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Alle porte del Sahara con Mounir Romdhani e 791 km di pedalate

Riprendono le notizie che Mounir Romdhani ci sta mandando dalla Tunisia, quotidianamente, insieme alle foto e dalla sua Bicicletta infaticabile e “vera”, come la Libera Comunicazione che amiamo. Lascio tutto lo spazio con una sola premessa, consiste in quanto mi ha comunicato telefonicamente nella serata del 28 aprile, da Sfax: “Ci sono molte cliniche libiche e sembra con materiale medico di prima scelta e preparatissimo personale, mano a mano che mi avvio verso il confine con la Libia. Circolano intere carovane di famiglie libiche con auto di grossa cilindrata…” Ora, mentre stavo scrivendo, mi ha chiamata, ore 20 in Italia del 29 aprile, dicendomi è importante: “a Tunisi ad Avenue Bourghisa, un gruppo di persone riunite in preghiera per il venerdì, è stato caricato violentemente senza nessuna giustificazione, a Kassrine e a Gafsa, sono stati dati alle fiamme due carceri e sono scappati TUTTI. Camion merci caricano beni vari in Tunisia e li portano al confine con la Libia per introdurli all’interno. ” Oggi Mounir ha fatto 140 km in bicicletta, con metà di vento a favore e metà contro, c’è uno scirocco forte. La situazione è tangibilmente sempre più pericolosa, via via che si avvicina al confine…Ha percorso fino ad oggi 791 km. Gli ho raccomandato prudenza e lui sa e vuole , ritornare sano e salvo in Italia.

Non posso non pensare alle notizie appena lette e alle bombe che hanno stroncato vite umane a Marrakesh e ad “altre” , decise dal governo italiano e la Nato e si aggiunge dall’ Ansa: “Tensione altissima tra Tunisia e Libia per lo sconfinamento di alcune decine di soldati di Gheddafi che tentavano di riconquistare il posto di frontiera di Dehiba-Wazin, controllato dagli insorti libici. I lealisti sono stati affrontati dalle forze di sicurezza tunisine che, al termine di un conflitto a fuoco, li hanno fermati, disarmati e rimpatriati dopo alcune ore di interrogatorio. Secondo alcuni testimoni sul posto, negli scontri è stata colpita a morte una donna tunisina. L’agenzia Reuters informa che le forze lealiste si sono scusate per lo sconfinamento ma le autorità tunisine hanno messo in guardia circa il rischio “di una pericolosa escalation militare”. “Colpi sparati in un’area densamente popolata in territorio tunisino sono una violazione dell’integrità territoriale e una violazione della sicurezza dei residenti della regione”, ha scritto in una nota il ministero degli Esteri tunisino, che ha anche convocato l’ambasciatore libico a Tunisi.”
Mohamed Ben che sta curando come Mozica 01 tutti i video finora prodotti con le foto che ci invia Mounir, ieri ha commentato le news appena trascritte su Fb in questo modo: “L’INSICUREZZA”, arma giocata dal governo transitorio sta funzionando purtroppo, non ci sono poliziotti nelle strade, stadi, mercati, quartieri, … da qualche giorno bombardamenti fino alla frontiera tunisina con aerei di mezza Europa che… attaccano “obiettivi selezionati” nei momenti di massima ispirazione, autorizzazioni a più di sessanta partiti in un paese dove fino a 3 mesi fa c’erano (autorizzati e non) una ventina di correnti politiche, un altra commedia mal montata per re-integrare i politici del partito RCD, (già giudicato illegale e di stampo mafioso dai magistrati tunisini con una sentenza) e soprattutto per dare la possibilità al partito “Annah’dha” (Islamico, detto moderato nella forma ma radicale nella sostanza), un partito finanziato da colossi del petro-dollaro sparsi fra Arabia Saudia, Quatar, Syria e qualche aiuto dalla “comunità” in Europa… e qui di INSICUREZZA ci sarebbe da preoccuparsi.”

Mounir è alle porte del Sahara, noi siamo con lui. Grazie per chi aiuta a diffondere una voce semplice ma autentica. E questo è GOODBIKE 3.

