Arrestato per Camorra ex sindaco di Casal di Principe

Il responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti: “In Campania, se non si cambia registro, ci sarà una continua e costante crescita di amministratori e funzionari pubblici che sono e saranno al servizio della Camorra, piuttosto che dei cittadini”

“Gli arresti effettuati stamane rispecchiano la drammatica, quanto attuale, sovrapposizione di livelli tra la criminalità organizzata e la politica. La risposta delle istituzioni non è ancora sufficiente, dal momento che resta evidente il condizionamento e la pressione di una certa politica per tollerare e consentire alla Camorra, e alle imprese a questa legate, di continuare a fare affari e a regnare nella pubblica amministrazione”. Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti, riflette con amarezza sul decreto di fermo eseguito questa mattina dal nucleo di carabinieri del comando provinciale di Caserta, nei confronti di cinque persone accusate di associazione mafiosa, poiché presunti affiliati e fiancheggiatori del clan casalese Iovine. Le manette sono scattate anche per Vincenzo Corvino, sindaco di Casal di Principe dalla primavera del 1995 alla fine del 1996, anno in cui il consiglio comunale fu sciolto per infiltrazioni camorristiche.

“Tanto per citare un esempio – spiega l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, è intollerabile che il prefetto di Napoli, o meglio ancora il ministro dell’Interno, tengano in piedi l’amministrazione comunale di Afragola, guidata dal senatore Nespoli, per il quale ci fu una richiesta di arresti respinta dalla casta parlamentare, e con in seno all’amministrazione stessa ombre che consentono la condivisione di attività tra una certa politica e la Camorra”.

Barbato conclude la sua analisi con un pensiero che ha già esposto in diverse occasioni: “Il nodo da sciogliere è quello politico. Pur facendo i miei complimenti alla magistratura e alle forze dell’ordine per l’ennesimo colpo inferto alla Camorra, non posso non evidenziare che, in Campania, se non si cambia registro, ci sarà una continua e costante crescita di amministratori e funzionari pubblici che sono e saranno al servizio della Camorra, piuttosto che dei cittadini. È sempre più evidente che in Campania la Camorra non è nella politica, ma essa è la politica, anzi una certa politica”.

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