Contro la babele di disinformazione prodotta dalla “grande” stampa e dalla sinistra in perfetta sintonia con le altre opposizioni, all’unico scopo di attaccare il Governo in carica anche a danno dell’interesse nazionale, è doveroso innanzitutto fare chiarezza e denunciare e stigmatizzare i seguenti fatti e responsabilità:
– la Tunisia, pur votata, secondo la vulgata, ad un radioso avvenire libero e democratico nell’ambito della cosiddetta “primavera dell’Islam”, lascia indegnamente partire, in condizioni di grande precarietà e rischio, i clandestini come arma di ricatto per estorcere più soldi che puo’ all’Italia, alla U.E., all’ONU, ecc., e detta con furbesca arroganza le condizioni per un loro “eventuale” rimpatrio. Così facendo, proprio la Tunisia, come pure gli altri Stati che si comportano allo stesso modo, (e questo sia chiaro a tutti, soprattutto a coloro che cercano di imbrogliare le carte speculando sui sensi di colpa attribuiti ad arte), si assumono la gravissima responsabilità, una tremenda “culpa in vigilando”, della sorte di coloro che partono in quelle condizioni e che troppo spesso vanno incontro ad una orribile morte, come accaduto oggi stesso, suscitando un profondo generale cordoglio che fa ancor più riflettere sulla insensatezza delle, e le complicità nelle, partenze dei “barconi”;
– i clandestini stessi scelgono volontariamente di correre il grave, talvolta, come si vede, purtroppo tragico, rischio di una avventurosa traversata su mezzi inadeguati e di pagare comunque somme pari anche a 5 o 6 volte il prezzo di un normale biglietto turistico aereo o marittimo al solo ed unico scopo di evitare ogni identificazione, alimentando cosi’, tra l’altro, il lucroso traffico dei moderni “mercanti di carne umana” ;
– il pietismo e il buonismo della “grande” stampa e della sinistra vorrebbero impietosire la gente su persone al 99%, grazie a Dio, in gran forma (basta vedere i “marcantoni” che sbarcano!), piene di pretese, anche di tipo alimentare, da soddisfare hic et nunc (un tunisino al TG1 delle 13h30: “Trois jours maccheroni: je ne suis pas habitué à ça”!), senza la minima comprensione per i problemi che i loro massicci arrivi, per loro natura imprevedibili quanto a tempi e dimensioni, provocano all’Italia. Persone, tra l’altro, pronte, qui da noi, con i fattivi aiuti e provocazioni delle varie sinistre piu’ o meno sindacal/extraparlamentari, a quelle violenze e vandalismi che a casa loro sarebbero repressi molto duramenrte;
– i “centri sociali” e gli extraparlamentari di sinistra, ispirandosi al principio del tanto peggio per lo Stato e il Governo, tanto meglio per loro, aizzano appunto i clandestini alle proteste ed alle fughe, provocando tensioni e scontri con le forze dell’ordine, che sono sottoposte ad un durissimo lavoro e subiscono violenze e ferimenti, che naturalmente non suscitano alcuna solidarietà da parte delle sinistre;
– D’Alema e soci , dopo aver dipinto e denunciato per anni un Paese ridotto alla fame dal Governo in carica, condannano come incomprensibile e degno del massimo disprezzo il rifiuto di un Paese “ricco come l’Italia” (sic!) (e, aggiungiamo noi, il rifiuto della grande maggioranza degli Italiani) di accogliere in modo permanente 25.000 tunisini, senza preoccuparsi (“de minimis non curat D’Alema”) nè della presenza tra di essi di quelli fuggiti dalle carceri, nè del problema del loro mantenimento in presenza di una disoccupazione che già colpisce gli extracomunitari residenti (secondo il Presidente Zaia, solo in Veneto, sono circa quarantamila i disoccupati extracomunitari) e ancor meno dei problemi risultanti dalla difficoltà, meglio, dalla ormai constatata impossibilità di integrazione delle popolazioni mussulmane, che non solo rifiutano caparbiamente i nostri valori, i nostri principi e le nostre leggi, ma pretendono addirittura che noi ci adattiamo ai loro, tanto più che in caso di accoglienza i 25.000 sarebbero destinati a moltiplicarsi per effetto dei ricongiungimenti famigliari…;
