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Jean Franà§ois Copé rivendica la laicità  della Francia

di Andrea Verde

L’attesa conferenza sulla laicità, fortemente voluta da Nicolas Sarkozy, si é svolta in un grande hotel parigino nel quartiere Montparnasse, circondato per l’occasione dai reparti speciali di polizia.
Davanti a circa duecento invitati ed altrettanti giornalisti, l’assise mirava a chiudere una polemica che ha investito l’Ump, accusato di voler « stigmatizzare » la seconda religione di Francia per contendere voti al Front National.
« Tra la negazione di un problema e la demagogia » ha esordito il presidente dell’Ump, Jean François Copé « vi é spazio per una terza via; quella della responsabiltà ».
Per Copé questo dibattito era assolutamente necessario ed ha accusato il Front National di volere gettare benzina sul fuoco; « La Francia ha bisogno di soluzioni, il Front National ha bisogno di problemi, poiché un problema in meno é un argomento elettorale in meno per Marine Le Pen » ha dichiarato dalla tribuna.
Per Copé la laicità consiste in una distinzione tra la sfera religiosa e quella politica che si traduce, in Francia, per la separazione tra Stato e Chiese, secondo la legge del 1905.
Nella République non ci puo’ essere confusione tra la legge civile e il credo religioso.
Questo non significa che non sia possibile il dialogo tra lo Stato e le religioni. Al contrario questo dialogo fa parte, secondo Copé, della vitalità della democrazia.
Il sacerdote Matthieu Rougé, della diocesi di Parigi, ha ricordato che sono lontani i tempi in cui la République si accaniva contro la Chiesa Cattolica, quando era in atto lo scontro tra laicismo e clericalismo. Il clima per i cattolici é molto piu’ sereno anche se Rougé non dimentica che la separazione tra Stato e Chiesa, in Francia, non fu il frutto di un accordo consensuale, ma fu « un divorzio » doloroso e violento con oltre un secolo di scontri e polemiche.
I francesi sono profondamente legati alla legge del 1905, e all’articolo 2 che recita; « la République non riconosce, né sovvenziona alcun culto religioso ».
Sola deroga fu il finanziamento alla prima moschea costruita in Francia; la Grande Moschea di Parigi inaugurata nel 1926. Essa venne interamente finanziata con fondi pubblici, in virtu’ di una legge del 19 agosto 1920 che derogava alla legge del 1905, in omaggio ai 70 mila soldati musulmani morti per la Francia durante la Prima Guerra Mondiale.
Da allora il contesto é cambiato: l’islam é la seconda religione di Francia e in alcune regioni é maggioritario.
Questa avanzata islamica riapre la questione religiosa e rende necessari alcuni chiarimenti;

– I valori essenziali della République quali l’eguaglianza tra uomo e donna sono stati rimessi, in alcune occasioni, in discussione, indebolendo l’insieme della comunità nazionale.
-Alcuni estremisti cercano di strumentalizzare la religione a fini poltici, a danno dei credenti che sono le prime vittime di queste manovre.
-Il perdurare di questi problemi rende difficile la costruzione di un Islam in una repubblica laica,

La legge Stasi che vieta l’ostentazione dei segni religiosi nei luoghi pubblici, l’installazione del Consiglio francese del Culto Musulmano, la legge contro il burqa sono state tappe importanti volute da Jacques Chirac e da Nicolas Sarkozy per favorire il passaggio da « un Islam in Francia » ad « un Islam di Francia ».

Secondo il giornalista Farid Hannache, autore insieme all’iman Hassan Chalgoumi del libro « Per un Islam di Francia », non bisogna abbassare la guardia contro gli estremismi ed ha attaccato duramente l’UOIF ( unione delle organizzazioni islamiche di Francia) che ha accusato di islamofobia gli organizzatori di questo convegno.

Il gran rabbino di Francia Gilles Bernheim, inizialmente scettico sull’opportunità di questo dibattito, ha avuto parole di elogio per il clima sereno di civile confronto.

Il sindaco di Marsiglia Jean Claude Gaudin ha presentato i capisaldi del progetto di legge (una sorta di codice della laicità) che verrà presentato all’Assemblée Nationale nei prossimi giorni.
Da un lato si viene incontro all’esigenza di creare nuovi luoghi di culto, prevedendo speciali finanziamenti, affitti di lunga durata con possibilità di riscatto ed agevolazioni fiscali in cambio di un controllo rigoroso della provenienza di finanziamenti stranieri (si temono gli integralisti) e dell’occupazione delle strade che dovrà cessare immediatamente.
Si pensa inoltre di estendere il divieto dei segni ostentatori religiosi (specialmente il velo islamico) anche alle persone che attendono i bambini alle uscite delle scuole e degli asili. Divieto di rifiutare le cure di un medico di sesso maschile negli ospedali. Niente menu’ halal o cacher nelle mense scolastiche, ma menu’ vegetariani alternativi. Obbligo per gli studenti di seguire tutti i corsi, compresi quelli di storia, di sport e di educazione sessuale.
Sarkozy e Copé sperano con questa sorta di patto repubblicano di fermare i richiami identitari e il communitarismo che serpeggia tra i musulmani e che fragilizza la comunità nazionale e di rispondere ai problemi dovuti alla mondializzazione e alla crisi del modello di integrazione.

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