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Attenzione! InNoveTempi un’APP ideata mezzo secolo fa

Giovanni Anceschi con il “Gruppo T” nel 1962 ideò l’opera d’arte “In nove tempi”, un’opera di grafica programmata secondo criteri cibernetici, per il Catalogo “Arte programmata” edito da Olivetti (curato da Bruno Munari, Giorgio Soavi con la presentazione di Umberto Eco).

Oggi quest’opera d’arte ha preso la forma interattiva dell’APP InNoveTempi che ogni possessore di iPhone e iPad che può riprodurre con infinite modalità combinatorie gli elementi dell’opera.

Questa APP è un videogame, e precisamente un videogame a funzionamento estetico, ideato 50 anni fa da Giovanni Anceschi e realizzato oggi da Wooom, il team partenopeo co-fondato da Prigiobbo, De Rosa e Scognamiglio, che sviluppa prodotti per MobileLifeLive e che porta con questa produzione l’Arte in Tasca.

Per Giovanni Ancheschi e Antonio Prigiobbo di Wooom InNoveTempi più che un game ('partita') è un un play, (un 'gioco'). E’ un’esperienza estetica che rende l’utlizzatore artista dell’opera attraverso il suo iPhone e iPad.

InNoveTempiOpera è un’opera digitale aperta attraverso cui si recupera la centralità del soggetto nell’arte e il suo ricombinarsi in relazione alle forme.

La storia di InNoveTempi

1962: Umberto Eco aveva appena scritto Opera aperta* e curava l'Almanacco Letterario Bompiani, il periodico dedicato alla discussione critica sui più importanti temi letterari e artistici contemporanei. Nel 1962 il tema fu “L'applicazione dei calcolatori elettronici alle scienze morali e alla letteratura” **. Per contribuire a questo volume Eco chiamò Bruno Munari, caposcuola dell'arte cinetica e programmata e già autore delle “Macchine inutili”(1933), e cinque ventenni Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi e Grazia Varisco, che da poco avevano fondato il Gruppo T .

* Umberto Eco, Opera aperta, Milano, Bompiani, 1962.

** AA VV, Amanacco Letterario Bompiani, Milano, 1962

Catalogo “Arte programmata”, Milano, Olivetti, 1962

—-Definizioni

Arte cinetica: Forma d'arte plastica nella quale il movimento delle forme, dei colori, dei piani è il mezzo per ottenere un insieme mutevole. Lo scopo dell'arte cinetica non è quindi quello di ottenere una composizione ssa e denitiva.

Opera aperta*: Forma costituita da una costellazione di elementi in modo che l’osservatore, con una proprias scelta interpretativa possa individuare i vari collegamenti possibili e quindi le varie possibilità di configurazioni diverse: al limite* intervenendo di fatto per modicare la posizione reciproca degli elementi.

Opere moltiplicate: Opere progettate dall'autore per essere prodotte in varie copie, usufruendo delle tecniche industriali. Non quindi riproduzione approssimativa di un “pezzo unico” originale, come normalmente avviene nelle stampe d'arte.

Arte programmata: L'arte può essere programmata. Da una programmazione esatta nasce una moltitudine di forme simili.

*Da notare l'espressione un po' scandalizzata “al limite”. All'epoca era quasi impensabile un arte fattualmente interattiva e non solo contemplata e fruita passivamente. Al massimo, la quota di partecipazione dello spettatore poteva essere l'attività interpretativa.

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