– il vergognoso ed incredibile sfruttamento a soli fini antigovernativi del “problema clandestini e profughi” da parte di una sinistra, soprattutto comunista, che, per quasi cinquant’anni, ha sempre considerato i fuggiaschi dai “paradisi” comunisti in cerca di libertà e di democrazia (compresi i “Boat people” del Vietnam) come spregevoli traditori del proletariato, indegni, per principio, di essere accolti in Occidente e, soprattutto, in Italia, anche se la loro integrazione/assimilazione non avrebbe posto alcun problema, essendo anzi proprio questa il loro obiettivo primario. Una sinistra comunista e radical chic, occorre aggiungere, che non ha mai avvertito il minimo moto di solidarietà umana e di pietà per la tragiche sorti delle innumerevoli vittime delle fughe tentate dai “paradisi” e che, non solo non ha mai approntato, ma, anzi, si è sempre opposta, anche con la violenza, alla minima opera di soccorso ai superstiti ;
– la sinistra + Fini/Casini sostengono l’assoluta inadeguatezza ed impreparazione del Governo nell’affrontare la situazione senza tuttavia mai svelare le loro ricette magiche: evidentemente pretenderebbero la costruzione sulle coste italiane meridionali di una serie indefinita di strutture di accoglienza di buon livello per far fronte come si conviene a tutte le eventuali invasioni;
– l’inaccettabile comportamento delle organizzazioni ONU (ah, l’ineffabile Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’organizzazione per i rifugiati…!) e delle ONG che, con sprezzo di ogni pericolo oltre che del ridicolo, non esitano a puntare severamente e saccentemente il dito sulle “carenze” italiane, e non hanno una sola parola di critica ed ancor meno di condanna per i Paesi che, con i loro regimi (dittatoriali/autoritari), con le loro decisioni (economiche, belliche, etnico/razziali, ecc.) e con la loro corruzione, sono la causa diretta delle sofferenze e della disperazione delle loro disgraziate popolazioni, costrette/spinte a fuggire, spesso, paradossalmente, da territori ricchi di enormi risorse naturali, in particolare energetiche ;
– infine, l’inqualificabile (dal punto di vista della solidarietà comunitaria), gretto e masochistico atteggiamento della U.E. e dei Paesi membri, in primis la Francia che solo ora sembra ravvedersi, incapaci di vedere che solo un comune atteggiamento di estremo rigore dell’U.E. nel suo insieme puo’ annullare i ricatti dei Paesi terzi e spingerli ad assumersi le loro responsabilità nei riguardi dei propri cittadini.
In conclusione, l’Italia, pur in queste difficili condizioni, è chiamata ad assolvere a tre inderogabili doveri:
– da un lato, assicurare con cristiana umanità illimitato soccorso, cure ed accoglienza temporanea ai clandestini, esigendo comunque da questi quel rispetto che ogni ospite dovrebbe imporsi da se stesso in casa altrui ;
– dall’altro, provvedere al rimpatrio, nelle migliori condizioni possibili ed auspicabilmente in accordo con le autorità dei Paesi di origine, di tutti quei clandestini che non possano trovare lavoro in Italia o negli altri Paesi U.E. ;
– infine, operare affinchè si pervenga a realizzare a livello europeo quel piano di aiuti allo sviluppo dei Paesi del Nord Africa, di cui il nostro Paese si è fatto promotore, e che solo, tra l’altro, puo’ arrestare quelle “migrazioni di popolamento” incontrollate e non integrabili che hanno per effetto di sovvertire progressivamente i sistemi costituzionali, giuridici e di valori ispirati al primato della libertà e della dignità della persona, sui quali si basano i Paesi europei, e che sono irrinunciabili.
Il Governo, che si sta già concretamente attivando a tali fini e che ha appena raggiunto con quello tunisino un accordo sia sul blocco delle partenze dei “barconi” sia sui rimpatri, merita l’appoggio incondizionato ed il plauso di tutti gli Italiani, oltre che delle Istituzioni e degli altri Stati membri della U.E.. Una particolare riconoscenza meritano le forze dell’ordine per il loro difficilissimo e gravosissimo compito di gestire i flussi di clandestini.