Site icon archivio di politicamentecorretto.com

PIE:” VOTO PARITARIO, DICHIAZIONE DI MODALITA’ DI VOTO E GARANZIE ISTITUZIONALI”

Mi rifaccio all’ intervista dell’ amico Rainero Schembri, all’ On. Porta ( che tra l’ altro saluto da Londra). Tralascio la questione della rappresentanza parlamentare dall’ estero, onde eviatre ulteriori attriti con i 18. Vorrei invece concentrami sul voto paritario, Dichiarazione di modalita’ di voto e garanzie istituzionali. Alcune considerazioni al riguardo sono da doverose. Vorrei come premessa sfatare un mito, alla domanda di Rainero:” Cosa pensa dell’idea di consentire agli italiani all’estero di votare anche per i candidati residenti in Italia?” L’ On. Porta da una risposta a dir poco contradittoria: “ il candidato degli italiani all’estero dovrebbe, cioè, in ogni caso aver maturato una particolare esperienza all’estero o intrapreso specifiche iniziative in materia. A questo punto e’ doveroso chiedere all. On. Porta un piccolo chiarimento e ulteriore domanda:” Allora, caro Onorevole ci esplichi come mai dal 2006 ad ora, le piu’ alte cariche istituzionali con deleghe per gli italiani nel mondo, sono state coperte da italiani residenti ed eletti in Italia?” Non a caso l’ attuale sottosegretario con delega per gli italiani all’ estero e’ un certo Mantica e non credo che questi in materia di tematiche migratorie ne sappia piu’ di Lei?”

Detto cio’ passo alle considerazioni e punti salienti, e instruzione per l’ uso.

“Per voto paritario intendiamo, voto a tutte le elezioni e non solo referendarie e parlamentari” All’ attuale con il voto postale il plico elettorale viene spedito da Roma ai consolati che a loro volta per la spedizione ai cittadini delegano terzi, con l’opzione di stampare dei duplicati ( con i dovuti eccessivi costi per i contribuenti). Il plico con la dichiarazione di voto ritorna al consolato, il quale lo rispedisce a Roma, dove avviene lo scrutinio In primo luogo, questa prassi comporta il rischio di “presunte manomissioni” degli stessi.. Quale sarebbe l’ alternativa onde evitare broghi e dispersioni? L’ unica istituzione qualificata per la spedizioni e scrutinio dei plichi e’ l’untimo comune di residenza dei cittadini residenti all’ estero. La maggioranza degli oltre 4 milioni di residenti iscritti al registro elettorale nel mondo ( salvo eccezioni) ad ogni tornata elettorale amministrativa ricevono gia’ la cartollina elettorale, previa il ritorno in Patria per esercitare il voto. Ecco cosa abbiamo noi proposto: Tre mesi ( o giu’ di li’) prima di ogni tornata elettorale, il comune spedisce con la cartolline ( certificato) elettorale, anche un questionario, in cui si chiede all’ elettore, indirizzo, data e luogo di nascita e modalita di voto, vuoi postale vuoi ai seggi ( vuoi in un fututo non troppo lontano) voto telematico, ( oggi con la posta certicata si velocizzerebbe l’ operazione) con l’opzione di votare un candidato dall’ estero o di uno residente in Italia, da rispedire entro un mese al richiedente. Questo nuovo sistema accomoderebbe tutto l’ arco generazionale, i seggi per la prima generazione, il voto postale per le seconde ( e come direbbe il “mio” amico Rosario anche per i collettori e venditori di plichi) e il telematico per le ultime e future generazioni di migranti. La dichiarazione del voto farebbe risparmiare al contribuente italiano fior di quattrini, non dimentichiamolo eh! Istituire seggi e spedizione di plichi, in base alla domanda e non in base agli iscritti all’ AIRE.

P.S mi scuso con Rainero ma non vuole essere una ctitica alla sua intervista.
Rif: https://archivio.politicamentecorretto.com/index.php?news=35615

Exit mobile version