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Nucleare, Berlusconi: "Il referendum lo avrebbe bloccato per anni"

Lo stop del governo italiano al referendum non è un addio definitivo all'energia prodotta dall'atomo. Piuttosto è una pausa temporanea per evitare che il referendum di giugno dopo la tragedia di Fukushima affossasse definitivamente il piano italiano di ritorno al nucleare. A chiarirlo è stato lo stesso premier Silvio Berlusconi nel corso dell'incontro bilaterale Italia-Francia a Villa Madama. “Se fossimo andati oggi – ha detto Berlusconi – a quel referendum il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni a venire”.Berlusconi ha voluto sottolineare che il governo italiano resta convinto che “l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo”. Pertanto vanno avanti anche gli accordi che l'Italia ha già stretto con la Francia e in particolare quello tra l'italiana Enel e la francese Edf: “I contratti continuano – ha precisato il premier – non vengono abrogati”. Porte aperte anche dalla Francia che dopo il disastro giapponese comprende le ragioni dello stop italiano. Infatti, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha spiegato che “nel giorno in cui i nostri amici italiani decideranno di tornare al nucleare, la Francia sarà per l'Italia un partner accogliente e amichevole”.Berlusconi nel corso della conferenza a Villa Madama ha ricordato come l'Italia negli anni '70 fosse all'avanguardia nella realizzazione di centrali nucleari, progetti che, a causa “dell'ecologismo di sinistra che si è messo di traverso”, ha dovuto abbandonare. Da allora l'Italia acquista, ha spiegato il premier “tutta l'energia che consuma dall'estero”, con un aggravio su famiglie ed imprese del 30-40 o anche 50 per cento di costi aggiunti per le famiglie e le aziende italiane rispetto ad esempio a quelle francesi che pagano di meno proprio per la decisione di aver scelto il nucleare. La sicurezza è convinzione profonda dei francesi. In Italia non c'è questa situazione e l'evento giapponese, a seguito dei sondaggi che abitualmente facciamo sull'opinione pubblica, ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini”. È per questo che il governo “responsabilmente – ha detto Berlusconi – ha ritenuto di introdurre questa moratoria per restare nel nucleare e far sì che si chiarisca la situazione giapponese e che magari dopo uno o due anni si possa ritornare ad avere una opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all'energia nucleare”.26 aprile 2011Redazione Tiscali

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