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Nonostante tutto in Italia si fa ancora “buona” ricerca

Da anni il tema della ricerca è al centro del dibattito politico italiano, quasi sempre con toni accesi, apodittici, perché spesso ne palano persone con limitate competenze in materia. Nonostante la mancanza di una concezione sistemica e organica agli interessi del Paese, la qualità dei ricercatori italiani non è in discussione: lo provano i numerosi successi, le scoperte, la considerazione di cui godono i nostri ricercatori negli ambienti internazionali della ricerca scientifica. Perché, allora, la ricerca, non è diventata in Italia una risorsa per il nostro sistema industriale, economico e scientifico come di regola accade in Germania, in Francia, Svizzera e Inghilterra, tanto per citare alcune nazioni che hanno puntato moltissimo, da tanti anni, su questo bene immateriale?

Le colpe innegabilmente devono essere attribuite a chi ha la responsabilità di guidare il Paese, cioè i Governi e i Ministri competenti, ma anche al sistema-imprese italiano, poiché è sotto gli occhi di tutti la triangolazione che nelle nazioni sopra menzionate regola il rapporto tra le Istituzioni, le università e il sistema industriale.
Da noi vi sono indubbiamente i meriti di chi la ricerca la fa ogni giorno per senso del dovere, ma anche per senso di responsabilità verso lo Stato. Se si pensa al maggior ente di ricerca pubblico, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), è noto che, a fronte di un finanziamento ordinario di 550.000.000 di euro, vi sia un bilancio di gran lunga superiore. Cosa vuol dire? Che i ricercatori del CNR attraggono risorse da altre fonti, per esempio in un anno oltre 600.000 di euro percepiti per la ricerca commissionata e prodotta. Ciò non accade solo per il CNR, ma riguarda l'ISS che vigila quotidianamente sulla nostra salute e che con la contrazione dei finanziamenti non solo perderà posti di lavoro, ma non potrà compiere con la stessa efficacia la sua opera meritoria di “vigile” terzo del benessere dei cittadini italiani. ISPRA, l'ENEA, il CRA vivono tutti le stesse condizioni e resistono per la volontà ed il senso di responsabilità dei propri lavoratori.
Nel dossier “Attualità” di questa newsletter – uno spazio aperto a tutti – pubblichiamo la “Indagine conoscitiva sullo stato della ricerca in Italia” promossa dalla VII Commissione Cultura, scienza e istruzione (vai al testo), ed il “Programma Nazionale della Ricerca 2010-2012” (vai al testo), volendo offrire un contributo ai ricercatori italiani in Europa ed anche a cittadini interessati.

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