. La sabbia, a fine giornata e girovagando a cercare storie e luoghi, la trovi anche nelle mutande! La gente di Djerba sembra non curarsene più di tanto. Il commercio del turismo deve andare avanti. Djerba è una macchina di soldi il resto è nulla!”
Ho parlato ora al telefono con Mounir. Si trova a 30 km dal confine con la Libia (e mi preoccupa molto). Ha parlato con Umanitari, credo, perché la linea era disturbata e non sentivo bene, ma ci invierà sms di aggiornamento! Si parla di attacco a terra e bombardamenti! Lo stimolo a tornare indietro e, dice, ci sta pensando… Mounir…

ore 19,12 3 maggio
Quando sono arrivato a Djerba non pensavo minimamente di trovare un’ isola fuori dal mondo. Appena sbarcato e parlato con qualcuno non ho minimamente notato interesse per quanto riguarda la rivoluzione o il problema Libia: i libici ci sono ma in albergo,e per loro va bene, portano lavoro,basta e avanza e i loro problemi non interessano ai djerbiani,i caffè non sono affollati e questo vuol dire che la gente lavora. Djerba è un territorio turistico, oltre agli alberghi ci sono case di proprietà di occidentali che affittano le stanze, sono come i b&b, la mano d’opera è a basso costo, sono tutti giovani e ho notato che per loro lavorare in albergo è un’ occasione per vivere con gli occidentali, e perche non avere relazioni anche sentimentali? Quello che puoi fare in albergo non te lo puoi permettere fuori: l’unica nota positiva è un locale dove lavora un amico in comune di Majdi Calboussi,che devo ringraziare per l’aiuto che mi sta dando!! E’ un locale che offre un ottimo servizio e famoso per la chicha il narghilè per intenderci…è arredato in maniera splendida,quando entri hai la Tunisia intera davanti, con quadri d’autore e oggetti vari e originali, molto rilassante e piacevole,vi racconto questo perchè i giovani tunisini sono in grado di offrire un ottimo servizio e danno una immagine positiva del loro paese.
Sono partito questa mattina presto, la giornata è splendida e soleggiante, ho deciso di fare la costa da Midun a El Kantra dove si trova questa strada di epoca romana che porta a Zarzis: devo dire che per più di venti km non vedevo altro che resort e alberghi tutti stranieri,una cosa noiosa e nulla di interessante. Hanno distrutto tutto per costruire queste strutture. Le mie pedalate libere andavano a meraviglia, di tanto in tanto mi fermavo per parlare con qualcuno per sapere qualche notizia, le auto dei libici si facevono più numerose, piu mi avvicino a Zarzis e più la presenza aumenta. Un signore che ha un negozio di generi alimentari, alla mia domanda di quanti libici ci sono…mi ha risposto dicendomi che non ci sono mica solo i libici qui!! Ci sono sudanesi africani indiani e tanti altri,diamo una mano a tutti, non facciamo differenze fra gli uni e gli altri, si nota l’orgoglio nelle parole e nei fatti,siamo un grande popolo mi ha detto!!!e quando ha saputo che venivo dal’ Italia, si è messo a ridere e mi ha chiesto di dirlo in Italia, che il popolo tunisino non si è tirato indietro di fronte a questi disperati che sono venuti a rifugiarsi qui da noi…INVECE per quelli che sono arrivati in Italia c’ è stato il fine mondo!!!
Zarziz è poco interessante, ho mangiato e sono ripartito per arrivare presto a Ben Guerdane, 30 km dal confine libico: la terra si faceva sabbiosa, avevo il vento sul lato destro, a volte a favore, però la forma c’ è e io mi sto divertendo,più mi avvicinavo a Ben Guerdane e più le auto sono libiche… a un certo punto mi sono chiesto se sono in Libia!!! Finalmente arrivo e vedo un ristorante, mi fermo per mangiare e vedo un operatore che fa parte di una organizzazione internazionale per i rifugiati. E’ francese e quando mi ha visto mi ha detto tu sei un pazzo e coraggioso a viaggiare in bici!! Abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, a un certo punto ha iniziato a dirmi delle cose sul suo lavoro: è stato in diversi posti nel mondo ma quello che sta vedendo qui è oltre il suo limite,è incazzato con Sarkozy e la sua politica!! Mi ha confessato che non ce la fa più, e intende andarsene via fra una settimana…
Oltre a questo mi ha detto che la situazione è peggiorata perchè Gheddafi non riesce ad arruolare mercenari dall’ Africa sahariana,in più mi ha detto che i francesi e gli inglesi si stanno preparando per attaccare via terra e lo faranno forse entrando dalla Tunisia!! Anche l’Algeria è in fermento e la situazione non è per nulla simpatica, per questo motivo ha deciso di lasciare e andare via, senza risparmiare un bel vaffa a Sarko e a tutta la classe politica occidentale che prima omaggia e poi bombarda!!
A Ben Guerdane ci sono tanti giovani che riempiono i caffè, la vita scorre normale, i libici si sentono a casa e vedo tanti camion merci diretti verso il confine, ci sono anche tanti corpi diplomatici da tanti paesi: questo secondo me è il luogo dove ci sono più organizzazioni mondiali che stanno a fare cose che potevano evitare già da prima con una giusta politica.

