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Massimo Ciancimino arrestato, accuse false e truffa ai danni di De Gennaro

Massimo Ciancimino, figlio dell’ex-sindaco di Palermo Vito, è stato fermato su richiesta della Dia di Palermo con l’accusa di calunnia aggravata nei confronti dell’ex-capo polizia De Gennaro. Nello scorso dicembre, infatti, Ciancimino era stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Caltanissetta per calunnia nei confronti di De Gennaro.

Ciancimino, importante teste nell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia e le stragi del 1992, ha accusato De Gennaro, a capo del Dis (dipartimento per le informazioni di sicurezza), di essere stato molto vicino al “signor Franco”, l’agente dei servizi che avrebbe avvicinato il padre per cercare un contatto con i boss mafiosi all’epoca delle stragi di mafia. Secondo i magistrati, i ‘pizzini’ che Ciancimino avrebbe portato a sostegno della sua tesi sarebbero falsi.

Per coinvolgere De Gennaro avrebbe manomesso un documento in cui accostava l’ex capo della polizia a un misterioso Gross e a un altrettanto misterioso signor Franco o Carlo, agente di collegamento tra lo Stato e i boss che eseguirono le stragi. Il nome di De Gennaro, però, in quel documento che riporta i nomi di esponenti dello Stato che avrebbero avuto un ruolo nella vicenda delle stragi del 92-93 e consegnato ai magistrati di Palermo sarebbe stato inserito successivamente. «La scientifica ha stabilito con certezza assoluta – spiega il procuratore antimafia di Palermo Francesco Messineo – che il nome di De Gennaro è stato estrapolato da un altro documento presentato da Massimo Ciancimino e posto in quel foglio. In questo momento non ci risulta che ci siano altri documenti falsificati ma non lo possiamo escludere». Insomma un abile lavoro con il photoshop, come sostiene qualcuno. Per Messineo, comunque, i rapporti con il testimone Ciancimino non cambieranno.

Il figlio di don Vito, fermato dagli agenti della Dia di Palermo su ordine della direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, stava andando in vacanza in Francia ed è stato trasferito a Parma: sarà il Gip di quella città a doversi pronunciare sulla convalida del fermo. E il procuratore aggiunto Antonio Ingroia dice: «Noi abbiamo sempre utilizzato con grande rigore il materiale portato da Ciancimino». Il quale dice: «È una battaglia dura e sono e sarò sempre più solo. Ho tanta paura. Ho paura di dovere dare ragione a mio padre sul fatto di potere combattere un sistema troppo grande. Non conosco De Gennaro, non avrei nessun interesse a calunniarlo. Oggi saranno in tanti a gioire. Non capisco il fermo. Vivo scortato. Dovevo essere ascoltato il 26 al processo Mori».

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