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TRIVENETO: GLI OPERAI SI SPECIALIZZANO E SCONFIGGONO LA CRISI

Durante la prima fase della crisi economica si è assistito nelle regioni del Triveneto, oltre all’evidente riduzione di personale, alla rottura dell’equilibrio tra competenze delle risorse e mansioni ad esse assegnate: si sono infatti avuti casi sempre più frequenti di assegnazioni di risorse sovra qualificate rispetto all’impiego.
Oggi i dati del Triveneto sottolineano come il trend sulle assunzioni di alcune tipologie di profili (soprattutto operai) sta subendo un incremento tale da ristabilire l’equilibrio tra competenze delle risorse e mansioni, per raggiungere i valori antecedenti a quelli del 2009, “annus horribilis” dell’economia mondiale.

Afferma Alessandro Frigo, responsabile Randstad per le aree di TN, BZ, FE, VR, VI: si sta assistendo ad un aumento delle ricerche e ad un ritorno ai valori pre 2009 (pre crisi) e si sta tornando ad un livellamento ruolo – competenze (per evitare squilibri come quello dei periti finiti in piena crisi a lavorare come operai). C’è però più insicurezza da parte delle aziende che quindi impongono più flessibilità alle risorse.

Tipologia di aziende

La tipologia di azienda più attiva nella ricerca di profili resta quella con un numero di dipendenti che va dai 50 ai 200 addetti circa, a conferma anche della vocazione “locale” dell’economia della regione. In tutti i settori produttivi più forti dell’area (dal metalmeccanico all’occhialeria – settore particolarmente florido soprattutto in Veneto), rimangono stabili le ricerche di operai specializzati (che superano numericamente quelle dei profili impiegatizi). I settori più attivi sono quelli metalmeccanico, chimico, della lavorazione del legno, dei servizi ed alimentare. Nei primi due le ricerche si concentrano soprattutto su figure di periti tecnici da inserire e formare internamente con diverse specializzazioni a seconda dell’attività produttiva dell’azienda. Vengono richiesti ovviamente anche operai generici, settore nel quale si riscontra una forte presenza di lavoratori stranieri

Modalità di selezione del personale

Nonostante le tipologie di ricerche continuano ad essere focalizzate soprattutto su profili di operai o tecnici per le linee di produzione, al selezionatore adesso viene richiesto di prestare maggiore attenzione alle caratteristiche ed alla preparazione delle risorse. A causa della restrizione economica, anche per i profili più bassi la selezione diventa sempre più accurata e diversificata: sono preferite le nuove selezioni, più ad esempio delle sostituzioni di maternità, in quanto le risorse possono essere formate secondo i bisogni dell’azienda.

Gli uomini vengono selezionati maggiormente per profili bassi, mentre le donne preferiscono gli impieghi part-time e lavori impiegatizi.
Nel dettaglio, sono gli uomini tra i 24 e i 40 anni a coprire quasi completamente il reparto produzione nelle aziende, la presenza femminile in questo ambito si limita a delle presenze temporanee di pochi mesi.
Per ruoli impiegatizi la situazione cambia: si ricercano soprattutto uomini molto giovani in quanto vengono pagati meno e sono più malleabili. La gran parte delle donne ha, invece, un’età inferiore ai 23/24 anni o superiore ai 42/44 anni.

Rapporto scuola/lavoro

Il rapporto tra scuola e mondo del lavoro è ancora scarso. Le filiali venete registrano da qualche anno una forte carenza di diplomati in ambito tecnico (periti) e una carenza di base a livello scolastico (il numero di diplomati non riesce a coprire le richieste del mercato del lavoro locale).
Nelle nostre zone c’è penuria di periti neodiplomati per linee di produzione e ufficio. Dalle scuole ne escono pochi – afferma Paolo Penna, responsabile Randstad per il Friuli e la provincia di Venezia – molti preferiscono l’università, o almeno fanno un tentativo. Non vogliono sporcarsi le mani e cercano impieghi in uffici tecnici.
I selezionatori Randstad hanno riscontrato la tendenza nei giovani periti a trascurare gli impieghi di tipo tecnico-pratico e di preferire impieghi in ambito progettuale. Una larga fetta di giovani preferisce tentare la carriera universitaria e rimandare l’ingresso nel mondo del lavoro.

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