Doriana Goracci

Sono arrivato a Monastir dopo aver percorso 110 km impegnativi, a causa del vento contrario e constante. Sono andato a trovare Samir mio fratello, direttamante sul lavoro, alla marina di Monastir,un luogo creato per turisti e velisti. Entrando si nota subito una selva di alberi a vela. Mio fratello appena mi ha visto non sapeva cosa dirmi, poi quando ha notato i clienti che facevano apprezzamenti, si è subito ringalluzzito. La cosa mi mi ha fatto ridere, dopodichè mi ha offerto due succhi, uno di arancia e l’altro di banana…fatta una bella pausa ho preso le chiavi di casa e sono andato via verso una doccia e una cena già preparata da Samir, prima che andasse al lavoro. Ero stanco e a pe zzi per la botta e lo spavento, ma confesso che mi è andata bene. Il giorno dopo sono andato con mio fratello a fare colazione: c’ erano molti italiani, ma quello che si notava di più è il ritorno del vecchio presidente deposto da Ben Ali, Bourguiba, nativo di Monastir e amato da i suoi concittadini da sempre. Monastir non ha mai amato Ben Ali, anzi, quando hanno avuto l’occasione lo hanno dimostrato. L’ultima visita di Ben Ali a Monastir, c’ erano pochi presenti, addirittura avevano saldato i tombini dove passava il suo corteo, la maggioranza andò al lavoro per non esserci. A Bourguiba gli hanno fatto un mezzo busto di fronte alla sua tomba. Tutti rivendicano il suo operato. Nello stesso giorno sono andato a Kairouan, toccata e fuga…la sera è finita a letto con dolori dappertutto. Il giorno dopo siamo andati a fare spesa al mercato del pesce: mi ha impressionato uno squalo che nessuno voleva comprare…due giorni prima ne avevano rinvenuto uno in mare vicino alla costa: il cadavere di una persona con mancante il 50 per cento del corpo, perciò quel povero squalo era considerato impuro!!! Quando è iniziata la rivolta a Monastir, ebbe inizio la caccia al poliziotto corrotto. Qualcuno è stato preso e menato,e bene direi…(vi lascio che devo andare ad intervistare amici)