“Scrivo questo messaggio per descrivere cosa vuol dire stare in mezzo a una tempesta di sabbia! Una tempesta di sabbia è simile, come immagine, alla nebbia, solo che la nebbia è fatta di minuscole gocce d’acqua. La tempesta di sabbia è fatta di minuscoli …granelli di sabbia finissima che arriva direttamente dal deserto che non è lontano da qui! Entra dappertutto e non la puoi sfuggire. E’ ovunque e impressionante, se poi aggiungi il caldo che porta con sé il gioco è fatto. Il sole lo intravedi. La sabbia, a fine giornata e girovagando a cercare storie e luoghi, la trovi anche nelle mutande! La gente di Djerba sembra non curarsene più di tanto. Il commercio del turismo deve andare avanti. Djerba è una macchina da soldi il resto è nulla! “
Ho parlato ora al telefono con Mounir. Si trova a 30 km dal confine con la Libia (e mi preoccupa molto). Ha parlato con Umanitari, credo, perché la linea era disturbata e non sentivo bene, ma ci invierà sms di aggiornamento! Si parla di attacco a terra e bombardamenti! Lo stimolo a tornare indietro e, dice, ci sta pensando… Mounir…

Ricevo sms di Mounir 3 maggio ore 20,18
“DORIANA, VUOI PRENDERE NOTA PER FAVORE E CONSERVARLO? TUTTO BENE. LA FORMA ECCELLENTE E SI PEDALA IN TUTTA LIBERTA’. SONO NEL DESERTO A 30 KM DALLA LIBIA. HO DECISO DI NON ANDARE AL CONFINE. DOMANI ANDRO’ A MEDENINE, OGGI HO INCONTRATO UN FRANCESE CHE LAVORA PER UN’ ORGANIZZAZIONE PER RIFUGIATI E NON MI HA DATO BUONE INFORMAZIONI. STA PER ACCADERE QUALCOSA DI POCO SIMPATICO!! DORIANA SA TUTTO! PERO’ VOLEVO PARLARE DI UNA COSA CHE MI HA COLPITO PROFONDAMENTE, LA SOLIDARIETA’ NEI CONRONTI DEI RIFUGIATI… SE SI SOMMANO I LIBICI SUDANESI E QUELLI DEL CIAD E ALTRI PAESI LA POPOLAZIONE DI BEN GUENDARNE DOVE MI TROVO ADESSO SONO IN NETTA MINORANZA! CI SONO PIU’ AUTO LIBICHE CHE TUNISINE, CREDO CHE IL POPOLO TUNISINO HA E STA DIMOSTRANDO UN GRADO DI CIVILTA’ SUPERIORE A QUELLO PADANO TANTO PER FARE UN ESEMPIO!! OGGI UN GIORNALISTA MI HA DETTO CHE LA TUNISIA HA RICEVUTO 317 MILA RIFUGIATI, A QUESTO PUNTO MI VIENE DA CHIEDERE LA CIVILTA’ DOVE STA QUA O LA IN PADANIA DEI CELOMOLLISTILEGHISTI?”

Questo è quanto abbiamo e ho raccolto in questi giorni, il nostro viaggio continua, in bicicletta per la Libertà. Fatela volare…la comunicazione vera. Grazie Reset Italia, lo dico io ma sopratutto Mounir Romdhani, che pedala…Soffia nel vento e GOODBIKE.
Doriana Goracci

Quante strade deve percorrere un uomo
prima che possiate chiamarlo uomo?
E quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
prima di dormire sulla sabbia?
E quante volte devono volare le palle di cannone
prima di venir proibite per sempre?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.
E quanti anni può esistere una montagna
prima di essere dilavata, fino al mare?
E quanti anni può esistere un popolo
prima di essere lasciato libero?
E quante volte può un uomo volgere il capo
e fingere di non vedere?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.
E quante volte un uomo deve guardare in alto
prima di vedere il cielo?
E quanti orecchi deve avere un uomo
prima di sentir piangere gli altri?
E quante morti ci vorranno
prima che capisca che troppa gente è morta?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.

N.B. 0021624330592 è il contatto telefonico per parlare con Mounir Romdhani in Tunisia e il viaggio è stato reso possibile grazie all’Associazione 24marzo Onlus http://www.24marzo.it/ mounir@24marzo.it

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