14,23 del 26 aprile 2011
Monastir è una città turistica ed è la citta di Bourguiba, l’ex presidente tunisino. Devo confessare che le città costiere hanno poco da raccontare: la gente se la cava comunque, la rivoluzione qui c’ è stata, la polizia corrotta è fuggita… ci sono pochi turisti, l’aria che si respira è incerta, la gente fa quello che ha sempre fatto prima ma con un criterio nuovo,tutti hanno voglia di dire la loro!! Ma sono parole, e alle parole devono seguire i fatti.
Vedo il mio paese a pezzi, spaesato, senza identità, manca l’orgoglio, non c’ è organizzazione, tutti vogliono il mal tolto, tanti cercano vendetta, le istutuzioni locali hanno paura, sono obbligati a dare ascolto a tutti,la sicurezza è in mano tutta, a militari guardia nazionale e corpi speciali a caccia di criminali, che spesso risultano della polizia politica…ultimamente hanno arrestato uno con 36 furti a mano armata, e pare che abbia anche ucciso una persona. Monastir rivendica l’orgoglio di aver dato nascita al miglior leader che abbiamo avuto, spuntano foto statue quà e là e io non capisco il senso,vedo molta gente al caffè, sono sempre pieni, manca il lavoro, o forse la voglia di lavorare. Fatto sta che la gente mi sembra voglia essere risarcita. L’ altra sera in tv hanno trasmesso un’ inchiesta su Ben Ali e il suo clan: lo stile del programma è come Report…la gente si è chiusa in casa per vederlo, un evento da non perdere. Io ero con parenti, erano tutti stupiti e scandalizzati, non credevano a tutto quello che questa inchiesta ha tirato fuori, Cose che noi in Europa sappiamo da anni, perchè l’informazione può circolare. In Tunisia non sanno ancora cos’ è la libertà d’opinione, non sanno di avere il diritto di essere informati da più fonti,sono stati abituati a un solo canale di informazione quello della mafia di Ben Ali. Quando dico a questi parenti cosa ne pensano di tutto quel marcio… sembrano caduti da un tapeto volante,non ci credono, anzi dicono ce l’hanno fatta sotto il naso, coglioni si sentono!!! Sembra che sono decisi a non farlo accadere di nuovo ma ci vuole tanta strada : tutti sono concordi su questo.
Kairouan mi ha riportato alla mia gioventù ,a quando la giravo per lungo e largo…ho parlato con amici e parenti, e anche quì le forze del’ordine corrotte, sono scappate e non credo tornino,non oso immaginare cosa accadrà…dico questo perchè questi bastardi hanno usato metodi violenti hanno torturato e arrestato persone innocenti, hanno chiesto soldi a tutti, fatto la spesa gratis, poi quando è arrivato il momento sono fuggiti. Una parte della gente chiede che vengano giudicati, altri dicono che non c’ è bisogno, prima o poi finiranno nella rete della vendetta…se vogliono vivere non devono passare da quì , di perdono nessuno vuole parlare hanno talmente sbagliato tanto, che non esiste il perdono.
Ho parlato con i ragazzi del mio quartiere, devo riconoscere che sono bravi a difenderlo, ma politicamente non sanno esprimersi, non hanno mai fatto politica, parlano per sentito dire…C’ è un altro problema che sta venendo a galla e di cui tutti parlano: in tutto il paese se vuoi un lavoro devi pagare,perciò chi lavora in una sede statale e di qualsiasi cosa si tratta, è sotto fuoco continuo,adesso chi ha qualità e competenze vuole avere il diritto a un posto senza pagare nessuno, sta emergendo la situazione di tanti che sono stati assunti in maniera non chiara.
28 aprile …sera Ho lasciato Kairouan il giorno 25 per dirigermi verso El Jem… ho scelto di fare una strada poco trafficata ma più che altro per passare dove è nata la mia mamma. Ai lati della strada ci sono campi agricoli e tanti olivi…Devo dire che le zone agricole sono molto pulite, le campagne mi hanno stupito: amano la terra e la coltivano, spesso mi sono fermato per prendere da bere. E’ inutile che lo dico ancora,ogni volta è la stessa storia, pensano che io sia gaouri che vuol dire straniero, spesso mi chiedono dei tunisini sbarcati a Lampedusa…dovete sapere che quasi in ogni città c’ è una famiglia o forse più che ha lasciato il figlio andare, perciò chiedono di sapere come sta andando nei loro confronti: io dico quello che so!! Ma non risparmio la mia critica,un genitore che permette al proprio figlio di fare un viaggio del genere, è matto da legare, e qualcuna di quelle persone può essere un genitore di uno di loro. Il paesaggio è meraviglioso, gli olivi sono in fiore, le mandorle sono già fatte, uno spettacolo che pacifica il cuore e la mente…a volte mi chiedo se sono nel mio paese. Sono arrivato a El Jem dopo aver percorso 70 km: la vista del Colosseo è meravigliosa,ho appoggiato la mia bici di fianco a un dromedario in pausa fieno,e ho fatto la foto. E’ strano communque vedere un dromedario una bici e il Colosseo…se non fosse per il dromedario avrei pensato di essere a Roma!!! El Jem lavora molto con il turismo e ne hanno bisogno, ne ho visti un decina non di più, il Colosseo è accessibile si pagano 5 dinari che sono due euro e mezzo,è molto bello e ve lo consiglio. Da lì mi sono diretto a Mahdia,dovevo incontrare una persona che poi non si è fatta trovare…Ho trovato un albergo a 10 euro a notte,di fronte al mare,e con un potente binocolo di notte si può vedere Lampedusa,infatti un pescatore mi ha raccontato che tante barche sono stati rubate dal porto,di varie dimensioni. Mahdia è una piccola città molto piacevole, la zona turistica è fuori di qualche km,ma a detta di qualcuno, questi immensi alberghi hanno ucciso i piccoli alberghi appena fuori la Medina: infatti dove sono stato c’è una spiaggia bellissima ma lungo il mare è tutto lasciato così a marcire. Ho conosciuto un artigiano di vestiti da sposa e sciarpe, tutto in seta, con dei motivi tribali fatti con fili in argento bianco e giallo…mi ha concesso una chiacchierata che ho ripreso. E’ molto critico nei confronti dei tunisini che non sono in grado di responsabilizzarsi,anzi mi ha detto che forse i tunisini non meritano tutta questa fama dopo la rivoluzione, perchè secondo lui non si sono dimostrati all’altezza!! Certo se guardo le città che fino ad ora ho attraversato, adesso devo dire che i caffè sono perennemente pieni di persone che non fanno nulla,mentre le strade sono in un stato pietoso…non arriveremo mai al livello di Napoli, ma questa gente bisogna farla lavorare,credo che una coscienza civile e un pò di patriottismo andrebbe insegnato a questi ragazzi. La sera sono andato a mangiare da questo artigiano che mi ha invitato a conoscere la sua famiglia ed è stata una serata molto piacevole, sua moglie lavora in comune nella tesoreria e mi ha spiegato con poche parole che la situazione in Tunisia è da operazione chirurgica da fare al più presto possibile…altrimenti ci ricaschiamo.
Mounir

Video mozica01 Creato il 15/apr/2011 Pedro Navaja per la Tunisia.. dedicato a Mounir Romdhani che sta pedalando per noi e a Vittorio Arrigoni che per noi ha dato la vita

p.s. Ricordo che 0021624330592 è il contatto telefonico per parlare con Mounir Romdhani e il viaggio è stato reso possibile e attende contributi, grazie all’Associazione 24 marzo.it: http://www.24marzo.it/.

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